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Lo staff dell’ufficio di Piano di Expo che ha sviluppato il progetto preliminare aveva al suo interno diversi giovani strutturisti, i “giovani ingegneri”. Qual è stato l’approccio di questi giovani con l’uso dell’acciaio? Nell’Ufficio di Piano che ha sviluppato il progetto preliminare ho trovato un team di lavoro composto da giovani e brillanti ingegneri, quasi tutti neolaureati. L’iter progettuale si è evoluto con una sorta di sfumatura didattica poiché i giovani professionisti avevano una scarsa conoscenza della progettazione in acciaio, sebbene venissero da indirizzi formativi specifici. Nonostante queste lacune iniziali, ho visto crescere in loro la passione e l’impegno per ogni progetto e la soddisfazione di progettare in acciaio. Uno di loro è arrivato a dirmi: “D’ora in poi progetterò tutto in acciaio che è più facile!” Ci racconti l’utilizzo dell’acciaio nelle diverse opere di Expo. In base alle regole del BIE, Expo è obbligata ad avere dei padiglioni temporanei. Questa condizione ha naturalmente indirizzato i professionisti nella scelta del materiale. Inoltre, il fatto che dovranno essere velocemente smantellati e realizzati con del materiale facilmente riutilizzabile, ha visto predominare la scelta cosciente dell’acciaio. Infatti sono in acciaio i TCP, Padiglione Zero, Expo Centre, le Tende, alcune coperture delle piazze dei cluster e gran parte dei padiglioni dei partecipanti. Tuttavia l’acciaio non è stato utilizzato soltanto per i padiglioni temporanei. L’acciaio è stato adoperato anche per gli edifici permanenti, quasi icone di Expo, come la copertura del Teatro (OAT), le Passerelle PEM e PEF, alcune parti rappresentative di Palazzo Italia e altre opere minori. Ci racconti alcune particolarità legate all’acciaio e a Expo. Qui mi trovo nell’imbarazzo della scelta! Ho avuto la fortuna di poter seguire da vicino sia le opere di Expo sia quelle dei partecipanti. Senza entrare nel merito puramente tecnico, posso rivelare che vi sono progetti veramente degni di nota dove sono state adottate scelte all’avanguardia per quanto riguarda le strutture: fondazioni mediante pali avvitati in acciaio che permetteranno a fine evento un veloce recupero dell’intera fondazione; padiglioni fondati direttamente sul terreno ben compattato con fondazioni superficiali in acciaio e volume di scavi irrisori; il recupero e la messa in sicurezza di Cascina Triulza con strutture (nascoste) in acciaio; uso di materiale alto-resistenziale per alleggerire le strutture; padiglioni interamente realizzati a secco in meno di una settimana; uso delle lamiere grecate anche come rivestimenti. Qui mi fermo ci sarebbe tanto da raccontare! La velocità per la realizzazione dei padiglioni Self Built e Corporate in tempo utile per l’inizio di Expo 2015 è uno dei vincoli attraverso il quale i progetti sono stati valutati e resi definitivi. Come è stato affrontato, dai vari Paesi, questo aspetto? Devo dire che questo è stato uno dei vincoli che non tutti i progettisti hanno saputo sviluppare allo stesso modo. Posso dire che la maggior parte dei progetti ha preso in seria considerazione il tema di un materiale che comportasse una realizzazione veloce e sicura già nelle prime fasi del concept. I partecipanti hanno sviluppato scelte strategiche che sono ricadute fortemente sull’acciaio strutturale. Alcuni hanno scelto il legno, altri hanno combinato il legno con l’acciaio. Alcuni hanno usato degli elementi prefabbricati in cls, mentre qualcuno ha realizzato il proprio padiglione anche con strutture composte. Mi sarei aspettata un uso molto più massiccio di costruzione a secco. Tuttavia, questa tipologia costruttiva è stata adottata in fasi successive del progetto, anche per alcuni di quei progetti che non la prevedevano all’inizio. Quale sarà il destino della maggior parte dei padiglioni Self Built e quale dei padiglioni Corporate a Esposizione ultimata? Posso solo dire che i partecipanti sono obbligati a smantellare il proprio padiglione entro una certa data, dopo la fine dell’evento. In questi casi è fondamentale la scelta di un materiale altamente riciclabile e riutilizzabile quale l’acciaio. Ci sono diversi casi particolari da citare: alcuni Paesi partecipanti già in fase di progetto hanno individuato l’uso futuro del padiglione, prevedendo di riportarlo nel proprio Paese. Altri prevedono, invece, di donarlo ai Paesi in difficoltà, per un uso diverso da quello originale. Come potete capire queste prospettive hanno vincolato i progettisti nella scelta di una tipologia costruttiva altamente smontabile e versatile. Infine, ci tengo a raccontare, che nonostante questi padiglioni siano temporanei, la sicurezza viene totalmente garantita. Siamo sempre stati molto attenti a quest’aspetto ed è stata una scelta di Expo 2015 richiedere la verifica antisismica dei padiglioni, anche per quelli temporanei. Intervista a Monica Antinori, Senior Strutture - EXPO 2015 1 Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento