Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti: Cosa sono i tetti verdi La norma che regola la progettazione dei tetti verdi Quali sono le diverse tipologie di green roof? Quanto costa la realizzazione di un tetto verde Faq tetti verdi Quali sono i vantaggi dei green roof? Come si costruisce un tetto verde? Quali piante sono adatte per i green roof? In tempi di transizione ecologica il concetto di tetto verde acquista un ulteriore valore aggiunto, se pensiamo agli innumerevoli benefici che presenta sia per gli edifici che per l’ambiente: i tetti verdi rendono più miti le temperature delle coperture, di qualsiasi natura esse siano; migliorano le prestazioni energetiche degli edifici; rallentano l’innalzamento delle temperature in ambito urbano e permettono di fronteggiare i problemi legati all’inquinamento grazie alla capacità di assorbire inquinanti e trattenere le polveri sottili. Grazie al fatto di poter rallentare il deflusso dell’acqua nei sistemi fognari, i tetti verdi rientrano tra le cosiddette “Nature based solutions” (NBS). Secondo l’Enea l’isolamento verde, costituito da piante sul tetto e sulle pareti degli edifici, riduce la temperatura interna fino a 3°C e il flusso di calore di quasi il 50% attraverso l’ombreggiatura e la traspirazione delle piante predisposte a protezione contro la radiazione solare. I tetti verdi, noti anche come green roof, appresentano dunque una soluzione innovativa nel campo dell’edilizia e dell’architettura, con benefici che si estendono dall’ambiente urbano al comfort abitativo. In questo articolo approfondiremo i vari aspetti tecnici, estetici e ambientali dei tetti verdi, evidenziando come questa tecnologia possa rivoluzionare il nostro modo di costruire e vivere gli edifici. Cosa sono i tetti verdi? Un tetto verde è una copertura per edifici che incorpora uno strato di vegetazione. Esistono due principali tipologie di tetti verdi: quelli estensivi e quelli intensivi. I tetti verdi estensivi sono leggeri, richiedono poca manutenzione e sono ricoperti da piante resistenti e a bassa crescita, come muschi e sedum. I tetti verdi intensivi, invece, sono più pesanti e supportano una maggiore varietà di piante, inclusi arbusti e alberi piccoli, richiedendo cure simili a quelle di un giardino tradizionale. L’uso dei tetti verdi ha origini antiche, addirittura con i famosi giardini pensili di Babilonia, che sono stati una delle sette meraviglie del mondo antico. Tuttavia, la tecnologia moderna dei tetti verdi si è affermata nel settore delle costruzioni solo negli anni ’80 in Germania, grazie alle attività di ricerca e sviluppo che hanno portato alla creazione di linee guida specifiche per questi sistemi. Attualmente, in paesi come Germania, Francia, Austria e Svizzera, esiste un mercato molto vivace per prodotti e servizi legati ai tetti verdi. In Italia e in altri paesi a clima mediterraneo, i vantaggi dei tetti verdi sono stati riconosciuti solo più recentemente, quindi il mercato è ancora in fase di crescita e sta guadagnando terreno proprio in questi anni. La norma che regola la progettazione dei tetti verdi Attualmente, la normativa nazionale che fornisce i criteri per la progettazione, l’installazione, il controllo e la manutenzione dei tetti verdi è la UNI 11235:2015, che è stata introdotta nel settembre 2015 come aggiornamento della versione precedente del 2007. Questa normativa stabilisce i criteri e le procedure necessarie per garantire la corretta realizzazione e gestione dei tetti verdi, tenendo conto di una serie di fattori cruciali. La UNI 11235:2015 richiede una valutazione dettagliata del sito in cui verrà installato il tetto verde. Questa valutazione include la topografia del terreno, le condizioni climatiche locali, la tipologia di edificio e l’uso previsto del tetto verde. La capacità agronomica e drenante del substrato è un altro aspetto fondamentale considerato dalla normativa. Il substrato deve essere adeguatamente drenante per evitare ristagni d’acqua e favorire lo sviluppo sano delle piante. Allo stesso tempo, deve essere in grado di fornire i nutrienti necessari per la crescita delle piante. Il controllo dell’aerazione è importante per garantire la corretta circolazione dell’aria nel substrato e nelle radici delle piante, evitando problemi come la compattazione del terreno e la formazione di muffe. La normativa UNI 11235:2015 stabilisce anche linee guida per la manutenzione della vegetazione sul tetto verde, che include operazioni come l’irrigazione, la potatura e la rimozione delle erbacce. Queste attività sono cruciali per garantire la salute e la longevità delle piante sul tetto verde. Infine, la norma promuove l’attitudine alla biodiversità, incoraggiando la scelta di piante native e la creazione di habitat per la fauna locale. Prima della posa dei vari strati del tetto verde, la normativa richiede un controllo completo del solaio per garantire che sia in grado di sostenere il peso aggiuntivo del tetto verde e che soddisfi tutti i requisiti strutturali necessari. Quali sono le diverse tipologie di green roof? I tetti verdi sono classificati in base alla tipologia di vegetazione in estensivi e intensivi. I tetti estensivi, a bassa manutenzione, sono generalmente costituiti da tappeti erbosi o di sedum, con un substrato di dimensioni ridotte (9-30 cm) e un peso medio con substrato saturo intorno ai 150 kg/m2. Questi tetti richiedono una manutenzione minima e sono relativamente economici. Le specie vegetali utilizzate nei tetti verdi estensivi sono selezionate per adattarsi alle specifiche condizioni climatiche del sito e hanno una buona resistenza agli stress ambientali. Al contrario, i tetti verdi intensivi, che richiedono una manutenzione maggiore, sono più complessi e possono essere considerati veri e propri giardini, con vegetazione più varia e spesso anche alberi. Il substrato è più spesso, il che aumenta il peso della struttura (nell’ordine di 180-500 kg/m2), e di conseguenza richiede una manutenzione più impegnativa. Anche le specie vegetali selezionate per i tetti verdi intensivi devono essere adattabili all’ambiente del tetto e richiedono cure particolari per garantire una copertura ottimale e duratura. Sono molto adatti per creare veri e propri giardini pensili, orti urbani e spazi verdi ricreativi su tetti di edifici. Perliroof di Perlite è il sistema italiano brevettato per la realizzazione di coperture a verde pensile intensive ed estensive su superfici piane ed inclinate su pendenze anche oltre il 100% Ci sono poi i tetti verdi semi-intensivi che uniscono elementi di entrambi i precedenti sistemi, con substrato di medio spessore e una selezione più varia di piante rispetto ai tetti estensivi, ma meno intensiva rispetto ai tetti intensivi. Richiedono una manutenzione moderata, offrendo un buon compromesso tra estetica e praticità. Quanto costa la realizzazione di un tetto verde I prezzi dei tetti verdi possono variare notevolmente in base alla tipologia del tetto e alla scelta della vegetazione. Per un tetto verde estensivo, il costo medio si aggira tra i 30 e i 50 euro al metro quadrato. Per i tetti intensivi, che richiedono una maggiore manutenzione e spesso includono una vegetazione più variegata e complessa, i prezzi possono partire da un minimo di 60 euro al metro quadrato e arrivare fino a 160-180 euro al metro quadrato, a seconda della tipologia di piante previste. I prezzi possono inoltre variare anche in base alla regione e al mercato locale, oltre che alle specifiche esigenze del progetto. Tuttavia, dovete sapere che esiste un incentivo fiscale per la realizzazione di tetti verdi in Italia, noto come “bonus verde”. Questo bonus prevede una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per la realizzazione di tetti verdi. Questa viene ripartita in dieci quote annuali di pari importo e viene calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo. Questo importo massimo include anche eventuali spese di progettazione e manutenzione legate all’esecuzione degli interventi. Questa agevolazione fiscale rende l’installazione di tetti verdi non solo una scelta ecologica e sostenibile, ma anche una decisione finanziariamente vantaggiosa per i proprietari di immobili. Faq tetti verdi Quali sono i vantaggi dei green roof? I tetti verdi garantiscono benefici ambientali, energetici, economici e sociali: Benefici ambientali Riduzione dell’effetto isola di calore grazie alla riduzione della temperatura dell’aria circostante attraverso il processo di evapotraspirazione. Miglioramento della qualità dell’aria: le piante sui tetti verdi filtrano le particelle inquinanti e assorbono gas come il diossido di carbonio (CO2). Gestione delle acque piovane: i tetti verdi aiutano a ridurre il deflusso dell’acqua piovana diminuendo il rischio di allagamenti. Benefici energetici ed ecologici I tetti verdi offrono un ottimo isolamento termico, riducendo i costi di riscaldamento in inverno e di raffreddamento in estate, limitando i consumi energetici. I green roof riducono l’assorbimento del calore da parte del tetto, abbassando la temperatura interna dell’edificio e migliorando l’efficienza energetica complessiva. I tetti verdi offrono habitat per diverse specie di piante, insetti e uccelli, contribuendo alla biodiversità urbana. Benefici Economici Grazie all’isolamento termico si garantisce un notevole risparmio sui costi di climatizzazione. La vegetazione protegge la membrana del tetto dalle radiazioni UV e dalle escursioni termiche, prolungandone la vita utile e riducendo i costi di manutenzione delle coperture. Gli edifici con tetti verdi aumentano il proprio valore grazie ai benefici estetici e funzionali che assicurano Benefici Sociali La presenza di spazi verdi contribuisce al benessere psicologico degli abitanti, riducendo lo stress. I tetti verdi possono essere progettati come spazi ricreativi per i residenti o i lavoratori, offrendo aree di relax e socializzazione in contesti urbani densamente costruiti. I tetti verdi possono favorire l’interazione sociale e rafforzare il senso di comunità, specialmente se utilizzati come orti urbani condivisi. Come si costruisce un tetto verde? Quando si parla della stratificazione di un tetto verde, ci si riferisce a un processo dettagliato che coinvolge diversi strati, ognuno con un compito specifico nell’assicurare il buon funzionamento e la longevità del sistema nel tempo. Il primo strato è la membrana impermeabilizzante, che viene installata direttamente sulla superficie del tetto dell’edificio. La sua funzione principale è proteggere la struttura sottostante dall’umidità e dalle infiltrazioni d’acqua, assicurando che l’acqua piovana non penetri negli strati sottostanti. Subito sopra troviamo il secondo strato, il quale è composto da materiali che consentono il drenaggio dell’acqua piovana e favoriscono l’aerazione del substrato. Questo strato è fondamentale per evitare ristagni d’acqua, che potrebbero compromettere la salute delle piante, e per garantire un ambiente radicale sano. Il terzo strato è costituito da un geotessuto, un sottile tessuto permeabile che viene posizionato sopra lo strato di drenaggio e sotto il substrato. Questo geotessuto serve a separare il substrato dallo strato di drenaggio sottostante, impedendo al substrato di mescolarsi con i materiali di drenaggio. Il substrato costituisce il quarto strato e rappresenta il terreno in cui le piante del tetto verde attecchiranno e cresceranno. Questo strato fornisce supporto alle radici delle piante e contiene i nutrienti essenziali per la loro crescita. Deve essere leggero, drenante e in grado di trattenere l’umidità per sostenere la vegetazione. L’ultimo è la vegetazione stessa, che può essere costituita da tappeti erbosi, piante grasse o addirittura alberi, a seconda del tipo di tetto verde e delle preferenze estetiche e funzionali del progettista. Per fare tutti questi lavori è ovviamente consigliato farlo fare ad una ditta specializzata ed evitare invece il fai-da-te, dato che un eventuale fallimento potrebbe mettere a repentaglio non solo il tetto ma anche l’intero edificio. Quali piante sono adatte per i green roof? La scelta delle piante dipende da vari fattori come il tipo di tetto verde (estensivo o intensivo), il clima locale, l’esposizione al sole, il peso che la struttura può sopportare e il livello di manutenzione desiderato. Le piante per tetti verdi devono essere resistente alla siccità, dato che lo spessore del substrato è limitato e l’irrigazione può essere ridotta. Le piante devono inoltre avere un peso compatibile con la struttura del tetto, un’altezza che non comprometta l’integrità del sistema e richiedere poca manutenzione, soprattutto nei tetti estensivi dove l’accesso potrebbe essere limitato. Piante particolarmente adatte per i tetti verdi estensivi sono: il Sedum (Album, resistente alla siccità e facile da mantenere; Acre, con fiori gialli, molto resistente; Spurium, dalle foglie con una ricca varietà di colori e fioriture rosa); le erbacee perenni (Achillea che tollera molto bene la siccità e alcune piante aromatiche come il timo selvatico); le piante succulente (come il Delosperma Cooperi dai fiori vivaci e che richiede poca acqua); le graminacee (come la Carex Pensylvanica, adatta per zone ombreggiate). Nei tetti verdi intensivi si adattano bene arbusti e alberelli (la lavanda, aromatica e resistente alla siccità e il sempreverde bosso che tollera bene la potatura); erbacee ornamentali (tra cui l’Echinacea e la Rudbeckia, entrambe caratterizzate da bei fiori); piante da fiori e orti urbani (particolarmente adatto il pomodoro) 1/09/2022 Alcuni progetti di tetti verdi I green roof o tetti verdi ormai sono una soluzione adottata da molti progettisti per le loro molteplici virtù e le ricadute positive sul funzionamento termico dell’edificio : coefficiente ecologico della struttura e relativo valore aggiunto in fase di vendita; contributo benefico per l’ambiente; contrasto ad alcune ripercussioni dei problemi ambientali (come le bombe d’acqua); interessante soluzione che può essere combinata in rete impattando sul concetto di smart cities. a cura di Claudia Capperucci Indice degli argomenti: Benefici economici Sul tetto dello studio Piuarch Bosconavigli: un nuovo progetto per Milano Daku: un sistema intelligente dalla realizzazione all’irrigazione Molti architetti reputano i tetti verdi una soluzione ottimale, anche a livello estetico. Per la realizzazione del green roof è necessario seguire attentamente il percorso indicato dalla norma UNI 11235:2015 la norma che regola questo intervento, verificare le caratteristiche del contesto, la capacità agronomica e drenante, il controllo dell’aerazione, la manutenzione della vegetazione, la resistenza agli attacchi biologici, l’attitudine alla biodiversità, oltre naturalmente al controllo del solaio che deve precedere la posa dei vari strati. Benefici economici Uno studio di Daku analizza nel dettaglio i benefici economici che un tetto verde (opportunamente progettato) comporta, trasformando in cifre il valore aggiunto di questo intervento che da solo influenza in positivo molti dei comportamenti dell’edificio e limita alcuni degli effetti negativi dei cambiamenti climatici in corso. Nello specifico i tetti verdi proteggono la membrana degli edifici abbassando i valori termici (i valori delle temperature registrati sulle coperture verdi oscillano fra i 25-30 °C, contro le temperature rilevate su materiali artificiali impermeabili che oscillano tra i 50-85 °C) e questo contribuisce all’efficientamento energetico degli edifici (aumento del punteggio LEED). Inoltre le coperture vegetali, se realizzate e gestite adeguatamente, contrastano gli effetti delle bombe d’acqua e rappresentano un utile bacino idrico per l’irrigazione. Il valore aggiunto attualizzato del verde pensile estensivo, secondo questa analisi, si attesta a 15 euro al mq contrapposto alla somma di costi puri che derivano dal realizzare la sola impermeabilizzazione. Un riflesso, anche questo, del significativo miglioramento del comportamento termotecnico della copertura e degli altri vantaggi tecnici quali, ad esempio, l’aumento della durata del manto impermeabile al di sotto della stratigrafia a verde pensile. Scelta delle piante Il Sedum e le piante grasse sono generalmente le specie vegetali più utilizzate per la realizzazione dei tetti verdi. Tuttavia, grazie alle nuove tecnologie e agli impianti di irrigazione monitorati e gestiti da remoto è possibile oggi prevedere sui tetti sia verde estensivo (con strato di terreno basso, non oltre 15 cm) che verde intensivo con strato di terreno molto profondo, anche di 2 m, che consente quindi di piantare arbusti ed alberi. In questo secondo caso, però, è imprescindibile verificare che l’edificio sia stato realizzato per sostenere determinati carichi. Sul tetto dello studio Piuarch Gli architetti dello studio Piuarch, con sede a Milano, in via Palermo 1, hanno creato sul tetto della loro sede un orto in occasione del Fuorisalone 2015, nell’ambito dell’evento “Orto fra i cortili”, in collaborazione con il landscape designer Cornelius Gavril. Grazie alle numerose proprietà di quest’intervento, tra cui la partecipazione alla riqualificazione energetica dell’edificio, l’orto è diventato permanete e quest’anno in occasione della Milano Design Week, è stato teatro di un altro evento dedicato al verde urbano “HomeSweetHome / Fostering synergies for biodiversity”, dedicato all’importanza degli insetti. Bosconavigli: un nuovo progetto per Milano Il verde pensile e applicato alle coperture architettoniche è al centro di uno dei più recenti progetti di Stefano Boeri Architetti e Arassociati con la progettazione paesaggistica di AG&P greenscape: Bosconavigli, sviluppato da Milano 5.0, che sorgerà su un’area di circa 8.000 mq, adiacente all’antico borgo San Cristoforo, sul Naviglio Grande e che sarà un edificio completamente circondato dal verde: “Dopo il successo nel mondo del Bosco Verticale, il mio studio ha voluto proporre una sua versione che si sviluppa attorno ad una corte centrale e a un olmo centenario. Bosconavigli aggiunge alle facciate alberate la presenza delle piante su tutti i tetti, trasformati in terrazze verdi. Un nuovo ecosistema ad alta biodiversità sta nascendo lungo i Navigli, nel cuore della Milano più autentica”, ha spiegato l’architetto. Daku: un sistema intelligente dalla realizzazione all’irrigazione Per ottimizzare al massimo l’approvvigionamento idrico e trovare soluzioni pratiche alle conseguenze dei problemi ambientali in atto (forti piogge alternate a periodi di siccità) Daku ha creato Blue Green Roof (BGR), un sistema a verde pensile che permette di accumulare, conservare e riutilizzare l’acqua piovana per mezzo di un bacino posto al di sotto della stratigrafia. Disegno Blue Green Roof L’acqua piovana raccolta può essere utilizzata per la sussistenza della vegetazione e con l’impiego di un sistema di irrigazione brevettato e integrato nella stratigrafia BGR, DAKU IRRIGA, il consumo idrico è ulteriormente ottimizzato e lo stato fitosanitario delle piante migliorato. Daku Blue green Roof per la cantina dell’Azienda Agricola Nevio Scala Si tratta di una soluzione messa a punto dopo l’analisi del contesto urbano in cui ci troviamo a vivere, dove le superfici impermeabili si moltiplicano modificando le risposte del territorio alle precipitazioni e dove l’infiltrazione ridotta e l’alta velocità di deflusso della pioggia sono le cause che più incidono sull’alterazione del ciclo naturale dell’acqua. Il sistema BRG è legato ad un impianto di gestione e monitoraggio con tecnologia Internet of Things (IoT) che consente un monitoraggio peculiare e costante. Il sistema se applicato a diversi edifici del tessuto urbano e gestito da una centralina di base può rappresentare una benefica rete verde per le smart cities. Sistema Daku per le smart cities 13/11/2020 Tetti verdi, cosa sono e che vantaggi offrono Il tetto verde è una soluzione efficace per ottenere benefici ambientali ed energetici sia a livello urbano, che di singolo edificio. Ecco di cosa si tratta, come si progettano, come si costruiscono e che vantaggi offrono. Indice degli argomenti: Tetti verdi, cosa sono Tetto verde, le regole da rispettare Come si costruisce un tetto verde Tetti verdi, tipologia Green roof: vantaggi e benefici Negli anni le città sono cresciute e la tendenza alla cementificazione ha causato la perdita di molti giardini e aree verdi, che però sono fondamentali per il benessere delle persone e del centro urbano stesso. Per re-inserire il verde urbano in città, quindi, si sono trovate soluzioni alternative, come ad esempio pareti e tetti verdi. La stessa Commissione Europea, nella direttiva UE 2018/844 sottolinea l’importanza di soluzioni di tipo naturale, quali: “una vegetazione stradale ben progettata, i tetti verdi e i muri che garantiscano isolamento e ombreggiamento agli edifici, contribuiscono a ridurre la domanda di energia, limitando la necessità di riscaldamento e rinfrescamento e migliorando la prestazione energetica di un edificio”. In particolare, i tetti verdi offrono moltissimi vantaggi sia per il microclima locale, che per l’edificio su cui si installano. Ma cosa s’intende per tetti verdi? Sono tutti uguali? Come vengono realizzati? Si possono quantificare costi e benefici? Di seguito proveremo a rispondere a tutte queste domande, facendo riferimento anche al Manuale ANIT sulle prestazioni energetiche dei tetti verdi, realizzato con Isopan, azienda produttrice di soluzioni per l’isolamento termico. Tetti verdi, cosa sono Potrebbe sembrare uno studio molto recente, in realtà questa soluzione era stata pensata dagli etruschi e romani! Le abitazioni etrusche del 400 a.C riportano infatti il giardino sul tetto, come anche Villa Adriana e gli edifici dell’Impero Romano: tale tecnica è stata coltivata nel tempo e si possono studiare interessanti casi come Palazzo Piccolomini di Papa Pio II o Villa Aldobrandini a Frascati. Il verde pensile consiste nella realizzazione di superficie a verde verticale e orizzontale sopra gli edifici. «I tetti verdi rientrano in quest’ultima categoria: si tratta di strutture artificiali che si integrano con l’edificio, potendo assicurare allo stabile diverse funzioni e vantaggi, ma anche oneri. Stiamo parlando di strutture che hanno costi non indifferenti, non solo per la realizzazione ma anche per la manutenzione», spiega Paolo Callioni, agronomo e responsabile Comunicazione Anab – Associazione Nazionale Architettura Bioecologica. Un tetto giardino è composto da più strati, ciascuno con una propria funzione tecnica. Partendo dal basso, si trova la struttura di copertura, ovvero il solaio portante sul quale si installano tutti gli elementi successivi, che deve essere adeguato sulla base del peso calcolato per questi strati. Sopra il solaio è fondamentale eseguire uno strato di pendenza necessario ad evitare il ristagno dell’acqua, con un’inclinazione minima dello 0,5%, anche se è preferibile, se possibile, raggiungere almeno l’1,5%, senza superare il 5%. Dopo di che si installano una barriera al vapore per evitare la condensa interstiziale, l’isolamento termico (non obbligatorio), uno strato di tenuta all’acqua (membrana impermeabilizzante) e uno strato di protezione meccanica, detto anche “barriera anti radice”, che protegge i livelli inferiori. In commercio si trovano anche barriere di tenuta all’acqua unite in un’unica soluzione con le barriere anti radice. Oltre a questi strati, c’è un elemento drenante, uno strato filtrante, uno colturale e infine la vegetazione vera e propria. Sono, invece, elementi accessori l’impianto di irrigazione, l’impianto di illuminazione, gli elementi di ancoraggio, eccetera. Tetto verde, le regole da rispettare Quando si progetta un tetto verde è necessario rispettare delle regole per raggiungere adeguate prestazioni in ambito di risparmio energetico e per ottenere i migliori risultati anche da un punto di vista ambientale. Infatti, come spiega Callioni “Occorre puntare a massimizzare la sopravvivenza delle piante, tenendo conto che il green roof è un elemento artificiale che espone le piante a condizioni ambientali piuttosto sfavorevoli, con il rischio di un deperimento della vegetazione». Posto questo, è altrettanto importante massimizzare la biodiversità. A parità di condizioni, identificata una determinata soluzione, la più ricca biodiversità possibile permette un equilibrio ambientale migliore e una sopravvivenza del tetto più elevata. Anche in questo caso, però, in relazione al livello di manutenzione previsto. Da un punto di vista energetico, invece, è necessario rispettare i requisiti minimi indicati dal DM 26/06/2015 “Adeguamento linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”, valido per ogni genere di copertura per tetti. Come ogni altro tetto, infatti, un green roof deve assicurare il controllo della trasmittanza termica media e periodica, un’efficace prevenzione della formazione di condensa interstiziale e di muffa ed evitare il surriscaldamento. In sostanza, come spiega in modo approfondito il Manuale ANIT, la legge richiede che un tetto verde assicuri prestazioni soddisfacenti sia in estate che in inverno, attraverso un controllo termico ed igrometrico. Come si costruisce un tetto verde Il riferimento di base per la progettazione e l’esecuzione di un tetto verde è la norma UNI 11235:2015 “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde”. In questa norma ci sono utili riferimenti per diversi aspetti tecnici della copertura verde, come la capacità agronomica e drenante, il controllo dell’aerazione dello strato colturale, la manutenzione della vegetazione, la resistenza agli attacchi biologici e di microorganismi e l’attitudine alla biodiversità di cui si è parlato nel paragrafo precedente. Per eseguire un progetto a regola d’arte, si dovrà quindi fare riferimento a questa norma, anche per il disegno della stratigrafia e della nomenclatura tecnica. Al momento della costruzione, poi, si effettua una verifica statica, per comprendere se il solaio è idoneo per sorreggere il tetto verde. Il passo successivo è la posa degli strati precedentemente elencati e degli impianti, per poi effettuare la messa a dimora delle piante. Poiché si tratta di una attività assai specialistica, occorre fare affidamento ad aziende specializzate, in grado di assicurare competenza ed esperienza per giardini a norma UNI ISO 11235:2015. In Italia ce ne sono diverse. Occorre, invece, evitare del tutto il fai-da-te perché il rischio di andare incontro a un fallimento è molto elevato. Tetti verdi, tipologia Il tetto verde può essere di tipo estensivo o intensivo, una distinzione fatta sulla base della profondità del substrato per la crescita delle piante: il primo si caratterizza per un basso spessore dello strato colturale, minor costo, e manutenzione molto contenuta; il secondo è strutturato come un giardino di alto livello, in cui è possibile installare persino alberi. Nelle coperture estensive l’inverdimento è applicabile a superfici di grandi estensioni (capannoni, garage, tetti inclinati). Tale soluzione prevede che lo spessore di substrato del terreno vada dagli 8 ai 12 cm ed è riservato a varie tipologie di erbe e a piante di piccole dimensioni. E’ richiesta poca manutenzione, in generale si parla di 1-2 interventi l’anno per questa tipologia di copertura. Il tetto verde estensivo purtroppo non è calpestabile se non in fase di sistemazione delle piante e di manutenzione. Il loro peso è contenuto e generalmente non supera i 150 kg/m2. Nelle coperture di tipo intensivo lo strato colturale superiore può andare da 25 cm a un metro, gli interventi di manutenzione salgono a 4-5 all’anno e il peso è decisamente superiore a quello di un tetto verde estensivo, fattore da considerare attentamente quando si valuta l’idoneità della struttura su cui si posa. Piante per tetti verdi La scelta delle specie vegetali è un elemento determinante nella realizzazione di tetti verdi. Nel tipo estensivo si potranno insediare solo specie erbacee, rustiche quali il sedum, genere di piante succulente appartenenti alla famiglia delle crassulaceae, spesso utilizzata per questo scopo. Per l’intensivo, invece, la scelta spazia dalle specie erbacee cui si possono aggiungere arbusti e alberi. In questo secondo caso, più si vuole rendere ricco, tanto più la scelta si amplia. Quindi si passa da tetti monospecifici sino a strutture più complesse e polispecifiche. Green roof: vantaggi e benefici I green roof apportano i vantaggi tipici del verde urbano, in quanto: intercettano sostanze inquinanti quali polveri sottili pm10 e pm2,5; provvedono ad assorbire CO2, monossido di carbonio, ossidi di azoto e di zolfo, solfuri, VOC; producono ossigeno; contribuiscono ad abbattere molte sostanze chimiche presenti nell’aria. I mix vulcanici di Europomice sono particolarmente indicati per ottimizzare le caratteristiche chimico-fisiche del terreno anche nella realizzazione di tetti verdi I tetti verdi contribuiscono all’arricchimento della biodiversità urbana, favoriscono la purificazione dell’aria in città e contribuiscono alla riduzione del fenomeno delle isole di calore. I tetti verdi aiutano a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano in città sempre più frequentemente: parliamo delle ondate di calore, ma anche dei nubrifragi. Anzi a quest’ultimo riguardo ENEA ha confermato che i green roof sono in grado di assorbire fino al 50% di acqua piovana e ne regolano il deflusso nel sistema idrico della città. I vantaggi di un tetto verde, però, riguardano anche il singolo edificio e il benessere dei suoi abitanti. Rispetto ad un tetto tradizionale, infatti, un green roof assicura migliori prestazioni energetiche, grazie al controllo dell’assorbimento solare, termoigrometrico e all’isolamento termico. Il risparmio energetico, quindi, è assicurato. La presenza della vegetazione mitiga l’oscillazione delle temperature (limitando molto il surriscaldamento estivo), ma favorisce una migliore gestione dell’umidità accumulata e rilasciata. A dimostrazione di ciò, nel Manuale ANIT sono riportati studi che hanno simulato il comportamento termoigrometrico il livello di isolamento termico di una copertura con tetto verde e di una tradizionale, dimostrando i vantaggi della prima. Favorire il risparmio energetico, inoltre, significa anche assicurare risparmio economico, poiché usare meno energia significa spendere meno per la climatizzazione della casa, soprattutto in estate. Un ulteriore beneficio è legato alla regimazione idrica perché il verde in città favorisce una regolazione degli afflussi meteorici, aumentati notevolmente di intensità negli ultimi anni. Il tetto verde della Chicago City Hall Ci sono dei vantaggi peculiari garantiti dai tetti verdi: sia il suolo che le piante intercettano la radiazione solare, la temperatura e quindi permettono una regolazione termica dell’edificio sottostante molto elevata, d’estate e d’inverno. Infine garantiscono la filtrazione dell’acqua e una sua depurazione naturale. «L’acqua piovana, così filtrata, debitamente raccolta è decisamente meno inquinata e con una minore presenza di metalli pesanti: una ricerca dell’Università di Karlsruhe ha evidenziato che la presenza rame, zinco, cadmio e piombo, grazie alla presenza di coperture verdi si riduce del 92-99% la loro presenza d’estate e del 84-91% d’inverno», specifica l’agronomo. Quanto costa un tetto verde È davvero difficile fare stime sui costi di un operazione di questo genere. Le variabili in gioco sono talmente tante che non ci sono parametri fissi o comunque indicativi per fare stime. A partire dalla peculiarità di ciascun progetto, alle specie adottate, alle aziende cui ci si rivolge, le componenti sono molteplici. Se i costi sono difficili da quantificare, è però possibile contare su incentivi fiscali per la sua realizzazione. Infatti, questo tipo di interventi rientra tra le voci incentivate col “bonus verde”, ossia la detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute nel 2020, che dalle prime bozze dovrebbe essere confermata anche dalla Legge di Bilancio per il 2021. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento