Design sostenibile: creare un prodotto ecologico è una questione culturale

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Le scelte del designer sono cruciali sull’impatto ambientale di un prodotto. Ma attuare i principi di sostenibilità è anche una responsabilità di tutti, sottolinea l’architetto e designer Paolo Bartoli

Design sostenibile: creare un prodotto ecologico è una questione culturale

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Oggi si parla sempre più spesso di design sostenibile in quanto il design oggi è impegnato nel processo mirato a contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’uomo. Parte integrante di questo percorso è il designer, il progettista che è chiamato sempre più spesso a compiere scelte che sappiano conciliare la sostenibilità, ambientale certamente ma anche economica e sociale. Accanto a questo, entrano in gioco la scelta di determinati materiali che sappiano essere quanto più eco-sostenibili seguendo anche logiche di economia circolare.

Paolo Bartoli, architetto e designer, co-fondatore dello studio Bartoli Design

Come il designer interpreta e traduce tutto questo? «Oggi sappiamo che l’80% circa dell’impatto ambientale dei prodotti dipende da scelte fatte in sede di progettazione. Il designer ha quindi una responsabilità notevole sull’impatto ambientale dei prodotti», risponde Paolo Bartoli, architetto e designer, co-fondatore dello studio Bartoli Design da cui sono nati oggetti di design premiati anche col Compasso d’Oro.

Architetto Bartoli, si può parlare oggi di design sostenibile?

Il design può essere sostenibile, anzi, deve esserlo perché l’aspetto della sostenibilità è uno degli elementi integranti del processo di progettazione.

Negli anni c’è stata una notevole evoluzione nella progettazione sostenibile ed oggi si ragiona da subito sull’impatto ambientale, oltre che economico e sociale, dei prodotti. Tant’è che oggi si parla di Life Cycle Design ovvero la progettazione che tenga conto del ciclo di vita dell’oggetto, contemplando tutti gli aspetti che vanno dall’approvvigionamento delle materie prime fino al fine vita ed al suo riciclo o recupero energetico.

Oltre alle responsabilità del progettista, cruciale è il ruolo dell’imprenditore. Come si può fargli comprendere l’importanza del design sostenibile?

La sostenibilità è fondamentalmente un problema culturale: del progettista, certamente, ma anche dell’imprenditore, del consumatore e governativo (in termini decisionali e normativi). Ognuno ha una precisa responsabilità nell’accettare ed adottare un approccio sostenibile: il progettista sviluppa idee e le traduce in prodotti considerando l’aspetto ambientale; l’imprenditore deve abbracciare queste idee e tradurle in un prodotto fisico; il consumatore deve voler accettare questo approccio ed i prodotti conseguenti, in questo senso lo stile di vita del consumatore è fondamentale per il successo dei processi di sostenibilità. Infine, il governo deve normare e regolare l’attività di impresa e commerciale per guidarle in un processo virtuoso.

A proposito di materiali: come vanno pensati per essere a ridotto impatto ambientale?

All’interno del processo progettuale, privilegio la scelta di materie prime naturali derivate da risorse rinnovabili. Tuttavia la sola scelta dei materiali in funzione delle prestazioni ambientali non è sufficiente perché dobbiamo considerarne molte altre quali funzionalità, durabilità, aspetti estetici, caratteristiche strutturali, costo e molte altre.

Non tutte queste prestazioni sono raggiungibili con i materiali naturali: ad esempio ancora oggi i materiali plastici hanno caratteristiche tali da essere decisamente competitive. L’obiettivo è quindi scegliere adeguatamente i materiali per le loro prestazioni, evitando da subito elementi tossici o comunque non confacenti per l’uomo, in quanto il benessere dell’uomo è la prima finalità per cui si progetta un oggetto di design.

Di certo, nel processo produttivo, la scelta dei materiali viene fatta considerando che i prodotti siano funzionali, realizzati ad un prezzo equo, accettabili dal consumatore, in un mix in cui ogni aspetto contribuisce. Certamente il ridotto impatto ambientale è adeguatamente considerato e lo sarà sempre di più.

Quale approccio deve adottare il progettista nel concepire il design di prodotto?

Ci sono due tipi di approcci che il designer deve conciliare ed integrare, parlando di sostenibilità: strategico e analitico.

Il primo è di tipo qualitativo e riguarda scelte di strategie da adottare per rendere quanto più sostenibile il prodotto. In questo senso, si considera innanzitutto la riduzione dei consumi, proponendo in alcuni casi di usufruire di un servizio piuttosto che acquistare il prodotto fisico. Un caso di riferimento è un’importante azienda americana, produttrice di rivestimenti per pavimenti, che invece di vendere moquettes, fornisce un servizio di fornitura, manutenzione e ritiro a fine vita dei prodotti di rivestimento.

L’approccio analitico invece è quantitativo e si riferisce alla progettazione del ciclo di vita del prodotto ed alla valutazione del suo impatto ambientale (l’analisi LCA – Life Cycle Assessment) dove si va ad analizzare ogni fase di vita, dalla scelta dei materiali alla dismissione.

L’approccio circolare deve essere parte integrante del design?

Di economia circolare si è cominciato a parlare in anni recenti. È un approccio soprattutto a livello imprenditoriale, in cui la progettazione è certamente integrata. Oggi inizia a non avere più senso parlare di ciclo di vita lineare (produzione, consumo e dismissione) perché ci si è resi conto della assoluta necessità di cambiare un paradigma che impoverisce di risorse il pianeta in cui viviamo, e della necessità di riusare, di riciclare quanto si realizza.

Ciò che si considera uno scarto può diventare materia prima di un nuovo ciclo produttivo. Da qui nasce l’opportunità di integrare i principi dell’economia circolare in modo da riuscire a combinare comparti produttivi diversi che trovino nello scarto di un ciclo una risorsa per un altro. Ed è un fattore importante perché in questo modo si attuano anche economie di scala.


Paolo Bartoli, chi è

Achitetto e designer, ha insegnato come professore incaricato di Disegno Industriale alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano dove attualmente è docente nel Master internazionale in Furniture Design. Nel 2007 è il fondatore, insieme al padre Carlo ed alla sorella Anna, dello studio associato Bartoli Design, all’interno del quale si occupa di design, architettura, art direction e comunicazione visiva. Con Bartoli Design sviluppa numerosi prodotti per la casa, il settore contract e l’ufficio, collaborando con aziende italiane ed internazionali. Bartoli Design ha ricevuto svariati premi, tra cui il Compasso d’Oro, il Good Design Award ed il Red Dot Award.

 

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