Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Il rumore dovuto al funzionamento degli impianti può compromettere il comfort negli edifici e per questo è importante conoscere le sue modalità di propagazione e come intervenire. Indice degli argomenti: Che cos’è l’isolamento acustico e a cosa serve Il rumore degli impianti: quali sono le fonti e la normativa di riferimento Come intervenire ed eliminare il rumore provocato dagli impianti Come si propagano i suoni e i rumori all’interno di un edificio L’acustica in edilizia è una disciplina che si occupa di studiare la propagazione di suoni e rumori, per intervenire secondo precisi criteri, così da ridurre l’inquinamento acustico e massimizzare il comfort interno. Le aree di intervento per garantire un buon isolamento acustico sono principalmente due, da un lato è necessario proteggere l’edificio dai rumori esterni, dall’altro è importante prevenire la diffusione di suoni sgradevoli all’interno dell’edificio stesso, ad esempio tra diverse stanze o unità immobiliari. Questo significa che oltre a isolare la facciata dell’edificio, è importante anche evitare – ad esempio – che tra un piano e l’altro ci sia la diffusione di rumori fastidiosi, come quello dovuto al calpestio o al funzionamento degli impianti. Il rumore, all’interno dell’edificio, si può propagare in due principali modi e difatti, si parla di trasmissione per via aerea e trasmissione per via strutturale, quindi attraverso le parti stesse che lo compongono (come pareti o solai). Quando il rumore si trasmette per via strutturale, inoltre, la propagazione può avvenire sia direttamente attraverso una struttura, che tramite strutture adiacenti. Questo significa che un rumore può anche “correre” lungo una struttura e raggiungere ambienti non adiacenti. Per intervenire e risolvere eventuali problematiche, quindi, è importante conoscere in dettaglio le modalità di propagazione del rumore. Che cos’è l’isolamento acustico e a cosa serve L’isolamento acustico permette di migliorare il comfort di un ambiente interno e limitare la propagazione di un suono. La scelta dell’isolante acustico dipende dalle sue proprietà fonoassorbenti e dalle problematiche riscontrate nell’edificio e, per questo, prima di procedere con gli interventi di isolamento è necessario fare alcune valutazioni in merito alle attuali condizioni di comfort rilevate. Ogni elemento strutturale (e non solo) che compone l’edificio, infatti, ha determinate caratteristiche che dipendono dalle proprietà meccaniche delle strutture, da come sono realizzate e dai tipi di giunti utilizzati. Inoltre, ogni materiale ha differenti proprietà di assorbimento acustico che determinano quanto viene o meno riflesso un suono e incidono sul comfort acustico interno. Gli stessi materiali isolanti vengono scelti sulla base di queste caratteristiche e di quanto sono in grado di correggere problemi e difetti. Quindi, prima di scegliere l’isolante adatto è opportuno individuare l’impianto che causa la generazione del rumore e comprendere come questo si diffonde. Sono spesso fatte anche delle apposite misure ambientali, per valutare in modo oggettivo il comfort acustico interno. Il rumore degli impianti: quali sono le fonti e la normativa di riferimento La normativa di riferimento in Italia per le prestazioni acustiche degli edifici è il DPCM 5/12/1997 che definisce le prestazioni che deve avere l’edificio rispetto all’isolamento dai rumori aerei tra unità immobiliari, dai rumori da calpestio e dai rumori di impianti a funzionamento continuo e discontinuo. Secondo il DPCM sono impianti a funzionamento discontinuo ascensori, scarichi idraulici, bagni, servizi igienici e rubinetteria; mentre sono impianti a funzionamento continuo quelli di riscaldamento, di aereazione e di condizionamento. Per entrambe le categorie sono definiti degli indici per i livelli di rumore e i relativi valori limite espressi in dB. Questi limiti sono contenuti nella Tabella B dell’Allegato A del DPCM. Per gli impianti a funzionamento discontinuo il limite è di 35 dB, mentre per quelli a funzionamento continuo è di 25 dB. Chiaramente, le misurazioni di questi valori devono essere eseguite in ambienti differenti rispetto a quelli in cui viene generato il rumore. La norma UNI 11367 colma alcune lacune del DPCM e definisce due descrittori specifici per il rumore dovuto al funzionamento di impianti, che derivano dai parametri già individuati dal decreto. Le differenze, fondamentalmente, consistono nel fatto che viene preso in considerazione il riverbero, che può dipendere anche da fattori come la tipologia di arredamento di un ambiente o il rivestimento delle pareti. Il riverbero, infatti, consiste nella riflessione dell’onda sonora e può incidere molto sulla percezione del rumore in un’ambiente chiuso. Per verificare il livello di rumore degli impianti in un ambiente è necessario attivarli ed effettuare delle misurazioni secondo le indicazioni contenute nella norma UNI EN ISO 16032, che illustra anche come rielaborare i dati ottenuti. Come intervenire ed eliminare il rumore provocato dagli impianti Per eliminare il rumore dovuto al funzionamento degli impianti, il primo passo è sicuramente la prevenzione, che in questo caso significa una adeguata e attenta posa in opera delle strutture e degli impianti stessi. Ci sono particolari accorgimenti da seguire, come ad esempio la realizzazione di tracce per gli impianti di dimensioni sufficienti, ma contenute; l’immersione delle tubazioni in una giusta quantità di malta ed evitare collegamenti rigidi tra le strutture. Ad esempio, è possibile svincolare una parete verticale dal solaio orizzontale posizionando un elemento desolidarizzante alla sua base. Questi elementi vengono anche chiamati “fasce tagliamuro”. In generale, va posta attenzione a tutti i punti di collegamento tra due differenti elementi strutturali rigidi, come l’incontro tra pareti e solati o anche tra differenti pareti. Come per l’isolamento termico, infatti, si parla di ponti acustici, ovvero punti deboli e che facilitano la trasmissione del rumore. Dei classici esempi possono essere il posizionamento dei canali di scarico all’interno di una parete divisoria tra due unità immobiliari o la realizzazione di solai con pignatte che continuano in un ambiente differente. Da un lato, quindi sarà necessario eseguire correttamente ogni collegamento tra le strutture e inserire dell’isolante nelle intercapedini o negli elementi divisori in generale; dall’altro si dovrà intervenire direttamente sugli impianti. Nel caso degli impianti idrici di scarico, ad esempio, è possibile rivestire i tubi con appositi prodotti fonoassorbenti che limitano la propagazione del rumore o inserire l’isolamento nei cavedi attrezzati. Può aiutare anche aumentare la sezione del collettore, riducendo la velocità con cui defluisce l’acqua, e ridurre le pendenze del collegamento tra sifone e scarico, diminuendo così anche l’aspirazione dell’aria. Molti dei rumori per il funzionamento degli impianti, poi, sono dovuti alla vibrazione. In questi casi, è importante svincolarli dagli elementi solidi della struttura. Si possono utilizzare anche appositi “collari” smorzanti o ricorrere ad apposite tubazioni insonorizzate. I rumori degli ascensori, invece, possono essere eliminati o almeno contenuti realizzando pareti ad elevata massa aerica, utilizzando supporti antivibranti per sostenere i motori ed elementi elastici di vario tipo. In ogni caso, comunque, quando si deve scegliere l’impianto da installare è opportuno anche verificare i dati riportati dal produttore relativi alla rumorosità del dispositivo in funzione. Tutte le nuove tecnologie, infatti, riportano in dB i valori di suono emesso, che si tratti di sistemi per il riscaldamento o di un’asciugatrice. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento