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Nella vita di tutti i giorni siamo abituati, all’interno delle nostre case, a compiere una quantità innumerevole di azioni in modo automatico: aprire la porta, chiudere la finestra, spegnere la luce o cambiare canale alla tv, sono gesti così naturali da poter essere svolti senza nemmeno pensarci. Per le persone con disabilità anche queste semplici azioni possono diventare estremamente complesse, fino a rendere necessario l’aiuto di familiari o infermieri. Oggi la tecnologia domotica offre valide soluzioni per migliorare la qualità di vita dei disabili, svolgendo un ruolo sempre più importante nel rendere intelligenti apparecchiature, impianti e sistemi per persone che, a causa di malattie neurodegenerative o traumatiche, non hanno più il controllo volontario dei propri muscoli. BTicino nel 2004 ha avviato una stretta collaborazione con il Centro Protesi INAIL, partecipando direttamente ad alcuni progetti di ricerca della struttura. Abbiamo incontrato l’Ing. Angelo Davalli, responsabile formazione e responsabile progetti ausili tecnologici del Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio (BO), per affrontare insieme il tema del valore della domotica per il diversamente abile: “Considerare la persona disabile come elemento attivo all’interno di una struttura immobiliare è il presupposto fondamentale per avviarsi alla progettazione di una casa domotica. Per una persona con disabilità le apparecchiature tecnologiche non hanno senso se isolate dal contesto della casa: la domotica e gli ausili devono essere compatibili ed integrarsi all’ambiente in cui vive il disabile. Disporre di un sistema unico che possa comprendere tutte le funzioni di comunicazione ed autonomia di cui la persona necessita è il vero obiettivo della domotica. E’ con questi presupposti che è nata la nostra collaborazione con BTicino, nella consapevolezza che la scelta della tecnologia più corretta richiede valutazioni approfondite da parte di persone competenti in tema di disabilità e l’aiuto di esperti dal punto di vista tecnico. Quando ci rechiamo per un sopralluogo nella casa di una persona disabile, la prima valutazione riguarda il “livello tecnologico sopportabile del paziente” e dell’ambiente in cui vive, questa fase di analisi consente di proporre le soluzioni più idonee e questo perché non sempre l’ausilio tecnologicamente più avanzato è quello che soddisfa al meglio le necessità della persona. Le strutture con cui l’utente entra in contatto devono poter interagire e permettere un grado di autonomia alla persona disabile: l’ambiente e le tecnologie adottate dovranno quindi essere personalizzate sulla base delle esigenze dell’utilizzatore ed eventualmente dei suoi familiari. Questa è un po’ la filosofia del nostro lavoro e del progetto che stiamo portando avanti da ormai 10 anni con BTicino, che grazie all’innovativo sistema MyHome, può garantirci il supporto e la flessibilità necessaria affinché la domotica possa diventare, per i nostri pazienti, il mezzo per una vita migliore e il più possibile indipendente”. Come può essere applicata la domotica in base ai diversi gradi di disabilità nei pazienti? “Paradossalmente un disabile “non grave” ha bisogno di un sistema di automazione molto più elevato rispetto ad un disabile grave. La massima applicazione della domotica infatti si ha nei casi di disabilità media. I disabili più gravi hanno un’esigenza di domotica e di automazione inferiore, poiché sono sempre assistiti da care giver o familiari anche se non bisogna trascurare che piccole azioni svolte in autonomia sono molto importanti; in questi casi comunque un sistema ben progettato può essere di grande aiuto alla famiglia ed assistenti e questo migliora sicuramente la qualità della vita delle persone.” Quali sono i progetti futuri di collaborazione con BTicino? “I vantaggi apportati dalla collaborazione con i tecnici BTicino hanno avuto grande impatto sulla vita dei nostri pazienti. L’obiettivo per noi è quello di avere a disposizione un referente tecnico che, sempre più, possa operare su due livelli: a supporto della progettazione degli impianti in casi specifici e intervenendo a priori sulla progettazione, non solo per suggerimenti e consigli tecnici, ma per creare insieme prodotti ad hoc, che siano veramente a misura del paziente, progettati per ogni singolo caso. Con BTicino stiamo lavorando ad altri progetti di ricerca che intersecano la domotica ad ausili tecnologici all’avanguardia: la porta verso questo mondo, tutto da esplorare, è ancora molto più che aperta”. Puntatore oculare. L’eye tracking analizza, attraverso una telecamera digitale, il movimento dell’occhio e la posizione della pupilla. L’occhio viene “illuminato” da un emettitore di luce infrarossa. Il riflesso luminoso che si crea viene elaborato da un software che ne ricava la posizione dello sguardo rispetto ad un oggetto o sul display del computer. Braccio robotico iARM con supporto. Il dispositivo, ancorato direttamente alla carrozzina, viene utilizzato da pazienti con gravi disabilità degli arti superiori, nelle attività di tutti i giorni. Simulatore di controllo domotico realizzato da BTicino, in primo piano si vede il webserver della piattaforma, che permette di integrare prodotti e sistemi di aziende terze. 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