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Ora si apre la fase 2 del decreto Rilancio. Servono 155 provvedimenti attuativi per rendere realizzabile le misure. E le regole sull’ecobonus in edilizia ancora non sono definite. Anche se le Linee guida possono già essere un punto di riferimento per avere delle indicazioni. Viene prevista la possibilità di riconoscere la detrazione fiscale, o il credito d’imposta alle aziende, in caso di sconto in fattura o cessione, anche per spese emesse a stato avanzato dei lavori. E’ inoltre prevista l’estensione del beneficio fiscale, per l’edilizia residenziale pubblica, fino a giugno 2022 a cura di Tommaso Tetro Indice degli argomenti: Il superbonus, estensione e potenziamento Le ‘prime’ regole per prendere il superbonus Chi può fare cosa e entro quando Come pagare e come ‘non’ pagare Approvato definitivamente il decreto Rilancio, diventa legge la norma sul superbonus al 110% per le ristrutturazioni energetiche. Una specie di ecobonus elevato alla potenza per il quale si aspettano adesso soltanto le Linee guida che – ha assicurato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro – arriveranno presto. Oltre al superbonus, il provvedimento (che vale 55 miliardi) contempla un pacchetto di misure per rimettere in moto l’economia stremata dall’impatto dell’emergenza sanitaria per il coronavirus su imprese, lavoratori con partite Iva, dipendenti, famiglie e terzo settore. Trovano spazio per esempio gli incentivi alle nuove auto, un pezzo salva-Alitalia, gli affitti agevolati e la Cassa integrazione. Si apre adesso la seconda fase del decreto, quella dei decreti attuativi; ne servono 155 da parte dei ministeri, cui bisogna aggiungere altre procedure di diverse agenzie. Il superbonus, estensione e potenziamento Per il superbonus, i cittadini possono beneficiare dell’ecobonus al 110% per due abitazioni, unifamiliari, plurifamiliari o condominiali. Viene prevista la possibilità di riconoscere la detrazione fiscale, o il credito d’imposta alle aziende, in caso di sconto in fattura o cessione, anche per spese emesse a stato avanzato dei lavori. E’ inoltre prevista l’estensione del beneficio fiscale, per l’edilizia residenziale pubblica, fino a giugno 2022. La detrazione al 110% per gli interventi che rendano gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico e più sicuri in caso di terremoti è estesa anche a immobili del terzo settore e alle seconde case, tranne case di lusso ville e castelli. Potranno invece usufruirne i proprietari delle villette a schiera. Per l’efficientamento energetico sono stati rivisti al ribasso i tetti di spesa detraibile, che variano in base al tipo di abitazione. Resta la possibilità di interventi senza mettere mano al portafogli, cedendo il superbonus alle imprese che eseguono i lavori o a un istituto finanziario. Le ‘prime’ regole per prendere il superbonus Per usufruirne sarà prima necessario presentare alcuni documenti e certificazioni; soprattutto sarà poi necessario conservarne una copia in caso di eventuali controlli. La bozza del decreto attuativo – che coinvolge ministero dello Sviluppo economico, ministero dell’Economia, ministero dell’Ambiente e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – comincia a offrire alcune indicazioni. E’ necessario presentare al Comune una relazione in cui si attesta che il progetto è conforme alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e degli impianti termici. Inoltre servirà un tecnico che attesti la rispondenza dell’intervento ai requisiti richiesti e alle spese da sostenere. Prima dei lavori, servirà un Attestato di prestazione energetica (Ape) per avere un’istantanea dello stato dell’arte dell’edificio. Un altro attestato Ape servirà alla fine, dopo aver portato a terra il superbonus per misurare l’entità dell’intervento. Le spese dovranno essere sostenute con un bonifico in cui dovrà essere chiaro il numero e la data della fattura, la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva, oltre al codice fiscale del beneficiario. Ci saranno poi tre mesi di tempo per trasmettere all’Enea i dati relativi agli interventi. I costi massimi per tipologia di intervento dovranno essere inferiori o uguali ai prezzi medi delle opere compiute dei prezziari regionali o nelle guide sui ‘Prezzi informativi dell’edilizia’ del Dei Tipografia del Genio civile. I costi per queste prestazioni professionali sono detraibili entro alcuni limiti. I massimali sono stati elevati, naturalmente, rispetto alla versione precedente. E così per esempio per gli interventi di riqualificazione energetica globale si passa da 500 euro al metro quadro nelle zone climatiche A, B e C, e 575 euro al metro quadro nelle zone climatiche D, E ed F, a 800 euro al metro quadro nelle zone climatiche A, B e C e 1.000 euro al metro quadro nelle zone climatiche D, E ed F. Chi può fare cosa e entro quando Il 110% potrà essere possibile per chi realizza un cappotto termico, sostituisce gli impianti di riscaldamento esistenti con caldaie a condensazione e a pompa di calore, installa pannelli fotovoltaici, colonnine di ricarica per auto elettriche, e per chi intende ridurre il rischio sismico degli edifici. L’arco temporale si estenderà fino al 31 dicembre 2021; al 30 giugno 2022 per gli edifici di edilizia sociale. A beneficiarne potranno essere condomini, persone fisiche al di fuori dell’esercizio dell’attività professionale, istituti autonomi case popolari, cooperative di abitazione, associazioni onlus, associazioni di volontariato e associazioni e società sportive dilettantistiche. Si potranno fare eco-lavori su prime e seconde case in condominio per interventi antisismici e di riqualificazione energetica prime e seconde case unifamiliari per interventi antisismici e di riqualificazione energetica. Ma la detrazione non si potrà applicare a abitazioni di tipo signorile, ville e castelli. Come pagare e come ‘non’ pagare L’utilizzo per sé del credito d’imposta: se si sono fatti lavori per 20mila euro si disporrà di un credito di 22mila euro, e si potrà pagare per 5 anni 4.400 euro di tasse in meno. Oppure si può pensare al trasferimento del credito (cioè la cessione) alla ditta che ha eseguito i lavori, che lo userà a sua volta per incassarlo subito trasferendolo a un’impresa più grande o a una banca, oppure lo terrà per sé per pagare meno tasse. Se, invece, l’impresa non volesse accettare il credito corrispondente, il privato potrà girarlo ad una banca. I professionisti sono chiamati a rilasciare le attestazioni e obbligati a stipulare una polizza di assicurazione della responsabilità civile, per garantire i propri clienti e lo Stato. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento