La crescente attenzione verso la sostenibilità e la sicurezza nelle costruzioni ha portato alla riscoperta di materiali tradizionali come il legno, in particolare nel contesto delle riqualificazioni post-sismiche.
Dopo i devastanti terremoti che hanno colpito molte regioni del mondo, è emersa la necessità di progettare edifici che non solo siano resistenti alle scosse sismiche, ma anche in grado di contribuire alla rigenerazione ecologica e sociale delle aree danneggiate.
Il legno, in quanto materiale naturale e rinnovabile, si presenta come una delle soluzioni più promettenti per affrontare queste sfide, rispondendo in modo efficace alle esigenze di sicurezza, sostenibilità e innovazione.
Le caratteristiche che rendono il legno uno dei materiali più idonei alle ricostruzioni post-sismiche
Il legno è da sempre considerato un materiale da costruzione versatile, leggero e dotato di straordinarie proprietà meccaniche. La sua capacità di resistere alle sollecitazioni dinamiche, come quelle provocate dai terremoti, lo rende particolarmente adatto per gli interventi di riqualificazione post-sismica.
In un contesto sismico, le strutture in legno si comportano in modo elastico, assorbendo e dissipando l’energia generata dalle scosse senza subire danni permanenti. La flessibilità del legno permette agli edifici di deformarsi senza collassare, riducendo significativamente il rischio di danni strutturali gravi.
Oltre alle sue proprietà tecniche, il legno offre un notevole vantaggio in termini di sostenibilità ambientale. A differenza di materiali da costruzione più convenzionali, come il cemento armato o l’acciaio, il legno è un materiale rinnovabile e carbon neutral. Durante la crescita degli alberi, il legno assorbe il carbonio, contribuendo a ridurre la concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Inoltre, la sua produzione richiede meno energia rispetto a quella di altri materiali da costruzione, riducendo così l’impronta ecologica complessiva delle opere edilizie.
Nelle riqualificazioni post-sismiche, l’utilizzo del legno permette di ridurre il consumo di risorse non rinnovabili e di evitare le elevate emissioni di CO2 associate alla produzione di materiali da costruzione convenzionali. Inoltre, le strutture in legno sono facili da smontare e riutilizzare, favorendo il recupero e il riuso dei materiali. Questo approccio circolare contribuisce a un modello di costruzione più ecologico e responsabile, che si inserisce perfettamente in un contesto di ricostruzione sostenibile.
Le costruzioni in legno, soprattutto quelle realizzate con tecniche moderne come il legno lamellare e il CLT (Cross Laminated Timber), sono in grado di combinare leggerezza e robustezza, caratteristiche fondamentali per garantire la sicurezza in caso di terremoti. Questi sistemi costruttivi modulari permettono di progettare edifici ad alta resistenza sismica, con la possibilità di personalizzare facilmente la disposizione interna degli spazi, senza compromettere la solidità della struttura.
Riepilogo delle principali tecniche costruttive degli edifici in legno
Negli ultimi anni, la costruzione in legno ha conosciuto una nuova primavera, grazie alla sua sostenibilità, leggerezza e versatilità. Le principali tecniche costruttive si distinguono per approccio strutturale, materiali impiegati e destinazione d’uso, tecniche che possono essere combinate con materiali ibridi e tecnologie avanzate per rispondere alle esigenze dell’architettura contemporanea, con un occhio attento all’ambiente e alla durabilità.
Platform frame e balloon frame sono sistemi a telaio leggero, nati in Nord America, ideali per gli edifici residenziali a uno o più piani. Utilizzano montanti verticali in legno con pannellature a completamento e garantiscono velocità di montaggio e buone prestazioni termiche.
X-Lam (o CLT – Cross Laminated Timber) è una tecnica più recente e sempre più diffusa in Europa. Si basa su pannelli multistrato in legno massiccio incollato a strati incrociati, che offrono grande resistenza strutturale e stabilità dimensionale. Perfetta per edifici multipiano e progetti che richiedono alte prestazioni antisismiche.
Telaio pesante (o timber frame) e blockbau rappresentano soluzioni più tradizionali. Il primo impiega travi e pilastri massicci, spesso lasciati a vista per un effetto architettonico espressivo; il secondo si basa sull’impilamento di tronchi o tavole, con incastri angolari, ed è tipico dell’architettura alpina.
Il legno nelle zone terremotate: vantaggi sociali ed economici
Le aree colpite da disastri naturali, come i terremoti, affrontano non solo sfide infrastrutturali ma anche difficoltà economiche e sociali. La ricostruzione di edifici sicuri ed efficienti è fondamentale per il benessere delle comunità locali, ma deve essere anche economicamente sostenibile. Il legno rappresenta una risposta efficace a questa esigenza, poiché le tecniche di costruzione in legno riducono i tempi di realizzazione e i costi rispetto ad altre soluzioni. Ciò consente di accelerare il processo di recupero delle aree colpite e di ridurre i costi complessivi della ricostruzione.
Inoltre, il legno è un materiale che favorisce l’impiego locale e la valorizzazione delle risorse naturali locali. Le regioni che possiedono una forte tradizione nella lavorazione del legno possono beneficiare della crescita di nuove opportunità occupazionali, sia per quanto riguarda la produzione di materiali da costruzione sia per le attività legate alla progettazione e realizzazione di opere architettoniche. Questo stimola l’economia locale e contribuisce alla creazione di un circolo virtuoso che coinvolge l’intera comunità.
Uso del legno nelle ricostruzioni, esempi di successo
In Italia, dove il rischio sismico è elevato, diversi progetti di riqualificazione post-sismica hanno già dimostrato i vantaggi dell’uso del legno. Un esempio significativo è rappresentato dalla ricostruzione di edifici nelle zone colpite dal terremoto dell’Aquila nel 2009.
Numerosi interventi hanno visto l’impiego di strutture in legno lamellare e CLT, che hanno permesso di creare edifici sicuri, esteticamente gradevoli e a basso impatto ambientale. Questi esempi sono testimoni di come il legno possa rappresentare una risorsa fondamentale per la ricostruzione, non solo dal punto di vista tecnico ma anche per la qualità della vita e la vivibilità degli spazi.
Sperimentazione: Accupoli, la prima struttura italiana in compensato
Accupoli è un progetto sperimentale – sociale nato ad Accumoli, nel contesto post-terremoto dell’Italia centrale, come simbolo di rinascita e coesione comunitaria.
Si tratta di un centro civico di 185 mq, realizzato con struttura antisismica e materiali prefabbricati, pensato per ospitare eventi e attività collettive.
L’edificio è costruito con pannelli in compensato di okumé e rivestito esternamente con lastre in policarbonato che favoriscono la luce naturale.
È la prima struttura in compensato di questo tipo in Italia, progettata per essere leggera, modulare, facilmente assemblabile, smontabile e riutilizzabile, ideale in contesti di emergenza. Il progetto è stato sviluppato da laa- lorenaalessioarchitetti, H.E.L.P. 6.5 e l’Hiroto Kobayashi Lab (Keio University), con il supporto di Compagnia di San Paolo, ACRI e ANIEM Piemonte. Accupoli è stato presentato alla Biennale di Venezia 2018 e ha ottenuto una Menzione d’Onore al The Plan Award.
Vigolungo, evoluzione delle costruzioni a secco
Un altro progetto di grande interesse è Canale Vigolungo Showroom&Offices, un lavoro innovativo che sperimenta l’uso del compensato di pioppo per la realizzazione di strutture prefabbricate a portale.
Lo studio laa ha sviluppato un nuovo sistema di giunzione, chiamato PoplyHouse, ideale per costruzioni a secco, impiegato nella realizzazione di un edificio di 160 mq destinato a showroom e uffici per l’azienda E. Vigolungo S.p.A.
L’edificio si trova accanto alla sede produttiva dell’azienda, in un contesto industriale ma circondato dal verde, con viste panoramiche sulle colline del Roero. La struttura è tecnologicamente avanzata e offre ambienti accoglienti grazie all’uso estensivo del pioppo, che conferisce un’atmosfera naturale e luminosa.
Valorizza il rapporto con l’esterno attraverso grandi vetrate e affacci sul paesaggio.
All’interno, una parete-biblioteca in legno divide visivamente showroom e uffici, mantenendo coerenza nei materiali e nelle forme. Angolo cottura e bagno si distinguono per le finiture in multistrato di pioppo arancione.
La struttura si compone di due corpi modulari, con sei portali assemblati tramite incastri di pannelli in multistrato di pioppo, tagliati a controllo numerico. I componenti edilizi sono prefabbricati, con pareti e solai a pannelli “box” isolati in fibra di legno e dotati di rivestimenti acustici.
Le facciate sono ventilate e rivestite con listelli di pioppo trattati per resistere agli agenti atmosferici. Grandi finestre a tutta altezza garantiscono luce naturale e viste sul paesaggio. Protezioni solari e una pensilina trasparente collegano l’edificio al contesto industriale, mentre il tetto ventilato è rifinito in alluminio. Il sistema costruttivo, completamente prefabbricato, permette un’installazione rapida e precisa. Il compensato di pioppo si dimostra un materiale ideale: leggero, versatile, esteticamente pregiato e altamente sostenibile. Proveniente da coltivazioni nazionali, il pioppo cresce velocemente, non impoverisce il suolo ed è utile anche per l’ambiente grazie alle sue proprietà ecologiche.
Intervista a Lorena Alessio, architetto e professoressa ordinaria alla Feng Chia University, Taiwan
Lorena Alessio si è occupata della progettazione con il compensato e della ricostruzione di una parte di territorio del centro Italia offeso dal terremoto del 2016.
Perché la scelta del legno?
Durante la mia permanenza in Giappone per studio, lavoro e insegnamento alla Hosei University, ho avuto modo di apprezzare ed analizzare l’architettura tradizionale giapponese. Nel 2011, a seguito dello tsunami, ebbi modo di osservare il lavoro del professore Hiroto Kobayashi, sulla sperimentazione della costruzione in compensato proponendo un edificio di auto-costruzione per i pescatori della zona del Miyagi.
Ebbi modo di effettuare una serie di collaborazioni con Kobayashi. Nel 2016, decisi di collaborare con lui al progetto per Accumoli, per una proposta innovativa dal punto di vista strutturale, progettando il centro aggregativo.
Il progetto Accupoli trae ispirazione da una concezione orientale, si può sintetizzare?
Il progetto presenta una struttura ad incastro, composta da moduli facilmente trasportabili e tagliati con precisione, grazie all’uso di macchine CNC.
L’architettura tradizionale giapponese è in legno ed è realizzata con elementi ad incastro. L’assenza di chiodi, o un loro uso molto limitato, rende le strutture molto flessibili in caso di terremoti, flessibilità che permette all’edificio di non collassare. La decisione di lavorare con il compensato fu fatta per sperimentare un materiale che in genere non viene utilizzato per le strutture.
Per il progetto di Accumoli utilizzai il compensato di legno Okumè, per la sua caratteristica di essere resistente all’umidità e perché realizzato con fogli immersi in vernici intumescenti.
Il progetto del centro aggregativo è pensato in modo modulare, rivestito con materiale semi-trasparente, la sera si presenta come una lanterna che invita alla partecipazione.
Secondo lei il legno potrebbe essere una soluzione per l’edilizia del futuro anche nel nostro Paese?
Il legno è sicuramente un materiale da tenere in considerazione nelle soluzioni per l’edilizia, sia dal punto di vista strutturale, che per finiture. Molti sono gli studi ini merito ed oggi è possibile realizzare anche costruzioni di altezza elevate. Continuo ad osservare quanto viene sperimentato in Giappone, anche nell’architettura contemporanea.
Si è occupata anche di altri progetti legati a questo materiale?
Il progetto di Accumoli presentava l’utilizzo di viti per l’assemblaggio dei moduli strutturali e la prefabbricazione si è limitata alla struttura. A seguito di tale esperienza, decisi di indagare la prefabbricazione per l’intera realizzazione di un edificio e di sperimentare una struttura in compensato, basata su giunti a puro incastro, senza l’utilizzo di chiodi o viti. Realizzai tale struttura sperimentale per l’azienda E.Vigolungo S.p.A. a Canale, nel cuneese, con il materiale prodotto dall’azienda stessa, il compensato di pioppo.
Alle due sfide sopra menzionate, si aggiunse quindi la peculiarità dell’uso di un legno non molto resistente. A seguito di mesi di sperimentazione, creammo la struttura ed un progetto che realizzammo come prototipo, lo show-room con uffici per l’azienda stessa. Il pioppo si caratterizza per la sua coltivazione in pianura. Ad edificio completato piantammo il numero di alberi utilizzati per la produzione del compensato impiegato.
Tra dieci anni vi sarà nuovamente la risorsa a disposizione per una nuova costruzione.
Il più alto edificio di Norcia
A Norcia, in una delle aree a più alto rischio sismico d’Italia, è in corso la realizzazione del primo edificio residenziale di cinque piani fuori terra (più sottotetto) interamente costruito in legno X-Lam. Si tratta del fabbricato in legno più alto mai progettato nella città.
L’intervento, ad opera di Studio Sensi rientra nel processo di ricostruzione post-sisma ed è frutto di una progettazione strutturale avanzata che unisce innovazione ingegneristica, sostenibilità ambientale e sicurezza antisismica. Il progetto rappresenta una sfida tecnica significativa, considerata la posizione in un’area sismicamente attiva e la scelta di un materiale non convenzionale per edifici multipiano.
Il legno, selezionato come materiale strutturale principale, è stato scelto per le sue proprietà antisismiche: leggerezza, duttilità, elevata resistenza meccanica e comportamento prevedibile in fase progettuale. Le strutture verticali fuori terra sono realizzate con pannelli X-Lam, le specifiche tecniche prevedono: pannelli a cinque strati (137 mm) per pareti perimetrali e interne, pannelli a tre strati (120 mm) per le pareti della scala, pannelli a cinque strati (200 mm) per i solai.
Il progetto integra materiali diversi a seconda delle esigenze strutturali (cemento armato, acciaio).
Grazie a questa combinazione tecnologica e costruttiva, l’edificio raggiunge elevate prestazioni: classe sismica A+, il massimo livello di sicurezza previsto dalla normativa italiana, classe energetica A, ottenuta tramite un eccellente isolamento termico, soluzioni impiantistiche avanzate e l’eliminazione dei ponti termici grazie al sistema Radicsol. Il progetto dimostra come un approccio integrato e multidisciplinare alla progettazione possa garantire contemporaneamente sicurezza sismica, efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
L’edificio beneficia del bonus volumetrico del 10% previsto dall’Ordinanza 222 per gli interventi di demolizione e ricostruzione in legno.
“Le costruzioni in legno offrono innanzitutto un’elevata resistenza sismica grazie alla leggerezza e alla flessibilità del materiale, che assorbe efficacemente le sollecitazioni. Al contempo, l’impiego di sistemi prefabbricati consente di velocizzare notevolmente i tempi di cantiere: un fattore determinante nella ricostruzione post sismica, dove è essenziale ridurre i disagi e favorire il rapido rientro delle persone nelle proprie case. Il legno, grazie alla sua leggerezza e flessibilità, riduce il rischio di danni strutturali anche in caso di nuove scosse. Inoltre, in caso di evento sismico severo, la plasticizzazione avviene normalmente sui fissaggi al piede, che, in condizioni estreme, risultano facilmente sostituibili. Ciò permette di intervenire in modo rapido e poco invasivo, garantendo maggiore durabilità e sicurezza dell’edificio”, spiega Daniele Sensi di Studio Sensi. “Tra le esperienze più significative dello studio posso citare un edificio a tre piani realizzato ad Amatrice, dove erano previste accelerazioni di progetto fino a 1.6g, un valore estremamente elevato. Grazie all’uso di sistemi in legno e connessioni metalliche ben dimensionate, si è garantito un ottimo comportamento antisismico, con un’elevata dissipazione dell’energia e la possibilità di intervenire rapidamente sui fissaggi in caso di necessità. E a Norcia abbiamo completato la progettazione di un edificio pionieristico: una struttura di cinque piani più sottotetto in legno che diventerà l’edificio più alto della città e tra i più elevati dell’Umbria realizzati con questa tecnologia”.
Progetto C.A.S.E. di Wood Beton
Un altro esempio di applicazione del legno nella ricostruzione post-sismica è il progetto C.A.S.E. di Wood Beton per il terremoto dell’Aquila del 2009.
Gli edifici sono composti ciascuno da quattro blocchi di tre piani, collegati tra loro da tre vani scala arretrati rispetto alla facciata, creando una distinzione visiva tra le parti. Ogni piano ospita otto appartamenti di diverse tipologie (mono-, bi-, tri- e quadrilocali) per rispondere a differenti esigenze abitative. La struttura è interamente realizzata in X-lam, comprese pareti, solai, scale, vani ascensore e balconi. Tutti i componenti sono stati prefabbricati in stabilimento e assemblati in cantiere, consentendo tempi di costruzione rapidi e garantendo elevati standard di comfort e risparmio energetico. In totale sono stati costruiti 192 alloggi, con un ritmo di 24 unità ogni 55 giorni.
Normativa attuale, incentivi e prospettive future: lo stato dell’arte in Italia e in Europa
In Italia, il principale riferimento normativo è rappresentato dalle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018), che dedicano ampio spazio alle strutture in legno (Capitolo 4.4). Le NTC definiscono i criteri di progettazione, esecuzione e controllo, con particolare attenzione alle azioni sismiche. L’obiettivo è garantire un comportamento duttile e dissipativo dell’edificio, fondamentale nelle aree ad alta sismicità.
A livello europeo, la progettazione delle strutture in legno è regolata dall’Eurocodice 5 (EN 1995-1-1), integrato con l’Eurocodice 8 (EN 1998) per la progettazione in zona sismica. Questi documenti forniscono criteri armonizzati per tutti i Paesi membri, promuovendo l’adozione di tecnologie costruttive avanzate, come il cross-laminated timber (CLT). Nel contesto delle ricostruzioni post-sisma, numerosi interventi normativi a livello regionale e nazionale hanno incentivato l’uso del legno, riconoscendone l’efficacia in termini di sicurezza e tempi di realizzazione.
In particolare, i piani di ricostruzione post-terremoto (come quelli del Centro Italia 2016) prevedono la possibilità di ricostruire edifici in legno in deroga parziale alle preesistenze, a patto che venga rispettata la normativa antisismica vigente.
In sintesi, l’attuale impianto normativo favorisce l’impiego del legno nelle aree colpite da eventi sismici, riconoscendone i vantaggi strutturali e ambientali, purché la progettazione segua criteri rigorosi e certificati. Un’opportunità concreta per coniugare sicurezza, innovazione e sostenibilità nella nuova edilizia.
Incentivi: l’importante Ordinanza n. 222 del 31 gennaio 2025
L’Ordinanza n. 222 del 31 gennaio 2025 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 63 del 17 marzo 2025, introduce incentivi per la ricostruzione post-sismica con strutture in legno, applicabili agli edifici privati gravemente danneggiati (stato di danno L4) nel cratere del sisma 2016-2017.
L’ordinanza prevede una maggiorazione del 10% sul contributo per la demolizione e ricostruzione di edifici con strutture portanti in legno. Questa misura mira a promuovere l’uso del legno come materiale antisismico ed ecocompatibile, favorire la sostenibilità ambientale ed economica dell’Appennino centrale, contrastare lo spopolamento, creando nuove opportunità di lavoro, garantire una gestione sostenibile delle foreste.
Dettagli tecnici e applicativi
L’incentivo si applica agli edifici con stato di danno L4, ossia quelli più gravi e strutturalmente compromessi. Inoltre, per tali edifici è previsto un aumento del 5% del costo parametrico per la ricostruzione e un ulteriore 2% per gli interventi di efficientamento energetico. FederlegnoArredo ha accolto favorevolmente questa misura, evidenziando che rappresenta il primo riconoscimento ufficiale in Italia dell’impiego del legno nelle costruzioni, con ricadute positive sulle filiere produttive locali e nel rispetto di una gestione forestale sostenibile.
