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Indice degli argomenti: Perché impermabilizzare le coperture in modo corretto è importante I materiali e i prodotti da utilizzare Impermeabilizzazione coperture a falda Impermeabilizzazione di un tetto piano L’acqua è uno dei principali nemici degli edifici ed è per questo che quando si costruisce si prevede sempre uno strato di impermeabilizzazione che protegga i punti più delicati ed esposti. La copertura rientra tra questi e, a seconda della tipologia di tetto, si procederà con tecniche e prodotti più adeguati. Altri punti critici possono essere i balconi, le terrazze o anche le fondazioni, in quanto esposti all’esterno e agli agenti atmosferici o a contatto con il terreno umido. Perché impermabilizzare le coperture in modo corretto è importante Un tetto con infiltrazioni è un grave problema, sia perché con il tempo può essere compromessa la sicurezza e l’integrità della struttura dell’edificio, sia perché potrebbe incidere negativamente sul comfort interno di chi lo abita. L’acqua si presenta come nemico in due forme, da un lato l’umidità, dall’altro le precipitazioni a cui l’edificio è direttamente esposto. Maggiore sarà il tempo in cui le strutture sono a contatto con l’acqua, maggiore sarà l’entità dei possibili danni collaterali. L’impermeabilizzazione serve allora per proteggere sia le parti più esposte, che il resto della struttura, che l’acqua può gradualmente raggiungere. Impermeabilizzare il tetto, quindi, significa prevenire problematiche quali la formazione di muffe, insalubrità dell’aria, danni alle finiture e alle componenti strutturali. È importante che l’impermeabilizzazione sia realizzata adeguatamente fin dalla costruzione dell’edificio, ma a fronte di eventuali problematiche è possibile intervenire anche in un secondo momento, per quanto la spesa può lievitare molto. Anzi, se l’edificio non è recente, si consiglia uno specifico controllo, al fine di valutare le prestazioni della copertura e, in caso, ipotizzare un intervento di recupero. I materiali e i prodotti da utilizzare In merito alla scelta dei materiali, è necessario ribadire quanto è importante che gli impermeabilizzanti abbiano una buona resistenza nel tempo. L’edificio è esposto a intemperie, sbalzi termici e cambi di clima, che con il tempo possono provocare l’usura dell’impermeabilizzazione e, quindi, la necessità di un intervento di ripristino. Maggiore è la resistenza del prodotto, minori saranno gli interventi di manutenzione e, quindi, anche i relativi costi. Per scegliere in modo adeguato e non correre rischi, però, è sempre buona cosa rivolgersi a dei tecnici esperti, che con un semplice sopralluogo possono suggerire la soluzione migliore a seconda delle specifiche esigenze. Impermeabilizzazione coperture a falda Nel caso di una copertura a falda si possono utilizzare apposite membrane, da posizionare al di sotto del manto di copertura e al di sopra dello strato isolante, che così rimane protetto e asciutto. Si possono usare membrane o teli protettivi di diverso materiale, tra cui il PVC o le note membrane bituminose, più resistenti. Bituver Monoplus sono membrane impermeabilizzanti del marchio Isover/Saint Gobain realizzate con mescola elastoplastomerica APAO a base di resine metalloceniche. Si possono utilizzare su coperture di qualsiasi tipo. Per le coperture a falda sono disponibili anche delle membrane autoadesive, che però presentano alcuni importanti limiti in caso di temperature elevate. Ci sono poi delle membrane ardesiate, che possono anche essere lasciate a vista come strato di finitura. In ogni caso, nella scelta del prodotto si deve prendere in considerazione la sua resistenza ai raggi UV, in quanto vi sarà almeno in parte esposto, nonostante sia ricoperto dal manto di copertura. Quando si posa l’impermeabilizzazione, a seconda dello stato dell’esistente, si può ricoprire quanto già presente o ripristinare uno o più strati della copertura. In ogni caso, il supporto deve essere adeguato e regolare. Le membrane e le guaine vengono stese secondo lo strato di pendenza, con sovrapposizioni in corrispondenza delle giunzioni e con una sporgenza sufficiente a convogliare senza rischi l’acqua nel sistema di scolo. Impermeabilizzazione di un tetto piano Come per i tetti a falda, anche per impermeabilizzare un tetto piano ci sono diverse soluzioni tra cui scegliere. In molti casi si opta, ad esempio, per membrane liquide o resine, che possono essere installate tramite rullo, pennello e compressore. La guaina liquida è adatta anche a superfici con una geometria particolarmente complessa, ma è fondamentale fare attenzione alla sua consistenza, che potrebbe compromettere l’esito della posa se non affidata a personale esperto. La sua stesura, infatti, deve risultare assolutamente regolare e uniforme per garantire le migliori prestazioni. In ogni caso, l’uso di questi prodotti, così come delle resine, favorisce l’impermeabilizzazione anche dei punti più critici, come angoli, spigoli e rialzi. Le resine impermeabilizzanti possono essere mono o bi componente, oltre che essere dotate di apposite fibre per aumentarne la resistenza meccanica. Lo spessore che si ottiene è di soli 3 millimetri circa e la posa viene effettuata in un tempo adeguato a non far indurire il materiale prima della sua totale stesura. Infine, si possono usare guaine e membrane anche in caso di tetti piani, ma è essenziale una posa a regola d’arte attenta a quei punti critici prima citati, senza contare che il tempo necessario per l’intervento sarà in ogni caso maggiore. AQUASCUD System 420 di Volteco è un impermeabilizzante bicomponente elastico adatto per tutte le coperture piane senza necessità di demolire Articolo aggiornato. Prima pubblicazione 2017 Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento