Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
La progettazione degli edifici di oggi richiede necessariamente obiettivi di elevate prestazioni energetiche, ma software e simulazioni non sono l’unica cosa che conta. Che l’edificio sia di recente costruzione o meno non fa differenza, le prestazioni dell’involucro possono essere realmente indagate e verificate con apposite indagini strumentali, che vanno dalla termografia al Blower Door Test. Indice degli argomenti: Alcune indagini sull’involucro non invasive La tenuta all’aria dell’involucro: il Blower Door Test Come funziona il Blower Door Test Valutare sul campo le prestazioni dell’involucro di un edificio è di considerevole utilità e ci permette di conoscerne il reale comportamento, per il quale ci si limita troppo spesso a calcoli e simulazioni. Questo tipo di indagine è certamente utile negli edifici esistenti e datati su cui è necessario intervenire con consapevolezza, ma anche nelle recenti costruzioni è possibile verificare l’esito progettuale. Indagare l’involucro significa conoscerne eventuali condizioni di degrado, le effettive prestazioni termiche, i ponti termici e la tenuta all’aria. Alcune indagini sull’involucro non invasive Per valutare le prestazioni dell’involucro sono necessari appositi strumenti e la tecnologia che forse tutti ormai conosciamo è la termografia. Le termocamere, infatti, sono un ottimo esempio di strumento utilizzato per l’analisi termica dell’involucro, del quale misurano la temperatura superficiale. Questa tecnica rientra nell’insieme di indagini non distruttive, adatte per questo motivo a qualsiasi tipo di costruzione. La termocamera testo 890 offre immagini di altissima qualità ai professionisti più esigenti Il termoflussimetro, invece, è uno strumento che permette di conoscere la trasmittanza di un elemento opaco di cui non è nota la stratigrafia senza effettuare carotaggi o prove invasive, grazie a un sistema composto da un data-logger, una piastra flussimetrica e coppie di sensori a contatto in grado di misurare il flusso di calore che attraversa l’elemento opaco oggetto di studio. Se vogliamo informazioni su un serramento lo strumento che fa al caso nostro è lo spessimetro per vetro, che permette di conoscere lo spessore dei singoli vetri del vetrocamera, delle camere d’aria o di gas, la presenza di trattamenti o di pellicole. Per le ispezioni di sezioni interne della struttura, altrimenti irraggiungibili, si ricorre al supporto di un endoscopio a fibre ottiche, composto da un cavo flessibile con una telecamera alla sua estremità. Le fibre ottiche illuminano e trasmettono al tecnico addetto ai lavori le immagini. Anche se è necessario fare un piccolo foro – il diametro degli endoscopi va da 4 millimetri a più di 12 – questa pratica è comunque poco invasiva e fondamentale quando si opera su edifici di cui non si ha alcuna informazione progettuale o sulla stratigrafia. La tenuta all’aria dell’involucro: il Blower Door Test Un edificio deve avere una buona tenuta all’aria, in quanto la differenza di pressione tra interno ed esterno può causare infiltrazioni di aria indesiderate e causare dispersioni termiche, problemi di umidità e di condensa. Anche in questo caso parliamo di un’indagine per nulla invasiva e che non ha alcuna conseguenza sull’integrità e lo stato degli ambienti interni. Questo test è particolarmente indicato per gli edifici in costruzione, poiché se svolto prima della fine lavori permette di intervenire e correggere errori che anche se piccoli, possono causare grandi conseguenze sulle prestazioni globali dell’involucro. Misurare l’ermeticità di un edificio, inoltre, consente di progettare in modo più accurato la ventilazione dello stesso, conoscendo gli effettivi carichi dovuti alle dispersioni per infiltrazioni attraverso l’involucro. Il Blower Door Test è una tecnica normata dalla UNI EN ISO 9972:2015 che da un paio di anni ha sostituito la precedente UNI EN 13829 “Prestazione termica degli edifici – Determinazione della permeabilità all’aria degli edifici – Metodo di pressurizzazione mediante ventilatore”. Oltre al funzionamento del ventilatore, del software per l’elaborazione dei dati e dell’ausilio del termoanemometro per misurare le infiltrazioni, è talvolta indicato effettuare prima anche un test dei fumi. Il Blower Door Test è utile per testare la tenuta all’aria di un edificio, che viene messo in pressione grazie ad un apposite ventilator. Fonte: Retrotec Come funziona il Blower Door Test Il Blower Door Test viene svolto in 3 differenti fasi in cui grazie al ventilatore si mettono in pressione gli ambienti interni dell’edificio oggetto d’esame. In ogni step cambia la pressione generata meccanicamente. Nel primo è di 50 Pa costante, individuando i principali punti di permeabilità; nel secondo si crea una situazione gradualmente variabile con differenze di pressioni tra i 70 Pa e i 25 Pa, registrando i volumi di aria scambiati con l’esterno e calcolando l’indice di quantità di aria penetrata nell’unità di tempo; nel terzo step si ripete la precedente sequenza ma creando una sovrappressione. Se a questo test si combina l’indagine termografica, è possibile individuare nel dettaglio e in modo completo le dispersioni termiche causate dalla scarsa tenuta all’aria dell’edificio. La tenuta all’aria è molto spesso sottovalutata e trascurata, ma una maggior coscienza della complessità dell’involucro è fondamentale se vogliamo che le costruzioni di oggi siano davvero efficienti come vorremmo. Per svolgere il Blower Door Test si pone il ventilatore in un telaio che viene incastrato nella porta di ingresso Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento