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Indice degli argomenti: Cos’è la diagnosi energetica degli edifici: la normativa Quando e per chi è obbligatoria Come si effettua la diagnosi energetica Linee guida per la diagnosi energetica degli edifici pubblici Non si può parlare di efficientamento energetico, rinnovabili e isolamento termico senza citare la diagnosi energetica (o audit energetico). Questa è una procedura finalizzata a comprenderne l’efficienza energetica e i consumi di un immobile e a individuare punti deboli e le tipologie di intervento necessarie a migliorare la qualità dell’immobile e ridurre i consumi. La normativa in vigore è complessa, prevede regole e obblighi differenziati in base al tipo di edificio, se pubblico o privato. In alcuni casi si tratta di una diagnosi caldamente consigliata, in altri di un vero e proprio obbligo. Ecco una panoramica su come funziona e cos’è, chi deve attuarla e quando. Cos’è la diagnosi energetica degli edifici: la normativa Con diagnosi energetica si intende la serie di procedure volte a valutare l’impatto di un edificio in termini di energia, evidenziare i punti deboli e gli interventi utili a renderlo più efficiente. Una procedura che negli ultimi anni ha preso sempre più piede, per via dei numerosi incentivi per i lavori di manutenzione e ristrutturazione degli immobili e per la necessità di trovare soluzioni contro il caro bollette. Con questo audit è possibile quantificare l’energia consumata per riscaldare e rinfrescare gli ambienti, i consumi relativi all’illuminazione e il costo degli elettrodomestici. La normativa di riferimento è il Dlgs 141/2016 che, all’articolo 2 lettera b definisce a diagnosi energetica: “Procedura sistematica finalizzata ad ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di un’attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi‐benefici e a riferire in merito ai risultati”. Vista l’importanza e la delicatezza dell’audit, possono condurre la diagnosi energetica soltanto professionisti autorizzati, esperti nella gestione dell’energia e dotati della certificazione UNI CEI EN 16247. Ma quali sono, in sintesi, gli obiettivi di questa particolare diagnosi e perché è così utile? Li abbiamo elencati: individuare gli interventi migliorativi per l’edificio e classificarli in ordine di priorità ridurre gli sprechi e i consumi migliorare le condizioni di comfort ottimizzare i costi/benefici così da definire gli interventi economicamente più vantaggiosi Quando e per chi è obbligatoria In alcuni casi l’audit finalizzato a valutare lo status energetico di un edificio è caldamente consigliato, in altri, invece, è obbligatorio. I casi in cui si deve procedere obbligatoriamente sono tassativamente elencati nel D.Lgs. n. 102/2014 “Misure per la promozione e il miglioramento dell’efficienza energetica che concorrono al conseguimento dell’obiettivo nazionale di risparmio energetico”: per le imprese con più di 250 occupati e fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro per le imprese a forte consumo di energia, elettrica o di diversa fonte, indicate all’art. 2 del D.M. 5/4/2013 per gli edifici pubblici o ad uso pubblico. In questo caso specifico la diagnosi è obbligatoria soltanto se sono previsti interventi di ristrutturazione degli impianti o edilizie su almeno il 15% della superficie esterna. Le grandi imprese, quelle energivore e le aziende con fatturato superiore a 50 milioni di euro e/o un bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro hanno l’obbligo di eseguire una diagnosi energetica ogni 4 anni inviando all’Enea i dati. Per quanto riguarda gli edifici ad uso residenziale, la diagnosi energetica è obbligatoria in caso di “ristrutturazione o nuova installazione di impianti termici di potenza termica nominale del generatore maggiore di 100 kW, ivi compreso il distacco dall’impianto centralizzato[…]”. Per sintetizzare, gli interventi che rendono necessario l’audit sono: installazione di impianti centralizzati con caldaia a condensazione con contabilizzazione e termoregolazione del calore installazione di pompe di calore elettriche o a gas con contabilizzazione e termoregolazione del calore per singola unità abitativa; integrazione degli impianti esistenti con il sistema fotovoltaico installazione di impianti centralizzati di cogenerazione stazioni di teleriscaldamento collegate ad una rete efficiente Come si effettua la diagnosi energetica Per eseguire la diagnosi energetica e valutare quanti e quali interventi sono necessari su un certo edificio, è necessario rivolgersi a professionisti competenti e autorizzati dalla legge. In particolare spetta al Ministero dello Sviluppo Economico individuare l’elenco degli autorizzati, gli obblighi, i tempi e le sanzioni. Sono coinvolti, a diverso titolo, nel processo di diagnosi il proprietario dell’immobile, gli inquilini, il gestore degli impianti, il personale della sicurezza e il direttore dei lavori; ma la figura più importante è il referente per la diagnosi energetica, cioè il tecnico dotato di specifiche competenze che assume la responsabilità dell’operazione. Egli può essere una società, un ente pubblico o un libero professionista, purché risulti iscritto all’Albo. Fanno eccezione i soggetti incaricati delle diagnosi obbligatorie, basta che abbiano un certificato ESCO (UNI CEI 11352) o EGE (UNI CEI 11339). Le fasi dell’audit seguono le regole previste da due normative tecniche fondamentali, la CEI UNI TR 11428 del 2011 sulla gestione e diagnosi energetica e la CEI UNI EN 16247 del 2015 per la gestione energetica degli edifici. EC720 di Edilclima è il programma che, usato in abbinamento ad EC700 ed in conformità alla normativa vigente, permette di svolgere i passaggi necessari per la diagnosi energetica e la valutazione economica degli interventi di risparmio energetico. Gli step necessari ad eseguire l’audit sono 4: la raccolta dei dati relativi alle bollette, necessaria a prendere visione dei consumi effettivi di elettricità e combustibili la consulenza energetica, fondamentale per avere un quadro completo della situazione e svolgere un sopralluogo tecnico sulle condizioni dell’involucro dell’edificio, le tubazioni, gli impianti il calcolo del fabbisogno energetico dell’edificio, operazione in cui incide la tipologia di architettura, la grandezza dell’edificio, la zone geografiche e altri fattori la definizione degli interventi da eseguire per diminuire gli sprechi energetici, ad esempio modificare i contratti di fornitura e pianificare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria periodici Linee guida per la diagnosi energetica degli edifici pubblici Investire nell’efficienza energetica degli edifici è fondamentale anche in ambito pubblico. La diagnosi energetica in alcuni casi è obbligatoria anche su edifici pubblici o ad uso pubblico con lo stesso obiettivo: diminuire gli sprechi, ridurre il costo delle bollette e promuovere le fonti di energia rinnovabile. I casi in cui è prevista l’obbligatorietà sono stabiliti all’interno del D.Lgs 115/2008, ovvero per interventi di ristrutturazione degli impianti termici o di ristrutturazioni edilizie che interessano almeno il 15% della superficie esterna. Inoltre il decreto CAM, Criteri Ambientali Minimi, prevede l’obbligatorietà della diagnosi per tutti i progetti di ristrutturazione di primo e secondo livello eseguiti su edifici pubblici con superficie uguale o superiore a 2500 mq. In linea di massima, per eseguire l’audit ci si può rivolgere ad un professionista abilitato iscritto all’Albo professionale, soltanto nei casi tassativamente previsti dal decreto CAM è richiesto l’intervento di soggetti con certificazione ESCo o EGE. Le amministrazione pubbliche possono fare riferimento al Conto Termico 2.0 che consente di finanziare l’operazione di diagnosi e di efficientamento energetico. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento