Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
L’isolamento termico è ormai un componente immancabile in un nuovo edificio o in un intervento di ristrutturazione. Perciò è bene ricordare che, oltre a garantire il giusto isolamento, deve anche essere sicuro in caso di incendi. Indice degli argomenti: Isolamento termico: che caratteristiche deve avere? Cosa dice la normativa antincendio Come valutare le prestazioni di una facciata L’isolamento termico di un edificio ha lo scopo di migliorarne le prestazioni in termini di efficienza energetica e prevenire che venga inutilmente disperso calore. La realizzazione di un cappotto termico, infatti, è una delle principali misure attuate quando si devono riqualificare edifici esistenti, ma anche quando se ne devono costruire di nuovi in classe A. Isolamento termico: che caratteristiche deve avere? I materiali utilizzati per l’isolamento termico sono diversi, ciascuno dei quali con caratteristiche e prestazioni differenti. La scelta dell’isolante, quindi, dipende dalle specificità del progetto, per cui si dovrà valutare un materiale con una certa conducibilità termica, piuttosto che resistenza meccanica o capacità fonoassorbente. Nel valutare tutte le caratteristiche dell’isolante perfetto per ogni contesto, però, è bene ricordare che oltre all’efficientamento energetico, non deve mai venire meno il tema della sicurezza. L’incendio scoppiato qualche mese fa a La Torre del moro di Milano ci ha ricordato l’importanza della sicurezza degli edifici.Valutando i materiali isolanti, perciò, è sempre fondamentale conoscere anche la classe di reazione al fuoco. Un’attenzione importante soprattutto in questo momento, dato che con il Superbonus 110% sono sempre di più i lavori per l’isolamento termico dell’involucro, in quanto la posa del cappotto è uno degli interventi trainanti che permette di accedere al maxi bonus. Cosa dice la normativa antincendio Quando si parla di cappotto e di antincendio è necessario fare riferimento al Decreto del Ministero dell’Interno del 25 gennaio 2019, che modifica quanto prima definito da un decreto del 1987 in merito alle norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione. La normativa era datata e la revisione del 2019 è stata molto importante, con nuovi obblighi per i progettisti, soprattutto nei casi di edifici condominiali di una certa altezza. Nello specifico, l’art. 2 del decreto stabilisce i requisiti di sicurezza antincendio delle facciate degli edifici di civile abitazione, soggetti ai procedimenti definiti DPR 152/2011.Si parla, perciò, di edifici soggetti al controllo di prevenzione incendi, con altezze antincendio superiori ai 24 metri. In questi casi i progettisti devono attuare strategie e compiere scelte in ottica di: Evitare che un incendio originato all’interno si propaghi a causa della facciata; Limitare la probabilità di incendio di una facciata e il conseguente propagamento delle fiamme; Evitare che parti e componenti della facciata, distaccate a causa di un incendio, mettano a rischio le vie di fuga e l’intervento dei soccorsi. Per non sbagliare nella scelta dei materiali e nella progettazione della facciata si può fare riferimento alla “Guida tecnica per le facciate degli edifici civili” citata anche nel decreto, che offre indicazioni per ogni tipologia di facciata. Nello specifico, sulle facciate dovrebbero essere utilizzati prodotti di classe 1 o di classe B-s3-d0 per la reazione al fuoco. Come valutare le prestazioni di una facciata Nella “Guida tecnica per le facciate degli edifici civili” si trovano indicazioni dettagliate su come comprovare la conformità di una facciata rispetto ai requisiti di resistenza al fuoco, che può avvenire mediante metodi basati su prove (con riferimento alla EN 1364 e EN 1366) oppure su tabelle e calcoli (secondo il DM 16/2/2007). Per quanto riguarda la prima tipologia di approccio, è necessario fare riferimento ad ulteriori norme, come la EN 13501-2, che aiuta a classificare le facciate e offre indicazioni sulle norme per l’applicazione estesa dei risultati di prova. Il secondo metodo, invece, è più indicato per materiali che non sono soggetti a importanti deformazioni ad alta temperatura, come il calcestruzzo o la pietra. In generale, comunque, una delle principali accortezze che tutti i progettisti devono considerare è proprio quella di scegliere materiali con precisi requisiti di reazione al fuoco, secondo quanto previsto dalla noma UNI EN 13501-1 “Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione”, che definisce un procedimento per classificare i materiali. Per entrare nel merito, quando si parla di reazione al fuoco di un isolante ci si riferisce al modo in cui questo partecipa al fuoco, considerando parametri come la velocità di propagazione della fiamma, il gocciolamento, la fumosità o il rilascio di sostanze tossiche. Infine, tutti i materiali isolanti dovrebbero essere rivestiti con appositi materiali non combustibili, tanto che a seconda della tipologia di materiale di rivestimento e dello spessore, può cambiare anche la classe di reazione al fuoco dell’isolante. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento