Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Dalla collaborazione tra l’azienda italiana Wasp e l’Istituto di architettura della Catalogna di Barcellona è nata una strategia che permette oggi di realizzare strutture portanti in terra cruda in tridimensionale con la tecnologia Crane. Per facilitare il processo di estrusione è stata perfezionata una miscela a base di argilla e fibre di riso Quale sarà il futuro dell’edilizia? Sarà simile a ciò che abbiamo conosciuto per decenni oppure assomiglierà all’industrializzazione spinta off-site preconizzata da alcuni? O sarà un domani realizzato attraverso le sperimentazioni ottenute dalle nuove tecnologie di stampa tridimensionale? Difficile dirlo, difficile fare previsioni. Probabilmente, le tecnologie vecchie e nuove andranno a braccetto ancora a lungo e alcune di queste, specie quelle più avanzate, si concentreranno su alcune nicchie di mercato, che più di altre saranno disponibili e aperte al cambiamento. Fatto sta che la stampa in 3D per le costruzioni trova nuove e sempre più raffinate sperimentazioni e applicazioni. È quello che è accaduto grazie alla collaborazione tra Wasp, azienda italiana di Massa Lombarda in provincia di Ravenna che produce stampanti 3D, e lo Iaac, l’Istituto di architettura avanzata della Catalogna di Barcellona. Dalla loro attività di ricerca è stata sviluppata una nuova strategia per la stampa in 3D, attraverso la tecnologia Crane, per la realizzazione di strutture portanti in terra cruda. Il muro portante realizzato in stampa 3D (Wasp-Iaac) Il muro stampato in 3D è stato progettato dai ricercatori dello Iaac, mentre Wasp, attraverso Crane, si è occupata di realizzare l’opera: il tutto all’interno di Open Thesis Fabrication, un programma di ricerca applicata che si è occupato dell’impatto della fabbricazione additiva nelle costruzioni e nell’architettura sostenibile. La sperimentazione prosegue il lavoro già avviato con Digital Adobe Wall dello Iaac del febbraio dello scorso anno, e Gaia di Wasp dell’ottobre 2018. Obiettivo di questa seconda fase di sperimentazione era elaborare concrete soluzioni progettuali per abitazioni sostenibili e a basso costo, anche perché la tecnologia 3D è sempre più considerata una strategia costruttiva praticabile, grazie allo sviluppo dei metodi di design in continua evoluzione. Su questa via il programma Open Thesis Fabrication forma ricercatori e professionisti sui metodi di fabbricazione a controllo numerico, favorendo anche nuove opportunità nell’ambito dell’architettura bioclimatica. Il prototipo in scala 1:1 è una porzione di muro dello spessore di 40 centimetri, con elementi lignei integrati, a supporto di una scala a sbalzo accuratamente studiata per ancorarsi alla parete. Tale risultato può essere considerato un significativo passo in avanti verso la realizzazione di strutture stampate in 3D in terra cruda con funzione portante. Allo scopo è stata perfezionata una miscela a base di argilla e fibre di riso da parte della start-up italiana RiceHouse con l’obiettivo di facilitare il processo di estrusione (l’attività della start-up è concentrata sull’impiego in bioedilizia di materiali di scarto del riso; nda). Per il processo di stampa 3D sono occorse 40 ore di lavoro, con un quantitativo di materiale pari a due metri cubi, articolati in maniera tale da conferire al contempo solidità e espressività formale. Dettagli di progetto di muratura L’intenzione futura di Wasp e Iaac è consolidare la rete di partner in diversi settori di attività: dalla progettazione architettonica alla ricerca universitaria, dalle associazioni umanitarie alle organizzazioni internazionali. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento