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Sanificare i luoghi e gli spazi pubblici e decontaminare gli impianti di trattamento dell’aria sono attività vitali nella fase 2 dell’emergenza sanitaria. Esistono metodiche e tempistiche differenti in base ad alcune variabili. Ecco cosa fare per garantire la salute e la sicurezza di tutti. Intervista all’Amministratore delegato di Fervo Operazione di sanificazione di un’area esterna di un impianto di logistica Indice degli argomenti: Le sanificazioni di contenimento e di azzeramento. La sanificazione quotidiana e la sanificazione preventiva Decontaminare e sanificare gli impianti Hvac Parla il direttore operativo di Fervo Rocco Ruggiero In questi mesi di emergenza sanitaria ci siamo accorti quanto sia importante la sanificazione degli ambienti e il sicuro funzionamento degli impianti di trattamento dell’aria: temi questi che sono prepotentemente entrati a far parte del dibattito collettivo, sia degli addetti ai lavori sia dell’opinione pubblica più in generale. Da febbraio a oggi tutti quanti noi abbiamo anche preso coscienza delle modalità di trasmissione del virus, sia in forma diretta (attraverso le particelle virali in sospensione nell’aria) che indiretta (attraverso il contatto con superfici contaminate da batteri, virus e spore) e delle relative tecniche di contenimento. Sappiamo anche che la ricerca scientifica riguardo le forme di trasmissione virale indiretta è in continua evoluzione e che, in base alle conoscenze odierne, il virus può rimanere attivo sulle superficie inanimate (vetro, metallo, plastica) per un periodo che può variare da due a nove giorni, in funzione della temperatura ambientale e dell’umidità. Da diversi studi effettuati, è emersa la possibile inattivazione del coronavirus in un tempo di circa un minuto, mediante procedure di disinfezione delle superfici con specifici principi attivi (ad esempio, l’etanolo in concentrazione tra il 62 e il 71%, il perossido di idrogeno allo 0,5%, l’ipoclorito di sodio allo 0,1%). Diventa quindi decisivo, come forma di contenimento della pandemia in atto e per garantire condizioni di sicurezza sanitaria a tutti, la sanificazione degli ambienti chiusi: uffici spazi comuni, sale riunioni, spogliatoi, scuole, negozi, supermercati. Con questo articolo Infobuild vuole fornire alcune indicazioni di carattere generale sulle tecniche di sanificazione e sulla manutenzione e sanificazione degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (Hvac). Le sanificazione di contenimento e di azzeramento Per la sanificazione degli ambienti chiusi occorre valutare l’integrazione di due differenti modalità di intervento: la sanificazione di contenimento quotidiana, per la riduzione del livello di carica batterica, e la sanificazione preventiva di azzeramento della carica batterica. Con la sanificazione quotidiana la presenza di microorganismi non viene del tutto abbattuta, ma ridotta; l’azione di sanificazione preventiva ha lo scopo di abbattere totalmente la presenza di tutti i microrganismi. Si tratta di due tipologie di sanificazione complementari. La sanificazione di contenimento quotidiana Viene svolta giornalmente, associata all’attività di pulizia ordinaria, con prodotti disinfettanti quali perossido o soluzione di acqua e ipoclorito, con lo scopo di mantenere un basso livello di carica batterica. L’intensità dell’intervento, soprattutto su parti di maggior contatto (maniglie, interruttori, pulsantiere degli ascensori…), va calibrata in funzione del numero di utenti presenti nelle aree oggetto di intervento. Secondo le procedure in corso, fino a 100 utenti è indicato un secondo passaggio a metà giornata; da 100 a 500 utenti sono indicati due passaggi giornalieri ogni 3-4 ore: oltre i 500 utenti serve un presidio continuativo giornaliero. La sanificazione preventiva A integrazione della sanificazione quotidiana, va prevista quella preventiva delle superfici e degli oggetti presenti negli ambienti. La frequenza varia in funzione delle possibili fonti di contaminazione presenti nell’ambiente (ad esempio, il numero di utenti che hanno accesso allo spazio: per 100 utenti giornalieri si prevede un intervento di sanificazione mensile). Alcune aziende del settore suggeriscono due tipologie di intervento, secondo gli ambienti da trattare. Per piccole e medie metrature (uffici con presenza di attrezzature elettroniche e arredi) si procede con la gassificazione con perossido. L’operatore, dotato di misuratore laser, misura l’ambiente da trattare calcolando i metri cubi che andranno saturati. A questo punto verranno impostati sul display i metri cubi e il programma di erogazione. In situazioni normali verrà erogato un millilitro per metro cubo di una soluzione al 12% di perossido. La gassificazione con perossido satura l’ambiente, disinfettando gli oggetti e le superfici con cui viene a contatto. Le micro particelle sospese entrano in contatto con il pulviscolo presente nell’aria e lo inglobano in un film disinfettante, che inizia a svolgere la sua attività biocida sedimentandosi al suolo e sulle superfici. Tale modalità di impiego prevede che tutti i sistemi di aspirazione siano spenti e che non siano presenti persone durante il trattamento (l’accesso agli ambienti è consentito solo due ore dopo dall’avvenuto trattamento). Come in tutte le tecniche e metodologie, esistono i pro e i contro. Il sistema non lascia alcun residuo di umidità ed è perciò particolarmente indicato per uffici dove sono presenti attrezzature elettroniche e arredi che potrebbero essere intaccate dall’umidità. L’intervento è rapido, in quanto si possono sanificare fino a mille metri cubi l’ora. Per contro, non è indicato negli ambienti di grandi dimensioni, in quanto non è garantita la saturazione. Per spazi di grandi dimensioni, ad esempio i magazzini delle logistiche e le aree esterne perimetrali, occorre procedere con una nebulizzazione aerosol Ulv (Ultra Low Volume). Si tratta di un’attrezzatura che incorpora un elettroventilatore di grande potenza in grado di micronizzare, attraverso i suoi speciali ugelli, la soluzione posta nel serbatoio sino a una distanza di 6-7 metri di liquido disinfettante. In questo caso la nebbia che verrà diffusa sarà più spessa e le micro particelle di liquido lasceranno un sottile strato di disinfettante su tutte le superfici. Negli ambienti sottoposti a trattamento non ci devono essere persone (il personale che effettua tali interventi deve essere formato e dotato di sistemi di protezione idonei). Per accedere ai locali trattati occorre attendere un paio d’ore. Si tratta di un intervento rapido da realizzare che consente di trattare ampie superfici, anche esterne. Per contro, è possibile che rimangano dei residui di umidità sulle superfici, che la diluizione eseguita dall’operatore non risulti sempre perfetta e, infine, che l’impostazione dell’erogazione degli ugelli, stabilita dall’operatore, sia difettosa per un errore umano. Decontaminare e sanificare gli impianti Hvac Per fronteggiare l’emergenza epidemiologica giocano un ruolo fondamentale la verifica e il ripristino delle condizioni igieniche dell’unità di trattamento dell’aria e di disinfezione di tutte le sue superfici interne. Questa la procedura da seguire. Dopo aver verificato che l’interruzione dell’impianto non comporti problemi agli utenti, l’Uta, l’unità di trattamento dell’aria viene isolata dall’impianto aeraulico con la chiusura delle serrande delle condotte di mandata, ripresa ed espulsione. Il lavoro inizia con gli interventi di pulizia e sanificazione dei filtri, della zona ventola (con particolare attenzione ai contatti elettrici e al motore), delle batterie di scambio e della sezione di umidificazione. Quest’ultima viene trattata con guaina acrilica impermeabilizzante per inibire la formazione di batteri, muffe e funghi. A conclusione delle operazioni di sanificazione, tutte le superfici interne dell’unità di trattamento dell’aria vengono irrorate con una soluzione disinfettante. La decontaminazione e la sanificazione dei canali dell’impianto aeraulico ha inizio con la video ispezione ante opera, effettuata con mezzi robotizzati con lo scopo di verificare lo stato interno dei canali da sottoporre a pulizia. Attraverso aperture già esistenti sui canali (o praticate al momento) sarà introdotto un veicolo a quattro ruote motrici, munito di videocamera e sistema di illuminazione, che verrà azionato elettricamente con comandi a distanza. La video ispezione ante opera offre importanti indicazioni sulla tipologia del canale, l’eventuale presenza di coibentanti interni, la quantità e la tipologia dello sporco presente, evidenziando eventuali danneggiamenti e anomalie. È utile inoltre per verificare la tipologia delle polveri presenti, così da effettuare l’eventuale campionatura per le analisi qualitativa e quantitativa. Le informazioni raccolte saranno utili per pianificare le successive fasi di pulizia. Per la decontaminazione dei canali occorre iniziare le attività a partire dalle zone più vicine all’unità di trattamento dell’aria. per terminare con quelle in coda. Questo per evitare che la polvere delle zone sporche si possa riversare in quelle pulite all’accensione degli impianti. L’operazione si compone delle seguenti fasi: chiusura del canale a monte e a valle del tratto da sottoporre a pulizia con dei palloni gonfiabili per un tratto di circa 30-40 metri; chiusura di tutte le bocchette e degli anemostati; installazione di un aspiratore, completo di filtro, per mettere in depressione il canale ed estrarre velocemente le polveri e i detriti rimossi dai mezzi d’opera; pulizia del canale, attraverso le aperture esistenti o quelle praticate al momento. I robot utilizzati per le operazioni di pulizia hanno forma e dimensioni diverse secondo tipologia e dimensione del canale. La pulizia avviene mediante la spazzolatura dell’intera superficie interna. Nei canali più piccoli (sotto i 45 centimetri di lato) vengono utilizzate delle spazzole rotanti collegate a un cavo flessibile la cui trazione è assicurata da un motore esterno. Tutti i mezzi sono dotati di videocamera per la visione e la registrazione dei lavori. Terminate le attività su un tratto dell’impianto si procede alla video ispezione post opera, alla riapertura delle bocchette e degli anemostati e alla rimozione dei palloni gonfiabili, alla chiusura delle aperture praticate sul canale con dei lamierini rivettati e sigillati con silicone. Terminate le operazioni, si procede con la sezione successiva e con le medesime modalità fino al termine dello sviluppo del canale. Contestualmente alle operazioni di pulizia si eseguirà la sanificazione, verificata e registrata con le telecamere poste sui mezzi d’opera. Il procedimento di sanificazione avviene per irrorazione di una miscela d’acqua e sanificante direttamente sulle superfici interne dei canali. L’operazione si effettua con un’apposita attrezzatura costituita da pompa dosatrice e di pressurizzazione e tubo flessibile; un ugello irroratore provvede a tale funzione. Il tubo flessibile e l’irroratore vengono poi posizionati all’interno dei canali con il robot polifunzionale o con una frusta flessibile per un tratto di 1520 metri. La pellicola bioprotettiva disinfetta la superficie proteggendola dallo sviluppo di cariche batteriche e micotiche. Queste attività, da effettuare con una periodicità che dipende dallo storico delle ispezioni tecniche effettuate sullo stato igienico dell’impianto, giocano un ruolo fondamentale per il contenimento della diffusione del virus a tutela della salute dei lavoratori, dei fornitori e degli utenti. Parla l’Amministratore delegato di Fervo Fervo è un Gruppo di Facility ed energy management con sede a Nova Milanese. Abbiamo chiesto un parere sul tema della sanificazione all’Amministratore delegato, Rocco Ruggiero. «Con la sanificazione quotidiana la presenza di microorganismi non viene del tutto abbattuta, ma ridotta. L’azione di sanificazione preventiva ha proprio lo scopo di abbattere totalmente la presenza di tutti i micro organismi. La maggior parte delle attività di sanificazione si stanno orientando verso superfici e oggetti, ma non bisogna dimenticare che la diffusione del virus avviene attraverso particelle in sospensione nell’aria. Diventa quindi fondamentale occuparsi anche della qualità dell’aria che le persone respirano all’interno degli ambienti». Fervo è la holding di aziende italiane specializzate in servizi di Facility management ed energy management. Al Gruppo fanno riferimento quattro società: Fsi (servizi di general contracting e facility management); Eco2Zone (servizi di sostenibilità ambientale ed energy management); Reclan (servizi di pulizie, reception e portierato); Vme (realizzazione e manutenzione di aree verdi, opere edili e di urbanizzazione). Il Gruppo opera in Italia e all’estero con uffici, oltre alla sede di Nova Milanese, a Roma, Verona, Bologna e Dublino. Nel gruppo lavorano 500 dipendenti; il fatturato del 2019 è di 35milioni di euro. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento