Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Tra i metodi di risanamento delle murature umide ne esiste uno in grado di garantire risultati positivi abbinati ad un modo di operare rispettoso dell’ambiente. Si tratta dell’elettrosmosi, tecnica da tempo presente sul mercato ma spesso ignorata in favore di metodologie apparentemente più semplici. Indice: Elettrosmosi attiva Elettrosmosi passiva Non solo risanamento Tutto nasce da un elementare processo elettro-fisico. E’ noto, infatti, che con l’impiego di corrente elettrica continua attraverso un fluido conduttore è possibile – grazie al fenomeno dell’elettrosmosi – effettuare un trasporto di liquido attraverso setti sia porosi che semiporosi. La velocità con cui avviene il fenomeno, inoltre, è indipendente dallo spessore del setto stesso. Il processo è da tempo ampiamente sfruttato in vari campi industriali, da quello alimentare a quello chimico, e solo in una fase successiva se ne è intuita l’applicabilità anche in quello delle costruzioni. Anche nel comparto dell’edilizia, infatti, il fenomeno elettrosmotico può essere fruttuosamente impiegato in diverse situazioni prima tra tutte proprio quella relativa al risanamento delle murature interessate da fenomeni di umidità per risalita capillare. Come è facilmente intuibile alla base della applicabilità del processo vi è la presenza di acqua. Elettrosmosi attiva Il risanamento dei locali umidi attraverso elettrosmosi viene attualmente applicato in base a procedimenti brevettati sotto varie denominazioni commerciali, tutte, però, aventi alla base il principio fisico precedentemente illustrato. Sulla reale efficacia, soprattutto nei casi di fenomeni di umidità rilevanti e di quasi totale imbibitura delle murature, del processo elettrosmotico si è creato un animato dibattito in questi ultimi anni. Secondo il fisico B.H. Vos, ad esempio, tutte le sostanze porose – e quindi anche le murature – hanno un loro punto critico di contenuto percentuale di acqua al di sopra del quale è possibile lo spostamento dell’acqua sotto l’azione di una forza adeguata (per esempio proprio l’elettrosmosi) mentre al di sotto del quale l’acqua si muove solo per evaporazione. Non completamente d’accordo sulla totale efficacia del procedimento anche Giovanni ed Ippolito Massari, nel loro testo “Risanamento dei locali umidi” in cui si legge: “…emettiamo l’ipotesi che l’elettrosmosi sia veramente valida ed utile nel 1° ramo del diagramma di Krischwer e Gorling (a superficie satura ed evaporazione costante) e perfettamente inutile nel 2° ramo (ad evaporazione decrescente) ossia inutile nel vero prosciugamento…per questo…si spiegherebbe il piccolo miglioramento iniziale (riduzione dell’acqua fra l’1 e il 3% di peso) seguito dal netto arresto d’ogni ulteriore prosciugamento…”.La ricerca ha compiuto, comunque, notevoli passi avanti in questa direzione ed oggi sono presenti sul mercato sistemi differenti di risanamento basati sul principio elettrosmotico. Tutti sfruttano la differenza di potenziale elettrico che si stabilisce tra il sottosuolo, all’altezza del piano di fondazione, e la struttura muraria al di sopra del terreno. Questa differenza di potenziale è influenzata dalla natura dei materiali di cui è composta la muratura da risanare, dalla quantità di acqua presente nel terreno e dalla composizione dei sali veicolati in forma di soluzione dall’umidità di risalita. I sistemi, al di là delle comprensibili piccole differenze che li distinguono, invertono la polarità del sistema consentendo di risanare la muratura ribaltando il flusso elettrico responsabile della risalità dell’umidità. Nella pratica vengono fissati nella muratura e nel terreno circostante degli elettrodi , rispettivamente di polo positivo e negativo, a loro volta collegati ad una centralina elettrica che eroga corrente continua a bassa tensione. In fase preliminare è, comunque, indispensabile la rimozione dell’intonaco ammalorato sino ad un’altezza superiore al punto massimo di risalita dell’umidità. Per il raggiungimento di un buon risultato finale di fondamentale importanza è la tipologia delle puntazze utilizzate e la loro corretta collocazione. Gli elettrodi a polarità positiva collocati nelle pareti possono essere in diversi materiali, tra cui anche il titanio, ed avere forme diverse in relazione – in particolare – della tipologia di muratura da trattare. La distanza tra i punti di inserimento – appositi fori spesso ottenuti previo l’impiego di una speciale carotatrice – deve essere intorno al metro. Ogni elettrodo, poi, viene collocato all’interno della muratura nei singoli fori che vanno accuratamente sigillanti con una malta conduttrice. La continuità elettrica tra gli elementi è di norma assicurata con un cavo che rimane celato al di sotto dell’intonaco. Al contrario l’elettrodo negativo inserito nel terreno ha la forma di una tradizionale presa a terra ed è costituito da una puntazza metallica o in materiale plastico. La profondità di infissione nel terreno di questi elementi in genere avviene al di sotto della quota delle fondazioni. La tecnica può essere applicata anche con un filo di titanio annegato in una scanalatura poco profonda nel muro in direzione parallela al piano di campagna o, in alternativa, fissando contro la muratura nuda una o più reti composte da fili metallici o da materiale sintetico conduttivo che, una volta completato il risanamento, rimangono nascoste sotto l’intonaco. L’invasività del metodo è contenuta, le uniche parti che rimangono a vista, a sistema installato, sono la centralina elettrica ed i cavi terminali di collegamento. Il bassissimo voltaggio elettrico garantisce una completa sicurezza sia per le persone che per gli animali. Normalmente il sistema è corredato di strumenti che consentono un costante monitoraggio dell’andamento del processo di risanamento: alla progressiva diminuzione di richiesta di voltaggio elettrico, infatti, corrisponde un proporzionale aumento della resistenza del muro e della conseguente diminuzione del suo contenuto d’acqua. Si tratta di un sistema di tipo permanente: la centralina deve essere collegata al sistema di elettrodi in via continuativa. Va comunque sottolineato come il tempo necessario per ottenere accettabili valori idrometrici vari in funzione di un’ampia serie di varianti, in primo luogo proprio la composizione della muratura. Indispensabile corollario al sistema di risanamento per elettrosmosi attiva è la realizzazione di un intonaco traspirante. Elettrosmosi passiva I metodi di cui si è parlato sino ad ora comportano, al fine di attivare il trasferimento dell’acqua da un elemento all’altro, il passaggio di corrente elettrica. Si tratta dell’elettrosmosi attiva. Esistono, tuttavia, in commercio brevetti e sistemi più semplici con i quali, senza il passaggio di alcun tipo di tensione, si vuole attivare il richiamo dell’acqua capillare dal muro umido al terreno, facendole rifare, in discesa, il percorso già effettuato in salita per forza di capillarità. Questo secondo tipo di procedimento è noto con il nome di “elettrosmosi passiva” o di “elettrosmosi a corto circuito”. Anche in questo caso si vuole sfruttare la differenza di potenziale tra muratura e terreno. Non esistono però, al proposito, risultati scientifici certi sulla reale efficacia del sistema. Non solo risanamento Il fenomeno elettrosmotico può essere con successo applicato anche in situazioni diverse rispetto a quella del risanamento di murature umide. Ottimi risultati, infatti, sono stati raggiunti, ad esempio, nel caso di consolidamento provvisorio di scarpate argillose durante i lavori di rivestimento murario. In queste circostanze il consolidamento è stato raggiunto previo l’infissione verticale di tubi di ferro con la parete crivellata, alternativamente connessi con polo positivo gli uni e con quello negativo gli altri di una adeguata sorgente di corrente continua. In questo modo l’acqua che impregna l’argilla e la fa smottare, si trasferisce gradatamente per elettrosmosi dai tubi di ferro positivi ai negativi, all’interno dei quali viene poi estratta tramite una pompa centrifuga. La scarpata viene così mantenuta asciutta per il tempo necessario a spingere avanti il rivestimento murario. La corrente elettrica impiegata è di tipo continuo. Sempre il processo elettrosmotico può essere applicato con successo nel caso in cui si debba prosciugare della torba. Partendo da torba contenete il 90% di acqua si può arrivare, a procedimento ultimato, a contenuti inferiori del 50-70%. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento