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Gli edifici storici vincolati hanno diritto alle detrazioni fiscali per la conservazione, ristrutturazione e riqualificazione energetica. Ecco come funziona. Indice degli argomenti: Centro storico o edificio vincolato per interesse storico? Le agevolazioni fiscali per i beni vincolati Il Superbonus 110% sui beni vincolati Bonus restauro edifici storici: 50% sulle spese sostenute nel 2022 Il tema dei bonus e delle detrazioni fiscali è di grande attualità e questi meccanismi incentivano sempre di più i lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici. Anche se di interesse storico. Ma prima di tutto, per mettere a fuoco il tema, è bene sottolineare che per parlare di edifici storici va fatta una distinzione tra centro storico ed edificio vincolato, in quanto non necessariamente queste due definizioni si sovrappongono. Centro storico o edificio vincolato per interesse storico? Quando si parla di “centro storico” si fa riferimento alla zona A di un centro urbano, che racchiude un agglomerato omogeneo con carattere storico, artistico o di pregio ambientale, secondo quanto definito dal D.M. 1444/1968. Ma attenzione, perché gli edifici che si trovano in zona A non sono automaticamente vincolati dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, a meno che vi sia uno specifico provvedimento che ne determina il vincolo. Il citato D.Lgs 42/2004 (Codice dei Beni Culturali) definisce bene culturale cose immobili e mobili, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, anche se di proprietà privata. La dichiarazione di interesse culturale emessa dalla Soprintendenza di competenza, deve essere notificata al proprietario e adeguatamente motivata. Un bene vincolato può essere normalmente abitato, ma è necessario rispettare alcuni limiti, in quanto non è possibile demolirlo, modificarlo o restaurarlo senza l’autorizzazione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Chiaramente, questo apre tutta una serie di quesiti su come e a che condizioni è possibile intervenire su questi edifici considerando che il proprietario è comunque responsabile della loro corretta conservazione. Per verificare la presenza di un vincolo è possibile verificare o un atto di rogito relativo all’edificio (se presente) o ricorrere al portale Vincoli in Rete sviluppato dal Ministero, su cui è possibile cercare gli immobili. In ogni caso, si può anche inoltrare una richiesta direttamente alla Soprintendenza di competenza. Le agevolazioni fiscali per i beni vincolati I proprietari degli immobili vincolati hanno diritto ad una detrazione fiscale del 19% per le spese sostenute per opere di manutenzione, protezione e restauro. Questa misura agevola la corretta conservazione di questi beni, che è appunto richiesta a tutti i proprietari. Per beneficiare della detrazione è necessario presentare una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà al Ministero dei beni culturali, in cui si identifica l’immobile e in cui si inseriscono sia gli estremi del decreto di tutela, che delle autorizzazioni della Soprintendenza ad eseguire i lavori per cui si chiede la detrazione. Questa detrazione, è cumulabile con il Bonus Casa 50%, anche se nel caso di contemporaneità la detrazione immobili vincolati passa al 9,5%. Tra gli interventi ammessi c’è anche il restauro di affreschi e finiture, che spesso interessa questa tipologia di edifici. Non è possibile cumulare la detrazione con l’Ecobonus invece, mentre la cumulabilità è nuovamente ammessa con il Superbonus, con le stesse regole del Bonus Casa che prevedono la riduzione della detrazione immobili vincolati. In ogni caso, se si eseguono interventi di isolamento, sostituzione degli infissi e degli impianti di climatizzazione, installazione di impianti solari o di schermature, si beneficerà solo dell’Ecobonus dal 50% al 65%, o anche più negli edifici condominiali. Se, invece, si esegue una ristrutturazione o un restauro conservativo si godrà della detrazione al 50%+9,5% fino a 96.000 euro di spese e del 19% su quelle che superano il limite del Bonus Casa. Il Superbonus 110% sui beni vincolati Il Superbonus 110% è un’occasione interessante per chi vuole avviare lavori di riqualificazione energetica sulla propria abitazione. I requisiti proposti con il Decreto Rilancio, però, potrebbero far sembrare complicato l’accesso agli edifici vincolati. Basti pensare alla difficoltà di attuare alcuni interventi trainanti, necessari per l’accesso al bonus, come la posa del cappotto termico. Per questo motivo, si è previsto di concedere la detrazione anche per i soli interventi trainati, se in presenza di uno dei vincoli previsti dal D.Lgs. 42/2004. Rimane, però, l’obbligo di soddisfare altri requisiti, come il salto di due classi energetiche. Tra gli interventi che potrebbero interessare ci sono sicuramente la sostituzione dell’impianto di riscaldamento con una nuova caldaia a condensazione o una pompa di calore, l’installazione di sistemi di controllo da remoto di impianti per la produzione di energia solare, la sostituzione degli infissi o la posa di un cappotto interno, se possibile. Questi interventi possono essere tra loro combinati come ritenuto più opportuno, sempre con l’obiettivo di ottenere il miglior risultato in termini di efficienza energetica. Bonus restauro edifici storici: 50% sulle spese sostenute nel 2022 Un’ultima detrazione, introdotta lo scorso anno, è quella prevista dal Bonus restauro al 50%, per le spese sostenute fino alla fine del 2022 per gli interventi di restauro, di eliminazione delle barriere architettoniche o che mirano all’aumento della sicurezza e della conservazione dell’edificio. Per questa misura è stato istituito un apposito fondo e l’accesso è concesso alle persone fisiche che detengono un immobile agevolato. Tutti gli interventi, chiaramente, devono rispettare le regole previste, richiedendo le dovute autorizzazioni. L’importo massimo ammesso è di 100.000 euro. Le domande sono da inoltrare per via telematica, inserendo tutti i dati relativi alla tutela dell’immobili e alle autorizzazioni richieste per l’esecuzione dei lavori, oltre che un elenco degli interventi con i relativi costi. L’ammissibilità della richiesta viene poi verificata dalle Soprintendenze competenti. 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