Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Milano Santa Giulia Indice degli argomenti Toggle Lendlease : obiettivo net zero al 2025Sostenibilità a scala urbana: il cambiamento è possibile oltre la “scala edificio”L’esempio di MINDTra circolarità e decarbonizzazioneL’importanza del verde e del legno L’edilizia ha bisogno di ridurre le proprie emissioni e trasformarsi da settore energivoro e fortemente impattante a un ambito in grado di raggiungere l’obiettivo net zero al 2050. Per farlo, concependo costruzioni sostenibili, deve trovare nuove strade. Una di queste, passa dalla volontà di attuare una metodologia di lavoro “a scala di città”. È un modus operandi che ha messo a punto lo sviluppatore Lendlease, direttamente coinvolto in due progetti urbani tra i più innovativi oggi in Italia: MIND (Milano Innovation District) e MSG (Milano Santa Giulia). Milano Innovation District si svilupperà su un’area di un milione di metri quadri alle porte del capoluogo lombardo. Vede lo sviluppo di un distretto che è anche sede del nuovo polo italiano di eccellenza scientifica. Pochi giorni fa è stato concesso un finanziamento dalla Banca Europea per gli investimenti (BEI) e da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) da 215 milioni di euro per lo sviluppo del progetto (del valore complessivo di 450 milioni di euro) del Campus dell’Università degli Studi di Milano. Destinata ad accogliere più di 23mila persone tra studenti, ricercatori docenti e staff, sarà la prima infrastruttura accademica e di ricerca italiana Net Zero Carbon candidata a raggiungere la certificazione energetico-ambientale GOLD del protocollo internazionale per edifici LEED. Milano Santa Giulia è considerato uno dei più importanti progetti di rigenerazione urbana in Italia, con un’estensione complessiva di 1,1 milioni di metri quadrati a sud di Milano, il cui cuore del progetto è un parco urbano che, per estensione, sarà il terzo più grande della città. Il masterplan dell’area, affidato a Mario Cucinella Architects, prevede la realizzazione del parco accanto a residenze inserite nel verde, un’area retail e un insieme di servizi alla persona, all’insegna del benessere e della sostenibilità ambientale. Lendlease : obiettivo net zero al 2025 Lendlease ha una visione che si è sviluppata nel corso dei suoi 60 anni di storia e che guarda alla sostenibilità in modo reale. «Puntiamo a due obiettivi: abbiamo dichiarato al mercato che saremo net zero al 2025 e di essere absolute zero al 2040», lo ha spiegato nel corso di Rebuild Nadia Boschi, Head of Sustainability Italy & Continental Europe di Lendlease, nonché membro del Board come ESG director di Lendlease Italy SGR. Oltre a questo è amministratore fiduciario della Società internazionale per l’aria interna e il clima nonché ambasciatrice della campagna politica Building Life del World Green Building Council. «Abbiamo scoperto nel nostro percorso, guardando a ciò che produciamo, che le emissioni scope 3 relative ai materiali, costituiscono il 99% del nostro carbon footprint, di cui il 96% deriva dai materiali impiegati nei nostri sviluppi. Per ridurre drasticamente questo impatto, ci stiamo muovendo su più fronti, uno dei quali è l’elettrificazione dei nostri sviluppi, tramite energia da fonti rinnovabili, l’altro è la collaborazione con la nostra supply chain per decarbonizzare i processi produttivi». Sostenibilità a scala urbana: il cambiamento è possibile oltre la “scala edificio” Prima di parlare di costruzioni sostenibili, è bene illustrare il modello di business di Lendlease che si delinea su tre rami: lo sviluppo, le costruzioni (non attiva in Italia) e gestione investimenti». Per quanto riguarda lo sviluppo, si occupa di acquisizioni di terreni per la successiva trasformazione. Quando si parla di costruzioni sostenibili e, soprattutto, di un progetto di sostenibilità urbana, la scala diventa rilevante. «Lendlease, a tale proposito, ha scelto di prendere una posizione chiara in tema di sostenibilità già nel 2005, dotandosi di personale professionale, a livello globale, focalizzato sulla trasformazione industriale», spiega Boschi, sottolineando che tale strategia implica una logica che comprende non solo l’attenzione alla sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica. «Diversi anni fa, da nostri studi di mercato, sono emersi alcuni trend tra cui la l’urbanizzazione e l’incremento dei costi, in termini di emissioni, che ci hanno portato a fare ragionamenti a più ampio respiro. La ragione per cui si è passati da una scala edificio a una decisamente più ampia, è dovuto al fatto che nel tempo ci si è accorti che per raggiungere un vero miglioramento bisognava guardare al di là dell’edificio. Così ci siamo allargati dapprima a un contesto di più edifici fino ad ampliare più lo sguardo, proprio per giustificare un progetto attento all’ambiente anche dal punto di vista commerciale ed economico, a una scala tale che permettesse di renderlo praticabile. Da qui siamo approdati alla scala urbana che per noi funziona perché ci permette anche di avere un’influenza sulle infrastrutture, sulle reti e poi sviluppare partnership pubblico private». L’esempio di MIND Milano Innovation District è un esempio di ciò che significa progettare e costruire a scala di città in modo sostenibile e innovativo. Si tratta di un progetto in partnership pubblico privata e che richiede certi presupposti, tra i quali anche l’accessibilità in termini di trasporti. MIND Nel “bilancio carbon” si vanno a considerare scelte legate all’operatore privato (per esempio la strategia energetica), ma anche scelte di sviluppo concordate con la pubblica amministrazione, come l’accesso al trasporto pubblico, operando perché la rete di trasporti abbia anche una specifica attenzione alla sostenibilità, puntando – se possibile – sull’impiego di bus elettrici o sulla realizzazione di piste ciclabili. Nel caso di MIND, è un progetto frutto di un allineamento tra gli interessi del Comune di Milano, in tema di resilienza, di decarbonizzazione, di attenzione alla sostenibilità ambientale, e quelli di Lendlease. «Da entrambi è emersa una comune sensibilità nel mitigare la crisi climatica in atto ed è importante farlo con gli opportuni interventi. Un esempio, in tale direzione, può essere una pista ciclabile resiliente, pensata per essere sfruttata anche nella stagione più calda, opportunamente ombreggiata per essere fruibile a tutti. Per essere pensata come tale, deve nascere a scala di città, in modo che si innesti opportunamente con il contesto urbano», illustra Boschi. Tra circolarità e decarbonizzazione Il vantaggio di operare “a scala di città” è che si presta a sviluppare una visione capace di aggregare partner industriali con la stessa sensibilità e attitudine mentale. Nel caso sia di MIND sia di Milano Santa Giulia, aver dichiarato al mercato fin dall’inizio l’obiettivo net zero al 2025 ha comportato l’adozione di un sistema di elettrificazione oltre che di un riscaldamento e raffrescamento al 100% da rinnovabili. «Per riuscire nell’intento, abbiamo indetto una gara commerciale per trovare un partner industriale di produzione energetica che volesse sviluppare tecnologia mirata a sostenere sviluppi di questa portata – illustra la manager Lendlease –. Per MIND li abbiamo individuati in E.on e in Enel X». C’è poi l’aspetto di innovazione relativo alle emissioni scope 3, ossia tutte le emissioni indirette di gas serra che si generano nella catena di valore di un’organizzazione. Nel caso specifico di Lendlease è legato ai materiali per le costruzioni. «In questo caso, siamo consapevoli che senza il coinvolgimento della supply chain non sarebbe possibile raggiungere i nostri obiettivi. Dato che nel progetto di Milano Innovation Distric si è introdotto il carbon budget a metro quadrato, ciò richiede che i prodotti sul mercato abbiano determinati requisiti». Per esempio, che siano certificati EPD (Environmental Product Declarations). Si tratta di uno standard utile a definire le prestazioni ambientali dei singoli materiali utilizzati, contando su informazioni, trasparenti e comparabili tra i vari prodotti, sull’impatto che hanno durante l’intero ciclo di vita, dalla fase di produzione, a quella di uso e smaltimento. Significa contare su prodotti che abbiano determinati requisiti, che spingono la filiera ad adottare materiali che contengano una significativa percentuale di riciclato, di attenzione bio-based. Anche in questo caso, la “scala di città” aiuta a conciliare fini ambientali con quelli economici. Un altro aspetto di controllo della circolarità è legato al principio di design for Manufacture and Assembly and Assembly (DfMA), che si traduce nell’adottare una metodologia ingegneristica focalizzata sulla semplificazione della progettazione di un prodotto per migliorare la facilità di produzione e l’efficienza dell’assemblaggio. «Significa, per esempio, contare su un processo industrializzato e mirato alla produzione off-site in cantiere, eliminando o riducendo al minimo gli scarti di produzione. Lendlease si prefigge la riduzione degli scarti in cantiere al 98%, spingendo per il loro riutilizzo pressoché interamente. Per questo intende perseguirla facendo affidamento a ciò che c’è sul mercato, su prodotti in grado di conciliare questo intento, coniugando l’innovazione e il controllo dei costi», specifica ancora Boschi. L’importanza del verde e del legno Quando si parla di real estate si fa fatica a combinarlo con l’idea di verde. Invece, nei progetti che riguardano ampie zone urbane, insieme alla progettazione di costruzioni sostenibili, il concetto di green è imprescindibile. «L’elemento del verde per noi è essenziale perché è caratterizzante la qualità del contesto. Inoltre, definisce l’aspetto qualitativo della città. È prezioso per la qualità di vita, ma anche per garantire maggiore resilienza climatica – rileva l’Head of Sustainability Italy and Continental Europe di Lendlease –. A questo riguardo penso a Milano Santa Giulia, il cui cuore del progetto è un grande parco urbano destinato a essere il terzo, per estensione in città». Anche nel caso di MIND è previsto il Parco Verde Blu, un’area di 340 mila metri quadri, dedicato al rispetto e alla conservazione della biodiversità. «C’è poi la parte di verde “di tipo tecnologico”, come i tetti verdi o le pareti verdi che vanno a incrementare l’accesso al verde, anche predisponendo spazi dove lavorare nel verde». Un altro elemento fondamentale, specie per realizzare costruzioni sostenibili, è l’impiego del legno, materiale antico destinato a essere protagonista a MIND. «L’interesse che abbiamo rivolto al legno è motivato dalle sue caratteristiche premianti: ambientali, innanzitutto, perché ha un’impronta di carbonio molto bassa. Abbiamo deciso di adottarlo anche in progetti di edifici multipiano, quindi è concepito con caratteristiche funzionali a tal fine. Nel progetto del MIND Village, è stato adottato, recuperando le strutture degli ex padiglioni del cluster: Wood Beton ha sviluppato un pannello dedicato, concepito per lo sviluppo multipiano», conclude Boschi. 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