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Riflessioni di una psicologa del lavoro sull’importanza di offrire ora alle Persone che lavorano in Azienda occasioni di riflessione, di consapevolezza e di nuova progettazione per ripartire Indice degli argomenti: Oltre la contrapposizione Cosa fare ora Come stiamo ora Quanto è accaduto e sta accadendo ha toccato tutti noi, nel nostro sentire, nelle nostre certezze, nel nostro modo di vivere. Tanto è stato scritto, troppo, non si poteva prevedere questa pandemia e certamente non è stata gestita nel migliore dei modi. Siamo passati dalla sottovalutazione, al senso di smarrimento e impotenza, con le inevitabili differenze appartenenti ai vissuti di ciascuno. Ora il rischio è di focalizzarci sulla caccia all’errore, anziché sulla ricerca di responsabilità, sul tentativo di trovare conforto in risposte “magiche” (terreno fertile per le fake news) o sulla fiducia cieca nella risposta scientifica certa, sull’aspettarsi risposte risolutive anziché convivere con il dubbio e la sospensione di certezze, sulla contrapposizione anziché sul comprendere che la complessità non è binaria. Salute o Economia? Politica o Scienza? Business o Persone? Ecco penso che potrebbe essere importante comprendere che ne usciremo se anche la nostra forma mentis riuscirà a tollerare la possibilità di una lettura di quanto accade fuori e dentro di noi come un processo non lineare fatto di un’ alternanza di momenti di sollievo seguiti da paura, contrassegnato da avanzamenti, ricadute, contraddizioni, speranze e inevitabili ambivalenze. Oggi stiamo così: confusi, speranzosi, incerti, arrabbiati, delusi, tristi, stanchi, increduli, fiduciosi, preoccupati…. Oltre la contrapposizione Se ci concentriamo sul cercare La Soluzione, sia essa individuale o collettiva, se contrapponiamo aspetti diversi che caratterizzano la nostra vita, pensando di poter procedere in modo sequenziale, rischiamo di appiattire la realtà con una semplificazione non percorribile. Non voglio entrare in disquisizioni teoriche, ma la visione polarizzata ci potrebbe ingabbiare e potrebbe impedirci di comprendere ORA cosa potremmo fare per evitare di trovarci POI in un terreno che senza le necessarie cure potrebbe inaridirsi. E’ per questo che sono dell’idea, avendo la fortuna di occuparmi di comprendere, accompagnare e sviluppare le Persone, che ora non abbia senso chiedere alle Persone di scegliere cosa fare della loro vita, ammesso poi che tutti possano scegliereo alle Aziende di schierarsi dalla parte del business o del benessere delle persone come entità arbitrariamente contrapposte. E questo non solo per un tema di etica e di responsabilità, che oggi dovrebbe comunque essere al centro delle scelte, ma anche e soprattutto perché non può ripartire il Business, necessità improrogabile, se non ripartiamo contemporaneamente con le Persone. Cosa fare ora Abbiamo pensato fosse possibile non fermarsi, siamo stati travolti dagli eventi, siamo restati a casa, ora siamo consapevoli che si debba comunque, con le modalità più opportune e rispettose, ripartire. Non possiamo ora ricreare nel breve quei luoghi e quelle situazioni di vicinanza, di scambio, di confronto, di conforto, di scoperta, di apprendimento, di accompagnamento delle Persone, le nostre Aule in presenza, i nostri Team Coaching e Coaching e tutto quanto dava a noi professionisti psicologi del lavoro e ai Professionisti e ai Manager interni alle Organizzazioni, rassicurazione, soddisfazione e senso al nostro lavoro. E’ nostra responsabilità trovare modalità di supporto alle Persone perché ora più che mai vogliamo creare occasioni di riflessione, di rielaborazione, di esplorazione di nuove possibilità, di gestione di questo cambiamento epocale, per ritrovarsi con se stesse e con le nuove e imprescindibili regole del gioco. Nulla di nuovo, si potrebbe dire, abbiamo già sperimentato attività formative e di sviluppo a distanza, ma non è così: non possiamo ora scegliere. Le condizioni della pandemia impongono un cambiamento e possiamo gestire le attività di diagnosi, selezione, sviluppo, formazione, costruire percorsi per i giovani o per le persone che si trovano in una fase avanzata della loro vita professionale, o creare uno spazio protetto di accoglienza per chi ne ha bisogno. Non sarà come prima: le modalità, i tempi, i temi da condividere, la professionalità di chi si fa carico di tutto questo è essenziale, non parliamo solo di Smart Working, intendiamo offrire situazioni personalizzate, luoghi virtuali di ascolto e di ricerca e costruzione di alternative, di concrete possibilità, di senso ritrovato. Questo ci permetterà di ripartire evitando di pensare che ora è il tempo del Business, poi ci sarà il tempo delle Persone. Le Organizzazioni sono un insieme complesso di cui il cuore pulsante sono le Persone e noi ora possiamo e vogliamo prendercene cura *Maria Bianca Ferraris Psicologa del lavoro, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia. Laureata in Filosofia, specializzata in Psicologia e in Counseling a indirizzo gestaltico, si occupa di diagnosi, formazione, sviluppo, coaching e team coaching da oltre trent’anni. Ha lavorato dal 1988 al 2010 presso Tesi SpA gestendo progetti e percorsi con le Persone in Aziende Multinazionali in settori diversificati (Industria, Assicurativo/Finanziario, Farmaceutico, Alimentare, Lusso ecc). Dal 2010 ha creato il network professionale ReteAbaco proseguendo la sua attività di gestione, consulenza, accompagnamento e sviluppo di Persone, costruendo progetti e percorsi con il Top Management delle Aziende e le Direzioni HR. Se interessati ad approfondimenti scrivere a: mariabianca.ferraris@gmail.com Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento