Milano e i grattacieli: la città cresce in altezza

Milano sta crescendo e lo fa in altezza. Lo skyline della città meneghina negli ultimi anni si è arricchito di innovativi edifici, sviluppati in altezza e simbolo del respiro internazionale e contemporaneo a cui punta la città. Dalle prime torri di fine anni ’50 a quelle di City Life, gli interessanti esempi di architettura si moltiplicano per le vie di Milano.

di Arch. Gaia Mussi

Come si è trasformato lo Skyline della città di Milano

Indice:

L’architettura e i manufatti presenti su un territorio ne testimoniano la storia e i cambiamenti nel tempo, a prova delle conoscenze e delle capacità dell’uomo. Il mutamento del paesaggio antropizzato dipende da diversi fattori, tecnici e socio-culturali, per il semplice motivo che gli attori in campo sono molti, dal committente al progettista. Pensiamo alla città di Milano, che negli ultimi decenni è stata testimone di un cambiamento del proprio skyline, con la realizzazione di edifici che puntano sull’altezza e danno alla città un volto nuovo e contemporaneo.

Costruire in altezza: il significato dei grattacieli

Il grattacielo – dall’inglese skyscraper – nasce alle fine dell’800 a Chicago, quando la città venne in gran parte distrutta da un incendio e i prezzi dei terreni salirono. Fu quindi una necessità – quella di costruire edifici commerciali e per uffici in un’area limitata e dai prezzi elevati – a dar vita a quello che sarebbe divenuto il simbolo di modernità e avanguardia. Fu così che durante il XX secolo negli Stati Uniti, soprattutto a Manhattan, iniziò una sorta di competizione all’edificio più alto. Un significato chiaro se si pensa al Chrysler Building (New York 1928-1930), che venne concepito come una dimostrazione del successo di un’azienda, una sorta di “cattedrale del capitalismo”. Il grattacielo era diventato uno strumento per risolvere problemi concreti, come la concentrazione di persone ed attività occupando poco suolo, e per comunicare la potenza o il successo di un’azienda o un marchio.

Home Insurance Building a Chicago,  uno dei primi grattacieli al mondo
A sinistra l’Home Insurance Building a Chicago, considerato uno dei primi grattacieli al mondo, e il Chrysler Buildig di New York

I primi grattacieli a Milano, Torre Velasca e Grattacielo Pirelli

A partire da metà degli anni Cinquanta Milano pone le fondamenta per diventare una città moderna a pari di altre in Europa. Gli esempi di architettura moderna iniziarono a diffondersi per l’intera Milano e saranno anche quartieri in periferia a dare un’ulteriore testimonianza dello slancio moderno della città.

Tra gli anni 50 e 60 sul panorama milanese svettarono i primi due grattacieli. Il Grattacielo Pirelli, realizzato tra il 1958 e il 1961 simbolo dell’industria milanese e della rinascita economica, è vicino alla Stazione Centrale e fu progettato da Gio Ponti con l’affiancamento di Pierluigi Nervi. Raggiunge i 33 piani, i servizi sono posti nella zona centrale e si percepisce la struttura in calcestruzzo armato, non in acciaio come avveniva nei grattacieli d’oltreoceano. Le facciate sono leggere, con file di vetro e alluminio che donano un aspetto unico a questo oggetto, definito dalla critica “di design”. Un’idea di modernità italiana, che non vuole emulare i grattacieli statunitensi.

Grattacielo Pirelli a Milano

Ancor più caratteristica la Torre Velasca dei BBPR, costruita tra il 1956 e il 1958. L’edificio è di 26 piani, gli ultimi sono dedicati ad abitazioni e la struttura è in cemento armato, con pilastri rastremati. Ad un corpo centrale si contrappone un secondo blocco superiore sporgente, retto da apposite travi. La critica si divise, da un lato l’edificio risultava estraneo al centro storico in cui si colloca, dall’altro era troppo legato alla tradizione rispetto al modernismo razionale europeo. In ogni caso, entrambi gli edifici possono essere considerati come una rivalsa del modernismo italiano sul formalismo europeo.

Torre Velasca a Milano
Torre Velasca, Flicrk Philip Wong

Di questa epoca è anche Torre Galfa, di Melchiorre Bega, che lasciato per anni inutilizzato è stato occupato dal Centro per le Arti di Milano. Una torre di 109 metri e 31 piani, di pianta rettangolare e con struttura in cemento armato nascosta dalle facciate continue in vetro.

Skyline di Milano: sempre più verticale

Negli ultimi dieci anni Milano si è arricchita di edifici che testimoniano come l’altezza sia occasione di sperimentazione non solo visiva, ma anche tecnologica. Materiali e soluzioni tecniche innovative per nuovi grattacieli milanesi green.

In ordine cronologico, citiamo per primo Palazzo Lombardia, inaugurato nel 2011 realizzato su progetto di studio Pei, Cobb Freed & Partners e Caputo & Partners. La torre di 43 piani raggiunge i 161 metri di altezza è in cls armato, acciaio e vetro e Piazza Città di Lombardia, ricavata dagli edifici curvilinei adiacenti la torre, è la più grande piazza coperta d’Europa. Simbolo ormai della città di Milano, concede ai visitatori una magnifica vista sulla città dal suo 39° piano.

Palazzo Lombardia di Milano
Palazzo Lombardia – Fonte: Regione Lombardia

Una delle principali aree oggetto di cambiamento è quella di Garibaldi, dove l’area tra corso Como, Porta Nuova e Isola è stata completamente rivisitata grazie alla Torre UniCredit, centro direzionale dalle forme decisamente contemporanee. La torre è alta 231 metri per un totale di 31 piani e termina con una guglia imponente di 85m, che quando cala il sole si illumina di svariati colori. Una spirale che si assottiglia verso l’alto, forme sono sinuose, una facciata interamente vetrata ed una scandita orizzontalmente dai frangisole. L’edificio rientra nel progetto Porta Nuova e ha dato vita ad uno degli spazi più apprezzati negli ultimi anni dai milanesi – e non solo: Piazza Gae Aulenti.

Grattacielo Unicredit a Milano

Poco lontano si trova un altro eccellente esempio di architettura contemporanea, apprezzato molto anche al di fuori dei confini nazionali: il Bosco Verticale di Stefano Boeri, terminato nel 2014. Due torri, una di 110 metri e una di 72 metri, che hanno proposto una rivisitazione dell’abitare sostenibile, con i noti balconi verdi. Lo scopo era favorire la biodiversità urbana e la relazione tra interno ed esterno, con più di 2000 specie. Il valore del progetto è stato riconosciuto con diversi premi, tra cui quello del “grattacielo più bello ed innovativo del mondo” secondo il Council on Tall Buildings and Urbam Habitat.

Bosco Verticale a Milano

City Life e i grattacieli internazionali

La più recente area soggetta a riqualificazione è stata quella di City Life, ex sede della Fiera campionaria, che prevede la realizzazione di 3 alte torri firmate da grandi architetti. La prima ad essere ultimata è la torre di Arata Isozaki, la Torre Allianz, l’unica ad alzarsi in modo rettilineo. Dal 2015 è la più alta della città, con i suoi 209 metri di altezza. I piani sono 50 e sulla cima della torre è stata posta una copia della Madonnina. La pianta è di forma rettangolare e su una platea palificata si innalzano due cuori in calcestruzzo e degli elementi compositi acciaio-calcestruzzo, che permetteranno dei piani completamenti liberi. In fase di realizzazione la torre Hadid, Torre Generali, alta 170 metri e 44 piani. L’edificio è contraddistinto da una torsione del volume, che da origine ad un corpo dalle linee sinuose e la struttura è in calcestruzzo. L’ultima torre è la Torre Libeskind, un grattacielo curvo che raggiungerà i 175 metri di altezza per un totale di 28 piani. La forma è compatta e il core centrale in cui trovano spazio i servizi di distribuzione, garantisce flessibilità dello spazio.

Immagine del progetto concluso delle tre torri di City Life
Immagine del progetto concluso delle tre torri di City Life

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