Il ruolo delle associazioni di categoria
Dell’Ordinanza si è parlato anche al Salone del Mobile di Milano, in un incontro di Assolegno di FederlegnoArredo con il Commissario Straordinario per la ricostruzione del sisma 2016 Guido Castelli, Alessandra Stefani, Presidente del Cluster Nazionale Italia Foresta Legno e Fabio Renzi, Segretario Generale di Fondazione Symbola, per riflettere sulla ricostruzione post-sisma nell’Appennino Centrale, il più grande cantiere edile d’Europa.
Lo scopo è incentivare l’impiego del legno nell’ambito edilizio, puntando a una ricostruzione solida, di alta qualità e attenta all’ambiente, contribuendo così al rilancio economico e sociale delle zone coinvolte. In questo scenario, il legno si conferma un materiale particolarmente adatto, grazie alle sue doti di sostenibilità, resistenza e rapidità nella messa in opera. Nei prossimi mesi, Fondazione Symbola e FederlegnoArredo, in collaborazione con la Struttura Commissariale, promuoveranno una serie di incontri nei territori colpiti per sensibilizzare sia i cittadini, che gli enti locali e le imprese sulle potenzialità dell’edilizia in legno.
“Con 28 miliardi di investimenti il cratere sisma 2016 è oggi il più grande cantiere edile d’Europa. Aver previsto una maggiorazione per chi sceglierà di ricostruire con strutture in legno è un segnale importante per il settore ma è anche una sfida per le opportunità che il legno nell’edilizia può offrire al territorio”, ha spiegato Guido Castelli. “L’obiettivo è attivare una dinamica virtuosa che attraverso lo sviluppo di una filiera legno 100% italiana, oltre ad assicurare una maggiore stabilità del settore rispetto ai rischi che derivano dalle importazioni come il regolamento EUDR e i dazi, si valorizzi l’enorme patrimonio forestale dell’Italia centrale attualmente in stato di abbandono. Il bonus legno sisma è un incentivo che partendo da una necessità emergenziale come il sisma intende mettere le basi per un’economia stabile e duratura dell’Appennino centrale”.
Prospettive future
Le prospettive future per l’uso del legno nelle riqualificazioni post-sismiche sono molto promettenti. Con l’avanzamento delle tecnologie costruttive e l’adozione di nuove normative che incoraggiano l’utilizzo di materiali sostenibili, il legno sta diventando sempre più una scelta privilegiata per la progettazione di edifici sismoresistenti. La sua combinazione di sostenibilità, sicurezza e versatilità lo rende uno dei materiali più promettenti per rispondere alle sfide della ricostruzione in aree sismiche. Il quadro normativo italiano ed europeo ha seguito questa evoluzione, integrando specifiche disposizioni tecniche volte a garantire sicurezza, durabilità e qualità nelle opere in legno.
FAQ legno nelle riqualificazioni post-sismiche
Perché il legno è considerato un materiale adatto nelle ricostruzioni post sismiche?
Il legno è un materiale leggero, elastico e resistente, qualità che lo rendono ideale per affrontare le sollecitazioni sismiche. La sua capacità di dissipare energia e deformarsi senza collassare consente agli edifici in legno di resistere meglio ai terremoti rispetto a strutture più rigide e pesanti.
Gli edifici in legno sono davvero sicuri e duraturi nel tempo?
Sì, se progettati e realizzati correttamente, gli edifici in legno possono durare secoli. Tecnologie moderne come il legno lamellare o il CLT (Cross Laminated Timber) offrono ottime prestazioni strutturali, resistenza al fuoco e isolamento termico, rendendo il legno competitivo rispetto a materiali tradizionali come cemento e acciaio.
Il legno è adatto a tutte le zone sismiche e condizioni climatiche?
Sì, il legno può essere utilizzato in tutte le zone sismiche, anche in aree ad alto rischio. Inoltre, con i giusti trattamenti e una corretta manutenzione, è resistente anche a condizioni climatiche avverse come umidità, freddo o escursioni termiche elevate.
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