Eric Dubosc e Marc Landowski: Complesso «La Venerie» – Montargis le Franc, 1994

Il lavoro degli architetti francesi Eric Dubosc e Marc Landowski, impegnati da ormai dieci anni nello sviluppo di un’architettura soprattutto residenziale e a basso costo, senza rinunciare all’originalità dal punto di vista linguistico, tipologico e tecnologico, si presenta interessante perché fondato sulla centralità delle questioni dell’assemblaggio a secco, della cooperazione tra i diversi attori del processo e della continua verifica e messa a punto di materiali e componenti. Attraverso una stretta collaborazione tra architetti e produttori questo studio di architettura francese cerca di rispondere in maniera adeguata alle esigenze espresse dall’abitare e, contemporaneamente, mira a costituire un’alternativa credibile e praticabile al “mito” dell’industrializzazione edilizia. La loro esperienza professionale dimostra come sia possibile, oltre che auspicabile, trasferire e integrare nel proprio modus operandi i principi su cui si basa l’industria contemporanea – assemblaggio di parti pre-finite, controllo della qualità, programmazione dei tempi e delle operazioni di manutenzione – e di come l’utilizzo di sistemi a secco non inibiscano nè la libertà espressiva, nè il raggiungimento di determinati standard prestazionali, nè siano esclusivo appannaggio di architetture high-cost. Un altro elemento che – insieme al sistematico studio e applicazione della filière sèche e della messa a punto della sequenza temporale delle operazioni di cantiere detta Sequence STREN (Structure Enveloppe) – rende paradigmatico il loro lavoro è la costituzione del Cercle d’architecture et industrie, ovvero una joint-venture tra il proprio Atelier e una serie di produttori di materiali per l’edilizia, interessati alla messa a punto di componenti o sistemi di componenti utilizzabili nella filiére séche e in grado di rispondere in maniera specifica alle complesse esigenze tecniche, prestazionali, estetiche del costruire. L’assunto su cui si basano la ricerca e la sperimentazione costruttiva di Dubosc & Landowski, da loro sintetizzato nella formula Architecture-industrie, non è frutto nè di un azzardo nè di una moda, ma piuttosto nasce da alcune constatazioni, che si tramutano in obiettivi programmatici del loro lavoro. La prima constatazione è la permanenza nei cantieri di procedimenti “arcaici”, insalubri e poco sicuri; da ciò la volontà di migliorare la qualità attraverso il ricorso a tecnologie moderne e a prodotti industriali. La seconda constatazione è che un’immagine pubblica negativa del mercato delle costruzioni compromette il reclutamento di una manodopera qualificata; da ciò la volontà di rivalorizzare il lavoro edile attraverso il ricorso a tecniche di messa in opera più raffinate. La volontà di fare entrare il settore delle costruzioni nell’era industriale. La volontà di riqualificare il prodotto “edificio”, il manufatto edilizio, attraverso l’uso di materiali ad alte prestazioni e attraverso l’impiego di una mano d’opera di professionisti formati e competenti. Un primo obiettivo è dunque quello di operare un’industrializzazione del settore delle costruzioni che possa stimolare il cambiamento della fisionomia del cantiere per le costruzioni residenziali e terziarie. Una soluzione in questa direzione, secondo Dubosc e Landowsky, potrebbe essere quella di affrancare la costruzione dall’uso del cemento armato gettato in sito, utilizzando in alternativa strutture leggere in acciaio, per dare vita a sistemi compositi. Un altro obiettivo di questi architetti è il miglioramento del comfort acustico nelle abitazioni attraverso la diffusione delle doppie pareti.
L’intervento progettuale a Montargis le Franc mira proprio alla messa a punto e alla sperimentazione, alla scala abitativa, di una doppia parete di facciata ad alto potere fono-assorbente. Come tutte le altre loro opere, anche il complesso della Venerie è stato progettato, sia dal punto di vista architettonico che tecnologico, da Dubosc & Landowski e dai i loro partner del Circolo di Architettura e Industria. In particolare hanno collaborato alla progettazione e al processo di costruzione del complesso della Venerie le seguenti ditte produttrici: – Platres Laferge; – Isover Saint Gobain; – Pechiney Batiment; – Arbed et Gaz de France. In particolare, con il Batiment-Somme sono stati curati i problemi dell’invecchiamento dei materiali da costruzione e i problemi relativi al mantenimento nel tempo delle qualità di comfort acustico e termico. Un imperativo della Pubblica Amministrazione era quello di progettare un complesso in cui fosse evidente un reale miglioramento della qualità sonora e dell’isolamento acustico dei singoli alloggi. Durante il processo di costruzione della Venerie sono pertanto stati fatti differenti tests per valutare le prestazioni acustiche delle pareti, sia esterne che interne. Nella fattispecie sono stati testati i valori di trasmissione delle vibrazioni in orizzontale attraverso il solaio e le strutture in acciaio e la trasmissione delle onde sonore da un alloggio a un altro, attraverso le chiusure verticali. Successivamente è stato quantificato l’incremento del comfort acustico, in rapporto ai valori di trasmissione delle onde sonore fissati dal regolamento attuale. L’intervento della Venerie è un intervento di tipo REX (Réalisation Expérimentale du Plan Construc-tion et Architecture): si tratta cioè di un progetto a carattere sperimentale che beneficia dei finanziamenti diretti dello Stato (Categoria 1). Il complesso della Venerie è costituito da due piccoli edifici che sorgono in modo speculare l’uno rispetto all’altro, delimitando uno spazio comune centrale, una sorta di piccola piazza. Su di essa si aprono alti portici che ritmano le facciate dei due edifici, e si protendono le lunghe scale esterne che danno accesso agli appartamenti e ai percorsi orizzontali in quota (passerelle di distribuzione). L’involucro degli edifici è in alluminio grigio metallizzato, mentre i fronti verso la piazza vedono il sistema della struttura portante e i suoi giunti trave-pilastro in acciaio inossidabile estroflettersi al di fuori della cortina di facciata in alluminio. Sugli altri tre lati il rivestimento di facciata è in alluminio prelaccato e corrugato con un rilievo molto lieve: ciò conferisce all’insieme una certa corposità volumetrica e al contempo, grazie alla discrezione del trattamento a rilievo della facciata, rende più pura la lettura dell’insieme. L’organizzazione degli alloggi, in verticale e in orizzontale è estremamente semplice.
Gli appartamenti grandi, da quattro o cinque vani, sono tutti duplex e disposti con asse di distribuzione trasversale; essi sono prevalentemente collocati al piano terra e al primo piano. Gli alloggi al piano terra usufruiscono di accesso indipendente e di un piccolo giardino privato. Al secondo piano, con accesso dalla passerella, sono disposti appartamenti da due locali, mentre agli ultimi piani si trovano appartamenti duplex da tre locali. La struttura portante verticale e orizzontale degli edifici è realizzata in acciaio e presenta giunzioni di tipo bullonato, nell’ottica di un più facile smontaggio dell’immobile o di alcune sue parti nel tempo. La parete di chiusura esterna ad alto potere fono-assorbente è costituita da una pelle esterna in alluminio, da due strati di lana minerale, da una membrana bituminosa di barriera al vapore, e da uno o più strati interni di finitura a gesso in piatti prefabbricati. Anche i divisori interni sono realizzati mediante pareti in cartongesso con armatura metallica, prefabbricati, leggeri e facilmente smontabili. I solai sono costituiti da lamiera d’acciaio, di tipo Haironville, collaborante con la struttura portante in acciaio; al di sopra di essa viene posto uno strato di lana minerale, mentre al di sotto viene agganciato il controsoffitto in elementi prefabbricati di gesso. Questa realizzazione, che pesa circa sei volte meno rispetto ad una equivalente in cemento armato presenta anche notevoli vantaggi dal punto di vista delle prestazioni acustiche. E’ inoltre stato curato, già in fase di progetto, il sistema di riscaldamento. Quello adottato è di tipo CIC (Chauffage Individuel Centralisé), che permette di combinare il buon rendimento e la durabilità elevata della tradizionale caldaia centralizzata con la flessibilità di utilizzo personalizzato del riscaldamento individuale, che tiene conto delle esigenze del singolo, anche nell’uso dell’acqua calda.

Bibliografia
Materiale originale, di descrizione dell’intervento e grafico, fornito dallo Studio di Architettura di Eric Dubosc e Marc Landowski.
Caprara Giovanni, (1990), «La casa dell’uomo», L’Arca, n. 85, set., p. 279.
Castellano Aldo, (1994), «Tecnoarchitettura», L’Arca, n. 86, ott., p. 289.
Cerruti M., (1989), «Il “Castel Eiffel” a Digione», L’Architettura Cronache e Storia, n. 400.
Conti M.L., (1990), «Saturne 3», Acciaio, n. 7-8.
Davey Peter, et alii, (1991), «Architecture and climate», Architectural Review, n. 1132, giu., pp. 5-87.
Lamarre François, (1990), «Acier et associes» , Journal D’architectures, n. 4, apr., pp. 35-43.
Loriers Marie-Christine, (1991), «Logements à Nantes», Techniques & Architecture, n. 398, ott./nov., pp.28-29.
Menard Jean-Pierre, (1990), «Ossature acier», Moniteur architecture AMC, n. 14, Set., pp. 57-62.
Paine A., (1991), «On two fronts», Architectural Review, n. 1132, pp. 60-66.
Renaude Serge, (1990), «Saturne III: 54 alloggi a Givors, Francia», L’Architettura
Cronache e Storia, n. 415. (1990), «Boulogne-Billancourt, 44 alloggi», L’Architettura Cronache e Storia, n. 421, pp. 788-794. (1990), «Trait rouge sur Givors», L’Architecture d’Aujourd’hui, n. 271, ott., pp. 94-96.

Biografia
L’Ateliler d’Architettura Dubosc-Landowski è specializzato nella progettazione di sistemi costruttivi leggeri in acciaio, alluminio, materiali tessili e pannelli prefabbricati.
Con Gaz de France, Pechiney bâtiment, Plâtres Lafarge, Haironville S.A., Trade Arbed et Eternit, Isoroy, Dexter et Isover St-Gobain, l’ Atelier Dubosc-Landowski ha costituito il circolo Architecture et Industrie, che lavora alla ricerca e allo sviluppo di sistemi costruttivi leggeri.
L’Atelier Dubosc-Landowski è membro dell’associazione europea Caesar, della quale fanno parte anche gli studi d’Architettura Albini- Helg-Piva di Milano, Ranaulo-De Felice di Roma e lo studio d’Ingegneria londinese Terrel & Rooke.
Tra le realizzazioni più significative dell’Atelier segnaliamo: residenze e uffici “Le Castel Eiffel” a Dijon (1987), vincitore del Prix interational ETERNIT 1990; residenze “ Saturne III” a Givors-sur-Rhone (1989); residenze e servizi “ Marcel Dassault” a Boulogne (1990); residenze “ Kronos” a Nantes (1991); l’Hôtel de Ville di Gaucho (1991); residenze “ La Venerie” a Montargis le Franc (1994).
Atelier Dubosc-Landowski
Ile Saint Germain 58, Avenue du Bas Meudon
92130 ISSY LE MOULINEAUX
FRANCE

Per scaricare i disegni tecnici in PDF clicca qui

Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici

Commenta questo approfondimento