L’argilla espansa nel restauro

Argilla espansa: leggera, resistente e naturale

L’argilla espansa, attraverso il progetto che andiamo a presentarvi, ha dimostrato ancora una volta, grazie alle sue proprietà caratteristiche quali leggerezza e resistenza unitamente al suo essere un prodotto “naturale”, di essere una soluzione progettuale particolarmente affidabile, versatile ed efficace per qualunque intervento di restauro, consolidamento e ripristino, anche nelle condizioni più severe e impegnative.
Al termine di un complesso e delicato restauro, brillantemente portato a termine anche grazie al contributo di CentroStorico di Laterlite, la riapertura della “Sala della Niobe” ha permesso di “restituire” ai visitatori una delle sale più suggestive dell’intero percorso museale della Galleria degli Uffizi, uno dei fiori all’occhiello dell’Italia nel mondo.

La Sala della Niobe è uno degli spazi più prestigiosi all’interno degli Uffizi di Firenze, ed ha posto ai progettisti una serie di impegnative sfide legate alla necessità di ripristinarne l’equilibrio statico utilizzando tecniche e materiali in grado di garantire la massima reversibilità dell’intervento. Brillantemente risolte grazie alle soluzioni CentroStorico di Laterlite per la realizzazione di sottofondi alleggeriti.
Il grande cantiere che oggi appare a chi visita il Museo degli Uffizi di Firenze è il risultato finale di un lungo processo di elaborazione e studio che prende le mosse fin dall’immediato dopoguerra quando, trovandosi Firenze a dover fare i conti con la ricostruzione del centro della città, si ebbero le prime iniziative per rendere nuovamente agibile e funzionale la galleria. Il cantiere oggi in fase di esecuzione porta avanti il progetto messo a punto negli anni Duemila, che reinterpreta il complesso vasariano come insieme di comparti sia dipendenti dalla galleria sia indipendenti a formare uno straordinario insieme di opportunità culturali senza nulla togliere all’importanza storicamente consolidata dell’antico e prestigioso museo.
Il cantiere dei Nuovi Uffizi è da considerarsi eccezionale non solo per l’innovativo progetto che si confronta con un luogo intriso di storia, ma anche per il modo di condurre i lavori: per non creare disagio ai visitatori, infatti, si è scelto di portare avanti un cantiere di portata enorme garantendo sempre e comunque l’apertura permanente della galleria. L’intervento principale previsto dal progetto è senza dubbio il recupero dell’intera infilata di sale del piano nobile degli Uffizi. Tra queste, la “Sala della Niobe” è stata aperta di recente, e la committenza ha voluto celebrare questo importante avanzamento dei lavori con un evento dedicato che ha sottolineato l’importanza di tecniche e materiali utilizzati, tra i quali quelli forniti da Laterlite con la nuova gamma CentroStorico.

L’indagine
L’intervento di consolidamento della “Sala della Niobe” (denominata ufficialmente Sala 42) rappresenta una delle sfide più affascinanti affrontate nel campo delle opere di restauro in questi ultimi anni. Un’opera impegnativa, cui Laterlite ha apportato un importante contributo grazie alle proprie soluzioni per la realizzazione di riempimenti alleggeriti in argilla espansa della gamma CentroStorico.
L’intervento ha preso le mosse nella primavera 2011, quando alcuni addetti alla vigilanza notarono un avvallamento della pavimentazione in corrispondenza del basamento di una statua, situata a destra della grande finestra centrale. Dall’indagine endoscopica immediatamente effettuata e dai successivi rilievi risultò che il pavimento della sala (circa 29×9 m, per un totale di circa 260 m2) poggiava su un sistema portante costituito da un voltone centrale a botte lunettata e da altre volte di vario tipo (a crociera, a padiglione, a botte, con o senza lunette) in corrispondenza dei vani sottostanti, con sovrastanti voltine di alleggerimento in laterizio e materiale incoerente di riempimento. Un saggio sulla pavimentazione in corrispondenza dell’avvallamento evidenziò subito il parziale cedimento della voltina interessata, dovuto, in quel caso, all’insufficiente contrasto laterale offerto dal materiale di riempimento al sottile frenello in muratura di appoggio della voltina stessa; ulteriori indagini non distruttive, pur confermando le buone condizioni delle volte portanti, evidenziarono tuttavia altri avvallamenti della pavimentazione e uno stato di sofferenza di molte voltine secondarie, tale da non escludere l’eventualità di altri cedimenti localizzati. In particolare la presenza di un riempimento in materiali di risulta totalmente incoerente ed eterogeneo, e di spessore molto variabile in dipendenza della curvatura delle volte, poteva spiegare cedimenti differenziali della pavimentazione sotto l’azione di carichi localizzati di notevole entità (dell’ordine di 2-3mila kg) di statue e loro basamenti.

Il consolidamento
A seguito di tali indagini Soprintendenza, Polo Museale, Direzione della Galleria e Direzione Lavori dei Nuovi Uffizi hanno deciso di procedere ad una revisione generale e, se necessario, ad opere di consolidamento dell’intera sala. Il progetto definitivo, che teneva conto dei dati acquisiti nel corso delle indagini preliminari, ha innanzitutto previsto il completo smontaggio della pavimentazione, con rimozione di tutto il materiale incoerente di riempimento, fino a mettere a nudo tutte le volte, primarie e secondarie, il rinforzo delle volte principali, il rialzamento dei muri di separazione tra le volte, e la demolizione e ricostruzione delle porzioni di voltine allentate, deformate o lesionate.
L’intervento ha quindi previsto la sostituzione dell’originale materiale di riempimento con un sottofondo alleggerito a base di argilla espansa, che avrebbe dovuto possedere una densità inferiore a 800 kg/m3 in modo da non gravare eccessivamente sulla struttura delle volte, e una resistenza meccanica a compressione superiore a 25 kg/cm2. Ed è proprio in questa fase che il contributo di Sottofondo CentroStorico si è rivelato determinante, sia sotto il profilo funzionale che sotto quello, altrettanto importante, della massima reversibilità dell’intervento, aspetto centrale di ogni intervento di restauro. In questo particolare caso la soluzione è stata individuata nella creazione di un riempimento realizzato sopra le volte con Sottofondo CentroStorico, un conglomerato particolarmente leggero reso possibile grazie ai granuli di argilla espansa Leca, reso coeso dall’impasto con una limitata quantità di boiacca di cemento.
Tale accorgimento ha consentito: da un lato, di conferire allo strato così realizzato le necessarie caratteristiche meccaniche, in particolare dal punto di vista della resistenza alla compressione, e al tempo stesso una adeguata efficacia in termini di capacità di ripartizione dei carichi gravanti sulla sovrastante pavimentazione.
Una volta completata questa fase, al di sopra del riempimento in Sottofondo CentroStorico è stata quindi realizzata una soletta in calcestruzzo armato dello spessore di 5 cm, inghisata alle pareti perimetrali e intermedie con barre d’acciaio, con funzione di ripartizione e collegamento; su quest’ultima, infine, è stata ricollocata la pavimentazione originale previa sostituzione delle lastre rotte o deteriorate.

 

L'argilla espansa nel restauro
L'argilla espansa nel restauro 1

L'argilla espansa nel restauro
L'argilla espansa nel restauro 2

L'argilla espansa nel restauro
L'argilla espansa nel restauro 3

L'argilla espansa nel restauro
L'argilla espansa nel restauro 4

L'argilla espansa nel restauro
L'argilla espansa nel restauro 5

Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici

Commenta questo approfondimento




Articolo realizzato in collaborazione con ...