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Un team di ricercatori USA ha messo a punto un’alternativa al polistirene estruso rispettosa dell’ambiente e ideale per la realizzazione di pannelli per l’isolamento termico in edilizia Indice degli argomenti: Polistirene estruso green, ecco come nasce Perché la scoperta USA è così interessante Un isolante termico green è un’ottima notizia per l’ambiente. Ma lo è anche per l’economia. La richiesta di materiali edili green, infatti, è in forte ascesa: secondo Grand View Research, il valore di mercato dovrebbe superare i 364 miliardi di dollari entro il 2022. Da qui nasce l’attenzione per i risultati ottenuti da un team di ricercatori della Washington State University che ha sviluppato un materiale vegetale rispettoso dell’ambiente che per la prima volta funziona meglio del polistirene estruso, ottimo isolante termico. Lo segnala lo stesso ateneo, precisando che tale materiale funziona meglio di un noto marchio di polistirene espanso estruso formulato da una famosa azienda chimica e impiegato, anche sotto forma di pannelli isolanti, in pareti, tetti e fondazioni per nuove costruzioni e per ristrutturazioni. Il lavoro è stato supportato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti oltre che dalla stessa Università della capitale statunitense. Polistirene estruso green, ecco come nasce La schiuma creata nei laboratori dell’università americana è costituita principalmente da nanocristalli di cellulosa, il materiale vegetale più abbondante sulla Terra. Per generarla, i ricercatori hanno elaborato un processo produttivo semplice ed ecologico, utilizzando l’acqua al posto di solventi di origine petrolchimica. Il materiale ecologico a base vegetale per la realizzazione dei pannelli. Img by WSU – Washington State University È assai interessante trovare un sostituto ecologico del polistirene, sul piano della sostenibilità, ma anche commercialmente parlando: il suo impiego, infatti, è assai vasto, dall’edilizia agli imballaggi fino a trasporti. Un ottimo materiale, se non fosse per il fatto che nasce dal petrolio, non si degrada naturalmente e produce inquinamento quando brucia e se si disperde nell’ambiente. Perché la scoperta USA è così interessante Il pregio del lavoro condotto dal team coordinato da Amir Ameli e Xiao Zhang, docenti dell’università statunitense, è che finora le alternative vegetali al materiale non erano paragonabili per caratteristiche e prestazioni. La loro soluzione è arrivata producendo nanocristalli di cellulosa utilizzando l’idrolisi acida. Così è stato messo a punto un materiale composto per tre quarti circa di nanocristalli di cellulosa derivata da pasta di legno e vi hanno aggiunto alcool polivinilico, un altro polimero che si lega con i cristalli di nanocellulosa e rende le schiume risultanti più elastiche. Il materiale così creato contiene una struttura cellulare uniforme che fornisce ottime caratteristiche isolanti, tanto da superare l’analogo prodotto tradizionale. Oltretutto è molto leggero e può sostenere fino a 200 volte il suo peso senza cambiare forma. Si degrada bene e la combustione non ha effetti inquinanti. Il prossimo passo della ricerca: dal laboratorio alla produzione Realizzata la soluzione, i ricercatori stanno studiando la possibilità di sviluppare formulazioni per materiali più resistenti e durevoli per applicazioni pratiche. Sono interessati a incorporare materie prime a basso costo per realizzare un prodotto commercialmente sostenibile e a considerare come passare dal laboratorio a una scala di produzione reale. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento