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Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza punta forte sull’edilizia residenziale pubblica. Cosa prevedono i due programmi “Sicuro, verde e sociale” e il PinQua Indice degli argomenti: Riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica “sicura, verde e sociale” Qualità dell’Abitare: il PinQua supporta la valorizzazione dell’edilizia sociale Il PNRR potrà cambiare in meglio l’edilizia residenziale pubblica. Attraverso il Programma ‘Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica” vengono stanziati 2 miliardi di euro, ripartiti tra Regioni e Province autonome, per riqualificare e valorizzare il patrimonio immobiliare dell’amministrazione della giustizia “in chiave ecologica e digitale”, si legge nel sito dedicato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’obiettivo è rendere efficiente il patrimonio pubblico esistente, riducendo il consumo di suolo urbano, unificando in singoli edifici sia le principali funzioni che i servizi annessi a ciascun ufficio giudiziario. La misura e le relative risorse si vanno ad aggiungere a quelle già previste dal PNRR per il rifinanziamento del Superbonus 110% (13,8 miliardi di euro) e per il Programma innovativo per la qualità dell’abitare, PINQuA (2,8 miliardi). Quest’ultimo e in particolare il decreto firmato a ottobre dal ministro delle Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili – ha approvato 159 proposte di progetti di rigenerazione urbana e di edilizia residenziale pubblica presentate da Regioni, Comuni e Città Metropolitane, riguardanti interventi che intendono ridurre il disagio abitativo, si legge, “aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie”. Riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica “sicura, verde e sociale” Partiamo dal programma “Sicuro, verde e sociale”. Come specificato, la misura prevede uno stanziamento di 950 milioni di euro per finanziare una serie di importanti interventi di riqualificazione immobiliare della PA. La volontà che traspare è quella di evitare quanto più possibile il consumo di suolo. Difatti, la “quasi totalità dei progetti” punterà sul patrimonio esistente (solo una minoranza riguarderà nuovi edifici, si specifica) e quindi operando alla sua manutenzione e tutela, valorizzando e recuperando il patrimonio storico che spesso ospita gli uffici dell’Amministrazione. La nota positiva riguarda anche un’ulteriore attenzione a criteri di sostenibilità. Si prevede, infatti, l’impiego di materiali sostenibili, oltre all’ammodernamento degli impianti tecnologici. Il fine è rispondere a due delle priorità del PNRR che sono quelle della transizione ecologica e digitale. Infine, ma non per ultima, l’attenzione a criteri di sicurezza antisismica. Così si pongono le basi per riqualificare edilizia residenziale pubblica puntando su “strutture immobiliari statali più verdi, sociali e sicure”, razionalizzando i consumi e adeguando le strutture alle norme antisismiche (va ricordato che in Italia più di 3000 Comuni fanno parte delle zone sismiche 1 e 2, ovvero quelle a rischio sismico alto e medio-alto). Non solo: si punta all’efficienza energetica e a un risparmio finale di circa 0,7 Ktep all’anno con una conseguente riduzione delle emissioni di 2,4 Kt CO2 all’anno. Quali saranno le tempistiche? Dopo l’emanazione del DPCM e la pubblicazione dei bandi, previsti alla fine dello scorso anno, il 2022 sarà l’anno della progettazione e pubblicazione per la realizzazione, con diverse fasi. La prima, entro marzo, prevede la trasmissione della programmazione degli interventi da parte delle regioni al MIMS e al dipartimento Casa Italia, e l’adozione del decreto MIMS, di concerto con Casa Italia, di approvazione della Programmazione. Individuazione delle stazioni appaltanti da parte delle regioni. La seconda entro giugno, prevede l’affidamento da parte della stazione appaltante della progettazione degli interventi. Entro settembre si prevede l’approvazione della progettazione finale ed esecutiva da parte delle stazioni appaltanti. Infine, entro dicembre, la pubblicazione da parte delle stazioni appaltanti dei bandi di gara per la realizzazione dell’opera ed esecuzione dei lavori. Nel 2023 vi sarà l’aggiudicazione dei contratti da parte delle stazioni appaltanti, e la successiva consegna e avvio lavori che dovranno essere completati al 50% nel 2024, con la conclusione prevista in ogni caso nel 2026. Qualità dell’Abitare: il PinQua supporta la valorizzazione dell’edilizia sociale L’edilizia residenziale pubblica sarà interessata anche dal Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua). Lo scorso novembre la Corte dei Conti ha registrato e pubblicato sul sito del Mims il Decreto Ministeriale 383/2021 di approvazione degli elenchi dei beneficiari e delle 159 proposte presentate da Regioni, Comuni e Città Metropolitane, per la sua attuazione. Gli interventi previsti dal decreto, come si legge, sono finalizzati “a ridurre il disagio abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie”. E per essi è previsto uno stanziamento complessivo di 2,82 miliardi di euro, il 40% dei quali per il Sud Italia. Anche in questo caso la sostenibilità è un criterio molto importante. Si terrà in considerazione, “per la prima volta in modo esplicito”, il principio di non arrecare danno significativo all’ambiente (come prescritto dal Next Generation EU) oltre che tenere conto di indicatori di impatto sociale, culturale, economico finanziario e tecnologico. Tra i 159 interventi, otto sono classificati progetti pilota ad alto rendimento. Riguardano in prevalenza interventi per riqualificare edifici di edilizia sociale caratterizzati dal forte degrado, non mancando interventi che prevedono la realizzazione di spazi verdi, di piste ciclabili, con progetti che valorizzino l’inclusione sociale e la valorizzazione del patrimonio abitativo. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento