Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti Toggle La situazione dell’economia mondialeIl protagonismo delle costruzioni“Giù da un treno, su di un altro”Finita l’euforia, c’è incertezza Un documento ricco di numeri e considerazioni quello presentato martedì scorso dal direttore del Cresme di Roma, Lorenzo Bellicini, in occasione della XXXIV edizione del Rapporto congiunturale e previsionale delle costruzioni, quest’anno dedicato al “Mercato delle costruzioni 2023-2026”. La lunga relazione del direttore del Cresme si è sviluppata attorno ai principali temi dell’economia mondiale e nazionale, per giungere poi a tratteggiare il profilo attuale e futuro delle costruzioni in Italia. Bellicini ha suddiviso la sua relazione in tre parti: la prima incentrata a definire il contesto economico internazionale in cui il settore delle costruzioni è inserito; la seconda dedicata a ricostruire quanto accaduto nel periodo 2019-2022, tenuto conto che il 2021 e il 2022 sono stati anni di forte crescita del settore; la terza dedicata alla costruzione di scenari nel periodo 2023-2026. La situazione dell’economia mondiale “Rispetto a solo un anno fa – ha attaccato il direttore del Cresme – a livello globale assistiamo a una fase economica profondamente diversa da quella precedente. Un anno fa l’inflazione era ai livelli minimi, oggi è il tema dominante delle politiche economiche internazionali. Siamo, e lo saremo anche nei prossimi anni, in una fase caratterizzata da inflazione, tassi di interesse e costo del danaro alti. Siamo passati dal rischio di stagflazione e recessione di qualche tempo fa a una fase caratterizzata da valori molto alti di inflazione”. Alle incertezze, per fortuna superate, della pandemia e del post-pandemia, si sono aggiunte quelle dovute allo scoppio della guerra in Ucraina e alla competizione economica sempre più accesa tra Cina e Stati Uniti. In questo contesto non devono meravigliare i dati economici della quasi totalità dei Paesi, che fanno registrare valori di crescita del Pil tra i più bassi di questo inizio di secolo. Siamo in presenza di un rallentamento delle economie mondiali, una tendenza confermata anche dai recenti dati diffusi dal Fondo monetario internazionale. “In questo nuovo contesto – ha proseguito Bellicini – l’Italia ha mostrato un comportamento differente rispetto a quello fatto registrare dall’inizio dell’anno Duemila. A differenza di altri Paesi, il nostro ha avuto performance migliori delle attese”. Previsioni di crescita del Pil nazionale 2022-2023 (elaborazione Cresme su fonti varie); a destra, Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme durante la presentazione del XXXIV Rapporto congiunturale In questo quadro generale, nei singoli Stati, il mercato delle costruzioni ha perso la capacità di traino del prodotto interno lordo. “Vi è stata in particolare una contrazione del comparto residenziale, dovuta alla crescita contenuta fatta registrare dall’economia cinese e da quelle di Stati Uniti ed Europa. A trainare il comparto delle costruzioni sono state proprio le opere pubbliche e di ingegneria civile”. Investimenti in edilizia residenziale 1982-2026 (fonte, Cresme/SI) Il protagonismo delle costruzioni “Alla luce dei dati macro economici – ha aggiunto il direttore – possiamo dire che in questi anni l’Italia ha operato bene dal punto di vista degli indicatori economici: i nostri sono dati migliori rispetto a quelli fatti registrare da altri Paesi europei. In questo contesto favorevole, è stato il settore delle costruzioni a essere protagonista della crescita del Paese sia nel 2021 che nel 2022”. I fattori del boom delle costruzioni 2021-2022 (fonte Cresme) Per l’anno in corso Cresme prevede un leggero calo della produzione del comparto delle costruzioni, in cui stanno rallentando i lavori di riqualificazione. Un effetto dovuto anche all’onda alta dei due anni precedenti. “Giù da un treno, su di un altro” È questa la metafora utilizzata dal direttore del Cresme per indicare che, concluso il ciclo degli incentivi (Superbonus, sismabonus, bonus facciate …), si apre una nuova fase di sviluppo rappresentata dall’attuazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che devono essere realizzati in tempi stretti. La nuova fase di mercato 2022-2023 (fonte, Cresme) Ma il Pnrr non racconta tutta la vitalità del settore. “Le opere pubbliche – afferma Bellicini – non sono solo Piano nazionale di ripresa e resilienza. E questo è forse il dato più interessante e caratterizzante del Rapporto congiunturale di quest’anno. Il mercato delle opere pubbliche è cambiato anche senza il Pnrr. Basti osservare i dati del triennio 2019-2021: in questi tre anni sono stati messi a gara, in media, qualcosa come 40 miliardi di euro all’anno. E nel 2019 e anche nel 2020 di Piano nazionale ancora non se ne parlava. Solo nel 2021 il Pnrr ha fatto sentire i suoi effetti, in particolare su appalti di opere ferroviarie. Quello che abbiamo di fronte, con il consistente ammontare delle risorse, è un quadro di modernizzazione del Paese, che riguarda la rete ferroviaria, quella stradale, gli aeroporti, i porti, i nodi di connessione, lavori che sono maturati proprio in quegli anni. L’onda delle opere pubbliche ha iniziato a muoversi e avrà tempi realizzativi differenti da Pnrr. Di queste tendenze il mondo delle costruzioni dovrà tenerne conto”. I fondi del PNRR e del React-Eu (fonte, Cresme) La presentazione dei dati del XXXIV Rapporto congiunturale si è poi soffermata ad analizzare l’andamento del settore negli anni 2019, 2020, 2021 e 2022 (vedi le immagini pubblicate in questo articolo; nda). Finita l’euforia, c’è incertezza Secondo i dati del Cresme, per le costruzioni il 2023, anno contraddistinto da un quadro internazionale incerto (guerra, inflazione, politiche finanziarie restrittive, alto costo del denaro, freno ai mutui e alle compravendite), sarà un anno di difficoltà in cui la crescita si contrarrà e in cui lo scenario di riferimento sarà completamente differente da quello da poco lasciato. “Cambia lo scenario. Ieri la competizione si svolgeva in un quadro all’interno del quale tutti vincevano, oggi non è più così – ha concluso Bellicini -. Per cui oggi si riaffacciano temi come la competitività, la qualità, la produttività, la digitalizzazione che per qualche anno sono stati messi da parte. In tutto ciò lo scenario dominante anche dei prossimi anni sarà quello delle opere pubbliche. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è importante, ma il mondo delle opere pubbliche è ben altra cosa”. Importo dei bandi gara 2002-2023. Nella colonna del 2021, in rosso, l’apporto dei bandi del Pnrr (fonte, Cresme Europa Servizi) Importo aggiudicazioni 2002-2023. Nella colonna del 2021, in rosso, l’apporto dei bandi del Pnrr (fonte, Cresme Europa Servizi) Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento