Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Elemento fondamentale per le costruzioni a secco è, indubbiamente, il sistema di isolamento termoacustico. Uno dei vantaggi della prefabbricazione è quello di poter combinare vari elementi costruttivi per giungere a delle ben determinate caratteristiche prestazionali per l’involucro edilizio. Per comodità descrittiva verranno presi in considerazione i coibenti termici per chiusure verticali, per chiusure orizzontali e inclinate e, infine, i coibenti acustici. ISOLAMENTO TERMICO NELLE CHIUSURE VERTICALI Lo scopo dell’isolamento termico in una parete è quello di mantenerne la superficie interna a temperature non molto distanti da quelle degli ambienti dell’edificio. E’ anche importante avere un’adeguata continuità del coibente, in modo da minimizzare il rischio di ponti termici e delle conseguenti formazioni di condensa superficiale. I materiali isolanti maggiormente utilizzati sono di origine vegetale (sughero, ecc.), di origine minerale (fibra di vetro, di roccia, ecc.) o di tipo sintetico (polistirene espanso, poliuretano, ecc.). La loro caratteristica più importante è indubbiamente la conducibilità termica λ, misurata in W/(mK). A titolo esemplificativo, se ne riportano di seguito i valori relativi ad alcuni tipi di isolanti termici (tali valori possono variare leggermente in funzione del singolo produttore). Isolanti in EPS (polistirene espanso sinterizzato): λ = 0,036 W/mK; Isolanti in lana di roccia: λ = 0,035 W/mK; Isolanti in lana di vetro: λ = 0,037 W/mK; Isolanti in XPS (polistirene estruso): λ = 0,034 W/mK; Isolanti in fibra di legno: λ = 0,046 W/mK; Isolanti in sughero: λ = 0,038 W/mK. A valori di λ inferiori corrispondono capacità di isolamento superiori. Ciò vuol dire che, a parità di condizioni, un coibente termico con una bassa conducibilità termica ha bisogno di uno spessore inferiore per rispettare i limiti di legge. Esempi di isolanti vegetali, minerali e sintetici (°) © dispense “corso di Architettura Tecnica”, prof. Gaetano Sciuto, Università degli Studi di Catania; (*) © Knauf La scelta del coibente termico più adeguato per un edificio avviene proprio partendo dai valori di trasmittanza che la normativa impone di rispettare. L’Italia è suddivisa in diverse zone climatiche e, per ognuna di esse, vengono stabiliti dei valori limite di trasmittanza termica, misurata in W/(m2K), per le strutture opache verticali. Valori limite della trasmittanza termica suddivisa per zone climatiche – © Knauf In questo modo, una volta stabiliti i materiali costituenti le altre stratificazioni dell’involucro edilizio, si può passare alla scelta del coibente termico (tipo di materiale e relativo spessore) adatto a far sì che l’intero pacchetto rispetti i valori limite di normativa. Un ulteriore parametro, di tipo qualitativo, che può entrare in gioco nella scelta dell’isolante termico più idoneo, è costituito dal tempo di sfasamento dell’onda termica. Maggiore è tale tempo (ad esempio, l’ideale si ha quando supera le dodici ore), maggiore sarà il ritardo temporale con cui si ripercuoteranno all’interno dell’edificio le variazioni termiche dell’ambiente esterno. In questo modo, in estate, il picco di temperatura sulla superficie interna di una chiusura verticale opaca si ha nelle ore notturne, con evidenti benefici per il comfort ambientale e per il risparmio energetico dell’edificio. Un isolante termico può trovare tre tipi di collocazione in una chiusura verticale: sulla faccia interna, su quella esterna o all’interno delle differenti stratificazioni.La scelta del tipo di collocazione dipende da esigenze di vario tipo. Creare un sistema di isolamento termico sulla faccia esterna (come nei sistemi di coibentazione a cappotto), ad esempio, consente un miglior controllo dei ponti termici. L’applicazione del coibente termico all’interno dell’intercapedine, invece, consente di ottenere un maggior controllo sul tipo di finiture all’interno e all’esterno dell’edificio. In ogni caso, è bene valutare attentamente i vantaggi dal punto di vista economico, tecnologico e costruttivo per operare le scelte più opportune. Esempi di sistemi di isolamento – © Wisehouse / Edilizia Integrale spa Per quanto riguarda le chiusure verticali, nei sistemi stratificati a secco il posizionamento del coibente termico avviene principalmente secondo due modalità: per avvitatura su un’orditura metallica di supporto (sia sulla faccia interna che esterna del tamponamento); per inserimento all’interno degli stessi profili metallici, in modo da essere posizionati all’interno della parete, in mezzo alle altre stratificazioni. Posa e avvitatura di lastre in cartongesso – © Knauf Il sistema di orditura metallica (normalmente si tratta di profili sottili pressopiegati con protezione anticorrosione in un bagno di zinco) va a costituire una parete verticale sostenuta da un sistema strutturale principale, come ad esempio uno scheletro in acciaio. Esempi di orditure metalliche in profili sottili piegati a freddo – © STEELMax / Cogi srl (sinistra), © Wisehouse / Edilizia Integrale spa (destra) Edificio industriale realizzato con tecnologia stratificata a secco – © Atelier LC Edificio ad uso aule e uffici – © Ardea / Arturo Montanelli Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento