Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
La Città dell’Altra Economia, uno dei primi spazi in Europa interamente dedicato all’esposizione e la vendita di prodotti che si caratterizzano per l’utilizzo di processi a basso impatto ambientale e che garantiscono un’equa distribuzione del valore, ha scelto la sua sede nel centro di Roma. La Città è organizzata in spazi di esposizione e vendita di prodotti biologici, equi e solidali, di riciclo o riuso di materiali. Operatori della finanza etica, del turismo responsabile e del settore delle energie rinnovabili sono a disposizione per fornire informazioni e servizi. Un ristorante e un bar, inoltre, propongono cibi e bevande realizzati con prodotti provenienti dall’agricoltura biologica e dal commercio equo e solidale. Il progetto della Città dell’Altra Economia è stato elaborato dal Comune di Roma insieme al Tavolo dell’Altra Economia e la sua sede occupa circa 3.500 m2 degli spazi restaurati del Campo Boario al Testaccio; più precisamente, la nuova sede occupa l’edificio delle antiche Pese del Bestiame, le tettoie e le pensiline del Campo Boario. Il progetto di recupero architettonico L’intervento di restauro conservativo, firmato dall’architetto Luciano Cupelloni, è un sapiente esempio di un progetto che ha saputo inglobare al suo interno il rispetto per il passato, la ricerca di moderne spazialità, la compatibilità ambientale, l’innovazione tecnologica e il risparmio energetico. Il complesso del Mattatoio del Testaccio venne realizzato tra il 1888 e il 1891 su progetto di Gioacchino Ersoch e si caratterizzò da subito per i suoi grandi padiglioni e le leggere pensiline dalle innovative strutture in ferro e ghisa. Per la modernità dell’organizzazione produttiva e l’intelligenza delle soluzioni architettoniche, il Mattatoio – in funzione sino al 1975 – sarà, per molto tempo, considerato l’impianto più avanzato d’Europa. L’intervento ha interessato l’edificio delle Pese del Bestiame e del portico adiacente, su cui si è aperto un nuovo accesso dal Lungotevere. Le pensiline sono state protagoniste di un attento recupero conservativo che ha visto il consolidamento delle fondazioni, la testatura delle chiodature, la sostituzione di tutti i bulloni e la realizzazione di tutti quegli accorgimenti atti a migliorare il comportamento sismico delle strutture metalliche. Attraverso la sostituzione delle travi e degli elementi in ferro degradati, con nuovi elementi di identica dimensione e disegno, le strutture in ferro del portico e delle pensiline sono state completamente recuperate. Le parti danneggiate in ghisa, invece, sono state risanate attraverso una cucitura delle lesioni e l’inserimento di nuove fusioni nelle porzioni più degradate grazie al brevetto inglese Metalock. La copertura delle pensiline – in pianelle laterizie e tegole – è stata ristrutturata attraverso la sostituzione degli elementi degradati – o l’inserimento ex-novo ove mancanti – con nuovi elementi in tutto simili a quelli originari. Laddove si presentava un distacco tra le vecchie tettoie, il progetto di recupero ha previsto la realizzazione di nuovi spazi realizzati con struttura antisismica in acciaio interamente prefabbricata e in più parti assemblata in officina per facilitarne il montaggio in rapporto alle strutture preesistenti. Le nuove strutture sono staticamente indipendenti dalle vecchie e tecnicamente reversibili. Sia le strutture metalliche preesistenti che quelle nuove sono state protette al fuoco mediante l’utilizzo di Protherm Light, di Edilteco Group, un intonaco premiscelato leggero termoisolante per la protezione al fuoco (REI) di strutture in muratura, cemento armato, calcestruzzo e, come in questo caso, metalliche. La Firestop Srl di Frosinone, che ha eseguito il trattamento passivo al fuoco, ha applicato – sia su una parte delle strutture metalliche preesistenti che su quelle nuove – circa 4.000 m2 di Protherm Light Grigio, seguendo le modalità di posa standard del prodotto, senza incontrare nessun tipo di inconveniente o problematica. L’applicazione dell’intonaco isolante Protherm Light, sia su supporti in conglomerato cementizi che (come in questo caso) su superfici metalliche, può essere effettuata in una o più riprese in funzione dello spessore totale da realizzare; è importante sottolineare che la prima mano deve comunque ricoprire uniformemente tutta la superficie da trattare in modo da garantire una perfetta adesione al supporto e fornire una base omogenea per l’eventuale passata successiva (da effettuarsi entro le 24 ore e dopo almeno 4 ore tra una passata e l’altra). Come già accennato l’intero recupero ha seguito i criteri della sostenibilità ambientale, scegliendo materiale ecocompatibili e utilizzando sistemi passivi e fotovoltaici di riscaldamento e raffreddamento per il comfort abitativo. Per la protezione del fronte vetrato dalla radiazione solare diretta, si è scelto di inserire una serie di shed che si affiancano ai grandi lucernari piani schermati da una doppia serie di forature che consentono l’irraggiamento solare soltanto nei mesi freddi, garantendo allo stesso tempo un corretto afflusso luminoso. L’ottimizzazione degli effetti termici e dell’illuminazione naturale ha comportato l’impiego di vetrate isolanti stratificate, a riflessione neutra e bassoemissive. Il complesso è dotato di un impianto fotovoltaico costituito da 166 pannelli al silicio policristallino, privi di piombo, con potenza di picco pari a 180 Wp, per una potenza totale di 30 kWp e una produzione annua di circa 40.000 kWh che riduce le emissioni ci C02 di oltre 25.000 Kg./anno. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento