Museo degli scavi a Siracusa

IPOTESI PER LA VALORIZZAZAZIONE DELLA MEMORIA DEI LUOGHI E LA PROTEZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI

La scelta di impiegare un sistema che si compone per pezzi e si assembla a secco, ha consentito la progettazione di un modulo che nel “Museo degli Scavi a Siracusa” risponde alla necessità, comune alle aree archeologiche, di protezione e  copertura dello scavo ed esposizione del materiale rinvenuto. Nel caso specifico diventa copertura della strada romana adiacente al Parco Archeologico della Neapolis. L’impiego dell’acciaio S460 per le parti strutturali e del Larimar Pet, per gli elementi frangisole ha risposto ai requisiti di leggerezza e reversibilità.

Il progetto esecutivo ha tenuto conto sia della necessità del profilo del singolo pezzo di proteggere e contenere sia della disomogeneità e delicatezza del contesto ambientale preesistente diventando non solo traduzione in manufatto tecnicamente realizzabile ma anche organizzazione del cantiere per la messa in opera.

Costituito da una galleria fredda, spazio del percorrere e una calda, museo in fieri, per i ritrovamenti nel cantiere circostante è macchina per esporre, fruire e guardare.I percorsi sovrapposti di addetti ai lavori ed utenti pongono al pari dell’oggetto esposto l’attività dell’archeologo. Una spina centrale alla quota intermedia tra sito archeologico e gallerie tiene insieme la struttura che culmina nel laboratorio-teca.
Ad esso giungono le passerelle provenienti dal cantiere, luogo di cavalletti a copertura delle singole aree di scavo. Il museo si colloca in un sistema a scala urbana, con l’intenzione di ricostruire una topografia archeologica della città, a partire da ciò di cui resta memoria. A questo scopo, in ciascuna area archeologica individuata è stato pensato un intervento atto ad agevolarne la fruizione.
E’ sperimentale l’utilizzo degli stessi pezzi progettati, composti in modo differente, secondo necessità. Il progetto si propone di ridurre la distanza tra architettura e archeologia discipline profondamente legate ma ancora distanti. L’ impiego di una forma tecnica a risposta delle necessità funzionali ha trovato nel lavoro di Jean Prouvè un profondo riferimento, come lo è stato quello di Angelo Mangiarotti, nella predisposizione alla sperimentazione tecnologica di materiali e tecniche costruttive, e l’importanza delle componenti e le loro connessioni tradotte in semplicità e chiarezza di composizione e funzione.

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Museo degli scavi a Siracusa
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