Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
La forza propulsiva del decreto Rilancio è in grado di liberare 155 miliardi. Tra le misure l’ecobonus per l’edilizia sostenibile, rinnovo degli ammortizzatori sociali, Cig in deroga più veloce, risorse alla scuola, alla sanità, e alla Protezione civile, rinvio della plastic e della sugar tax, stop all’Irap, prestiti a fondo perduto, reddito di emergenza, rinnovo del sostegno automatico per i professionisti, voucher per colf e badanti, smart working, regolarizzazione dei migranti Indice degli argomenti Misure per lavoratori e famiglie Aiuti alle imprese Regolarizzazione migranti Il pezzo green della Manovra Sostegno al lavoro, prestiti a fondo perduto per le imprese, sconti fiscali (dallo stop all’Irap alle agevolazioni per l’ecobonus in edilizia), la combattuta norma sulla regolarizzazione dei migranti con una formula di ‘sanatoria’, ma anche smart working, mobilità sostenibile, e aiuti sostanziosi alla sanità e alla scuola. E’ questa la mappa delle principali misure per combattere la crisi economica innescata dall’emergenza coronavirus contenuta nel decreto Rilancio, approvato dal consiglio dei ministri dopo giorni di tensione nella maggioranza e continui rinvii, a cominciare dagli annunci di aprile e poi di maggio, fino a quelli degli ultimi giorni. Si tratta di una vera e propria Manovra di bilancio, forse due come ha detto il premier Giuseppe Conte; la più imponente della storia del nostro Paese, e vale 55 miliardi (di risorse in deficit) con gambe pronte a correre per generare effetti capaci di liberare una forza economica per oltre 155 miliardi. Il pacchetto di misure anti-Covid-19 contemplate dal decreto Rilancio – che per esteso si legge ‘Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali, connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19’ – servirà a mettere al riparo dai danni del Coronavirus e accompagnare il Paese lungo il difficile percorso della Fase 2. Prevede fondi anche per la Protezione civile, il rinnovo di tutti gli ammortizzatori sociali, l’accelerazione della Cig e il bonus per i professionisti in automatico, e per colf e badanti, il Reddito di emergenza per le famiglie in difficoltà, incentivi per adeguare i luoghi di lavoro alle nuove norme sulla sicurezza, il rinvio della sugar e della plastic tax al primo gennaio 2021, l’azzeramento dell’Iva sulle mascherine per tutto il 2020, lo sblocco dei pagamenti alle imprese creditrici nei confronti della Pubblica amministrazione (a disposizione ci sono ora 12 miliardi). L’impalcatura del decreto, a guardar bene tra le righe del testo (quasi 470 pagine e 256 articoli), ha un’impostazione maggiormente rivolta al sostegno – anche perché forse è rimasta l’impostazione di quando sarebbe dovuto arrivare, cioè ad aprile in pieno lockdown – piuttosto che al rilancio. La mappa del decreto divisa per capitoli rispetto all’area di competenza: salute e sicurezza; sostegno alle imprese e all’economia; tutela dei lavoratori e conciliazione lavoro e famiglia; ulteriori disposizioni per la disabilità e la famiglia; misure per gli enti territoriali; incentivi e semplificazione fiscale; tutela del credito e del risparmio sostegno al turismo; misure per l’istruzione, la scuola e la cultura, l’editoria e le edicole; norme per le infrastrutture e i trasporti; e regole per lo sport; misure per l’agricoltura. Misure per lavoratori e famiglie Uno dei primi impegni del governo è quello di rifinanziare e soprattutto accelerare l’arrivo dei sostegni al reddito: tempi più rapidi per la Cig (altre 9 settimane) e anche per quella in deroga, che non passerà più dalle Regioni ma direttamente dall’Inps, che in 15 giorni erogherà un anticipo del 40% dell’assegno. Mentre l’indennità per i professionisti sarà automatica e sempre di 600 euro per aprile, mentre la terza mensilità salirà a 1.000 euro ma per i più danneggiati. Un aiuto va alle famiglie, ancora alle prese con le scuole chiuse fino a settembre. I giorni di congedo speciale al 50% passano da 15 a 30 che si potranno chiedere, però, fino a fine luglio. Raddoppia anche il bonus babysitter (1.200 euro, 2.000 per sanitari e forze dell’ordine) che si potrà usare anche per pagare i centri estivi. Le famiglie con redditi fino a 36mila euro avranno anche un’ulteriore detrazione di 300 euro. I genitori potranno anche chiedere la prosecuzione dello smart working. Si guarda poi alla riaperture delle scuole con uno stanziamento di 1,5 miliardi da dividere tra i lavori di ristrutturazione degli edifici scolastici e la stabilizzazione di 16mila insegnati. Sono previsti anche fondi specifici, quasi 40 milioni, per la pulizia delle aule e per i dispositivi di protezione dei professori e degli studenti che torneranno in classe per sostenere, tra un mese, la maturità. In arrivo anche 1,4 miliardi per l’università. Per non perdere la stagione estiva arriva un consistente pacchetto turismo che va dallo stop alla prima rata dell’Imu per alberghi, ostelli, b&b, stabilimenti balneari, agriturismo, terme e campeggi, al tax credit per chi sceglierà le vacanze in Italia cioè un buono fino a 500 euro per le famiglie con Isee fino a 40mila euro. Per i bar e i ristoranti, che dovranno attuare i protocolli di sicurezza e quindi far rispettare le distanze anti-contagio, sarà sospesa anche la tassa sull’occupazione del suolo pubblico per i tavolini all’aperto. Aiuti alle imprese Arrivano tre diversi aiuti per le imprese in base ai ricavi, ma quasi tutte (con l’esclusione di quelle sopra i 250 milioni di ricavi, meno di mille imprese) non dovranno passare alla cassa a giugno per la rata Irap. La cancellazione vale 4 miliardi che si aggiungono ai circa 6 per i ristori a fondo perduto sotto i 5 milioni (minimo 1.000 euro, calcolati sulla base delle perdite, al 20-25-10%). Per le imprese più piccole ci saranno anche sconti sulle bollette (600 milioni) e il credito d’imposta sugli affitti al 60% esteso a tutte le aziende. Per le attività di medie dimensioni, tra 5 e 50 milioni, ci sarà un mix di incentivi fiscali agli aumenti di capitale e la possibilità di un intervento di Invitalia con un nuovo Fondo patrimonio piccole e medie imprese. Previsti incentivi anche per i privati che investono in aziende danneggiate dal Covid-19. Per le imprese sopra i 50 milioni scenderà in campo Cassa depositi e prestiti. Sospese poi plastic e sugar tax, rinviate al 16 settembre le scadenze fiscali e aumento a 1 milioni delle compensazioni. Aiuti anche alle start up innovative. Pronti 10 miliardi a fondo perduto per le piccole e medie imprese Sono in arrivo 10 miliardi per le piccole e medie imprese fino a 5 milioni di fatturato. Saranno erogati contributi a fondo perduto, accreditati dall’Agenzia delle entrate, a patto che abbiano subito un calo complessivo dei ricavi di almeno un terzo ad aprile rispetto allo stesso periodo del 2019. L’indennizzo è pari al 20% per i fatturati fino a 400mila euro, del 15% fino tra 400mila euro e un milione, e del 10% oltre questa soglia e fino a 5 milioni. Per la presentazione della domanda è necessaria l’autocertificazione di regolarità antimafia. Inoltre è in arrivo anche un credito d’imposta del 60% sui canoni d’affitto per tre mesi (a condizione che si registri una perdita del fatturato di almeno il 50% nel mese di riferimento) e il congelamento degli oneri fissi sulle bollette fino a luglio. Per imprese fino a 50 milioni Per le imprese tra 5 e 50 milioni, che hanno subito una riduzione dei ricavi non inferiore al 33%, arriverà un sostegno alla ricapitalizzazione e una detassazione degli aumenti di capitale. L’aumento non deve essere inferiore a 250mila euro. Previsto uno sconto fiscale fino a 2 milioni in tre anni sull’Ires o sull’Irpef per aiutare le ricapitalizzazioni private. Un nuovo bonus Il bonus di 600 euro per i professionisti e lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa viene confermato anche per aprile. L’incentivo sale a 1.000 euro, per il mese di maggio, per i liberi professionisti titolari di partita Iva attiva iscritti alla Gestione separata Inps non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che abbiano subito una riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020, rispetto al reddito del secondo bimestre 2019. Ai lavoratori del settore agricolo già beneficiari per il mese di marzo dell’indennità di 600 euro, il bonus per il mese di aprile è di 500 euro. Stop saldo e acconto Irap Stop del saldo e dell’acconto del 40% dell’Irap dovuto a giugno per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato; lo stop non sarà condizionato alla perdite registrate. Uno sconto per circa 4 miliardi a 2 milioni di imprese e professionisti. Sono escluse le banche, gli enti finanziari, le assicurazioni e le amministrazioni pubbliche. Sconto fiscale del 30% per investimenti anti-crisi Incentivi fiscali per favorire gli investimenti nelle imprese medie con fatturato compreso tra 5 e 50 milioni di euro all’anno che hanno subito una riduzione del fatturato. E’ prevista una detrazione Irpef pari al 30% della somma investita nel capitale sociale delle imprese danneggiate per un importo non superiore a un milione, quindi con un risparmio d’imposta massimo pari a 300mila euro. Regolarizzazione migranti I cittadini stranieri presenti in Italia all’8 marzo 2020, senza permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno scaduto, potranno chiedere la regolarizzazione e far emergere il rapporto di lavoro. Verrà emesso un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territorio nazionale, per 6 mesi. Il lavoro potrà riguardare non soltanto l’agricoltura ma anche l‘assistenza alle persone, quindi vale sia per le colf che per le badanti. La domanda di regolarizzazione non sarà resa ammissibile se il datore di lavoro ha subito una condanna per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; inoltre non verranno sospesi i procedimenti penali nei loro confronti. Il reddito di cittadinanza per lavorare nei campi Chi percepisce ammortizzatori sociali – limitatamente al periodo di sospensione a zero ore della prestazione lavorativa, di Naspi e Dis-Coll nonché di reddito di cittadinanza – potrà stipulare con i datori di lavoro del settore agricolo contratti a termine non superiori a 30 giorni, rinnovabili per altri 30 giorni, senza subire la perdita o la riduzione dei benefici sociali, fino a un massimo di 2mila euro per il 2020. Il pezzo green della Manovra Si moltiplicano gli incentivi ‘verdi’. Quelli per la mobilità (come per esempio 500 euro per bici e monopattini). “Per incentivare forme di mobilità sostenibile alternative al trasporto pubblico locale viene spiegato – che garantiscano il diritto alla mobilità delle persone nelle aree urbane a fronte delle limitazioni al trasporto pubblico locale operate dagli enti locali per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, si prevede che il ‘Programma sperimentale buono mobilità’ incentivi forme di mobilità sostenibile alternative al trasporto pubblico locale”. In particolare, ai residenti nei capoluoghi di Regione, nelle Città metropolitane, nei capoluoghi di Provincia e nei Comuni con popolazione superiore a 50mila abitanti è riconosciuto un ‘buono mobilità’, pari al 60% della spesa sostenuta e comunque non superiore a 500 euro, a partire dal 4 maggio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, come per esempio monopattini e per l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa. Per l’anno prossimo e per i successivi il Programma incentiva il trasporto pubblico locale e regionale e forme di mobilità sostenibile integrative a fronte della rottamazione di auto e moto altamente inquinanti; in questo caso il buono può essere riconosciuto per la rottamazione della tipologia di autovetture e di motocicli indicati dal primo gennaio al 31 dicembre 2020. L’ecobonus, diventato superbonus, e il sismabonus, al 110% se i lavori consentiranno un salto di due classi di efficienza energetica; saranno possibili anche interventi per la riduzione del rischio sismico, l’installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, con riferimento alle spese sostenute dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021, prevedendo al tempo stesso la fruizione della detrazione in cinque rate di pari importo. Il credito potrà essere trasferito ad intermediari finanziari. Arrivano risorse per 40 milioni di euro per le imprese virtuose nelle Zea, le Zone economiche ambientali, per creare sviluppo sostenibile nei parchi nazionali. E’ previsto per maggio, giugno e luglio 2020, che l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente disponga la riduzione della spesa sostenuta dalle utenze elettriche connesse in bassa tensione diverse dagli usi domestici, con riferimento al trasporto e alla gestione del contatore, e agli oneri generali di sistema. Scarica la bozza del Decreto Rilancio 11/5/20 Il governo ci prova con nuovo decreto, per Fase 2 pensa a ripartenza targata ‘condono edilizio’ Il provvedimento in arrivo, ribattezzato decreto Rilancio (niente più ‘Aprile’ e ‘Maggio’), per controbattere alla crisi economica innescata dall’emergenza coronavirus. Al momento più che una bozza, è un Piano di lavoro, un super documento di oltre 770 pagine; sul tavolo grandinano proposte dai ministeri in cerca di una parte di quei 55 miliardi che l’esecutivo ha messo in conto di voler spendere. Le misure che trovano spazio vanno dal rimborso degli abbonamenti dell’autobus per il periodo di lockdown all’ipotesi di mettere un tetto al prezzo per le mascherine, alle norme per rendere più fluidi i prestiti per la liquidità alle imprese. Indice degli argomenti: L’ipotesi di condono Sbloccare il Sud Non più aprile o maggio, ma decreto Rilancio Il governo ci prova a inserire nel nuovo decreto – ribattezzato decreto Rilancio (dopo le intempestive approssimazioni dei nomi legati ai mesi in cui sarebbe dovuto arrivare, prima ‘Aprile’ e poi ‘Maggio’) – una forma di condono edilizio per dare slancio alla Fase 2, quella della ripartenza del Paese per controbattere alla crisi economica innescata dall’emergenza coronavirus. Anche se al momento più che una bozza quella del provvedimento cui sta alacremente lavorando Palazzo Chigi, è un Piano di lavoro con contributi misti e derivazioni dei diversi ministeri. Un’accelerazione sembra però ormai prossima perché il decreto dovrebbe esser scodellato sul tavolo del consiglio dei ministri in queste ore, per esser approvato con o senza la formula ‘salvo intese’, entrata di fatto nell’uso pratico dei governi guidati dal premier Giuseppe Conte e dalle anime delle sue, due, strane maggioranze. L’ipotesi di condono “I Comuni, sentite le Regioni e le Soprintendenze territorialmente competenti – si legge nel testo – predispongono ed approvano appositi Piani attuativi di riqualificazione urbana con specifica attenzione ai valori paesaggistici. Gli interventi edilizi già presenti sui territori interessati possono ottenere il permesso di costruire in sanatoria, se conformi ai predetti Piani”. Il documento ipotizza una riformulazione della norma sull’accertamento di conformità del Testo Unico sull’edilizia. Prevede che “in caso di interventi realizzati in assenza di permesso di costruire o in difformità da esso, ovvero in assenza di Scia o in difformità da essa”, il responsabile dell’abuso o il proprietario dell’immobile possa, fino all’irrogazione delle sanzioni amministrative, “richiedere il rilascio del permesso in sanatoria o presentare una Scia in sanatoria, qualora l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente, sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda”. Sbloccare il Sud Per quanto riguarda il primo tipo di sanatoria, la relazione tecnica spiega che “la norma in questione ha come obiettivo principale quello di sbloccare, con una maggiore incisività per le Regioni del Mezzogiorno, lo stallo del settore unendo gli interventi di riqualificazione edilizia del patrimonio privato all’attuazione di specifici Piani di riqualificazione, redatti ed approvati dalla Pubblica amministrazione, che dovranno dettare precisi indirizzi per l’adeguamento del patrimonio esistente alle esigenze di qualità urbana sottesa all’interesse pubblico. Il tema della semplificazione dei procedimenti amministrativi deve qui essere inteso nei termini di sblocco totale di procedimenti storicamente incancreniti che, alla luce dei fatti, non trovano soluzione né in fantasiose ipotesi di gigantesche e inattuabili (economicamente e socialmente) campagne di abbattimenti né in ulteriori proposte di condoni edilizi generalizzati ma, con buona probabilità, in programmi mirati di riqualificazione in cui una vera sinergia pubblico-privato renda concretamente perseguibili gli interventi di adeguamento del patrimonio esistente ai suddetti Piani mediante il riconoscimento della semplice conformità urbanistica agli stessi”. Tradotto, ‘largo alle interpretazioni’. Che per alcuni significa una spinta al settore delle costruzioni, per altri vuol dire semplicemente condoni. Ma lo stop a un possibile condono edilizio arriva proprio dall’interno della maggioranza. Prima dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa che chiaramente dice di non poter “mai accettare nessun condono” da parte sua facendo presente che “questo non può essere e non sarà il governo del condono”. Poi dalla deputata di LeU Rossella Muroni che mette in guardia: “Mai voterei un provvedimento che contenga un condono. Né tantomeno potrei sostenere una maggioranza a cui venga in mente di proporlo. Sarebbe un errore per l’Italia che vuole ripartire. Altro che Fase 2, in questo modo sarebbe un ritorno al passato: una Fase Zero. Mi appello anche ai costruttori dell’Ance che non credo proprio siano d’accordo: il mondo dell’edilizia italiana non ha bisogno di condoni per ripartire ma di semplificazioni e finanziamenti pubblici per rigenerazione, riqualificazione e efficienza energetica”. E infine l’altro pezzo della maggioranza il Pd (da cui però sembra sia stata originariamente inserita la norma pro-condono): “La stagione dei condoni è stata quella di altri Governi, non certo di quelli sostenuti dal Partito democratico rimettiamo in moto l’economia e l’Italia puntando su economia circolare, sostenibilità e innovazione”. Non più aprile o maggio, ma decreto Rilancio Niente più decreto aprile o maggio. Il governo lavora a un ‘decreto Rilancio’; sul tavolo grandinano proposte dai ministeri in cerca di una parte di quei 55 miliardi che l’esecutivo ha messo in conto di voler spendere. In un super documento di oltre 770 pagine si trovano infatti misure che già hanno ottenuto un primo via libera, insieme con testi cancellati e incompleti. Offre l’idea dello stato dell’arte, di quello che si potrebbe definire con un’espressione come ‘lavori in corso’, dal momento che da un lato serve la copertura economica e dall’altro il placet politico. E per il quale non è escluso, stando alle ultime indiscrezioni, che il premier possa puntare – vista la mole delle norme – a sdoppiare il decreto: subito quello sul Rilancio, e a seguire un altro su semplificazioni e investimenti. Nel decreto pronto a esser snocciolato da Palazzo Chigi trovano allora spazio misure come il rimborso degli abbonamenti dell’autobus e del treno per i pendolari durante il periodo di lockdown, l’ipotesi di mettere un tetto al prezzo sia per le diverse tipologie di mascherine, sia per i gel disinfettanti (comprensivo di Iva, per un prezzo indicato per le mascherine chirurgiche di 1,5 euro, anche se il ministero dello Sviluppo fa presente che sul prezzo già fissato a 0,50 euro non si torna indietro; per le altre tipologie, fino a 9,5 euro per la Fpp3, e per i disinfettanti dai 2 euro delle soluzioni a base analcolica per la confezione fino a 400 millilitri ai 7,20 euro delle confezioni grandi a base di ipoclorito di sodio per la confezione da 1000 millilitri). Norme per rendere più fluidi i prestiti per la liquidità alle imprese, con una stretta sui reati e l’arrivo dell’autocertificazione. Vengono semplificate, ed estese per 12 settimane, le norme per la Cassa integrazione. E quelle per ridurre una parte dei canoni delle autostrade parametrandoli al traffico reale, cioè ai chilometri percorsi. Ma anche fondi per aiutare librerie, musei e fiere e una buona fetta di risorse per aiutare la sanità locale a garantire la gestione per i malati Covid-19. C’è anche la proposta di fondi per il trasporto pubblico ecologico per favorire autobus elettrici, ascensori comunali e funicolari (che immediatamente richiama al progetto della giunta di Virginia Raggi per Roma Capitale). C’è l’eco-bonus per gli interventi di efficienza energetica degli immobili, che viene ipotizzato al 110%, con il meccanismo di cessione del credito alla ditta; ma anche il bonus baby-sitter e i centri estivi a 1.200 euro (2.000 per i medici impegnati nella battaglia Covid) e il tax-credit di 500 euro per le vacanze delle famiglie a reddito medio basso (300 per quelle composte da due persone, 150 per i single). C’è anche lo sconto del 70% sul costo di acquisto delle biciclette fino ad un massimo di 500 euro. Il documento contempla poi grandi capitoli come gli 1,2 miliardi per la sanità territoriale, con l’obiettivo di gestire i malati di coronavirus da tenere in isolamento. E il reddito d’emergenza con risorse che dovrebbero arrivare a un miliardo di euro. Un altro grande capitolo del provvedimento è quello che ruota attorno agli enti territoriali, con la possibilità di sbloccare 12 miliardi da parte di Cassa depositi e prestiti a favore di Regioni, province, città metropolitane, Comuni e Sistema sanitario nazionale per velocizzare il pagamento, da parte di imprese e professionisti, dei crediti nei confronti della Pubblica amministrazione. Un decreto che, di fatto, come era stato annunciato in sede di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def), è una vera e propria Manovra. Una legge di Bilancio a metà anno. Anche di più. Che dovrebbe spingere l’Italia un po’ più in là, un po’ più lontana, dal perimetro della crisi economica; sicuramente oltre quella sanitaria. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento