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La facciata di Notre-Dame prima dell’incendio del 2019 Indice degli argomenti Toggle La storia del monumento e l’incendioI dettagli del restauro del secoloLa protezione al fuocoLa ricostruzione del tetto e della gugliaIl contributo di MapeiGli altri lavori in programma Notre-Dame torna a risplendere. L’iconica cattedrale francese ha riaperto ufficialmente domenica 8 dicembre, segnando il primo ingresso del pubblico dopo il devastante incendio del 2019 che aveva quasi distrutto il monumento, custode di 861 anni di storia. Il restauro, completato in soli cinque anni, rappresenta un’impresa straordinaria per una struttura la cui costruzione richiese quasi due secoli. Scopriamo i principali passi del restauro e le innovazioni apportate alla copertura dell’iconica cattedrale, con anche una presenza italiana tra le aziende che hanno partecipato ai lavori. La storia del monumento e l’incendio Costruita tra il XII e il XIV secolo, è uno dei massimi esempi di architettura gotica e dal 1991 è inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. La cattedrale è celebre per i suoi elementi distintivi, tra cui le due torri frontali alte 69 metri, che ospitano le campane, la slanciata guglia collocata sulla crociera e i magnifici rosoni in vetro colorato. Il 15 aprile 2019, tuttavia, un devastante incendio, presumibilmente causato da un cortocircuito elettrico, anche se le cause precise non sono mai state del tutto chiarite, distrusse la copertura in legno della cattedrale. Le fiamme portarono al crollo della storica guglia, danneggiarono gravemente i rosoni e distrussero circa i due terzi del tetto. L’incendio fu contenuto solo dopo quasi nove ore di intervento da parte dei vigili del fuoco. I dettagli del restauro del secolo Il restauro di Notre-Dame è stato ufficialmente avviato il 9 dicembre 2021, a seguito dell’approvazione dell’ente francese competente. Questo ambizioso progetto è stato reso possibile grazie al sostegno finanziario di numerosi cittadini privati, oltre che a fondi pubblici, garantendo progressi costanti verso il completamento dell’opera. Il maxi cantiere è costato 700 milioni, ma c’è anche chi parla di 860 milioni. Il cantiere durante i lavori di restauro – Credit Romaric Toussaint Nella prima fase dei lavori, durata circa due anni, è stato essenziale mettere in sicurezza la cattedrale, che aveva subito gravi danni strutturali ed era esposta al rischio di crollo. Gli archi rampanti, che fungevano da contrafforti per le alte pareti gotiche, sono stati sostenuti da grandi centine. Un tetto provvisorio impermeabile è stato installato per proteggere la struttura dalle intemperie, mentre l’ingente impalcatura metallica utilizzata per il restauro della guglia è stata progressivamente rimossa, aprendo la strada al restauro delle strutture. Parallelamente, è iniziata una meticolosa operazione di pulizia e restauro delle superfici, svolta in condizioni operative particolari a causa del rischio di contaminazione da piombo nell’area. Questo lavoro è stato accompagnato dal consolidamento di tutti gli spazi interni: dalla navata centrale a quelle laterali, dalle gallerie alle cappelle, fino al deambulatorio del coro e alla sagrestia. La protezione al fuoco La ricostruzione ha integrato un avanzato sistema antincendio, suddiviso in componenti attive e passive. Per quanto riguarda quella attiva, un sistema di tubature distribuisce acqua tramite una rete di ugelli posizionati sotto la copertura. Questo sistema entra in funzione automaticamente grazie al monitoraggio continuo dell’aria interna alla cattedrale. Ulteriori precauzioni includono l’uso di termocamere per il controllo delle aree più sensibili, come la nuova guglia. Per il lato passivo, invece, gli elementi strutturali della copertura sono stati ispessiti di 15 mm oltre i requisiti standard, aumentando la resistenza al calore. Inoltre, una compartimentazione interna, realizzata con travature reticolari, permette di isolare eventuali incendi e rallentarne la propagazione, garantendo maggiore protezione alla struttura. La ricostruzione del tetto e della guglia Obiettivo del restauro era quello di ricreare la guglia sul tetto, fedele all’originale distrutta nel 2019, con i suoi 96 metri di altezza. Basata sui disegni storici, è stata realizzata utilizzando legno proveniente da circa 2.000 alberi. Il processo, articolato in quattro fasi principali, ha richiesto un meticoloso assemblaggio sul posto, culminato con la creazione di un’ossatura composta da 11 anelli concentrici in legno. La nuova copertura è rifinita in piombo, mentre il punto più alto della guglia conserva reliquie salvate dall’incendio del 2019. Una delle maggiori sfide è stata rappresentata dal sistema di impalcature utilizzato, alto fino a 100 metri e dal peso di 600 tonnellate. Il contributo di Mapei Anche Mapei ha preso parte al progetto di restauro della cattedrale di Notre-Dame de Paris. L’azienda italiana ha applicato le proprie competenze avanzate nel rinforzo strutturale; i lavori di ricostruzione delle volte sono iniziati nella primavera del 2022, dopo aver formato muratori e scalpellini sull’uso corretto della soluzione scelta dall’azienda. Credit Mapei France Con l’obiettivo di ripristinare la situazione pre-incendio, Mapei ha fornito una malta premiscelata a base di calce idraulica naturale (NHL) ed Eco-Pozzolana, rinforzata con una rete di fibra di vetro. Questa soluzione è stata sviluppata appositamente per il consolidamento di opere storiche e approvata da un team di tre architetti esperti in monumenti storici: Philippe Villeneuve, Rémi Fromont e Pascal Prunet, con la collaborazione dell’architetto italiano Carlo Blasi per le strutture. La soluzione proposta è stata sottoposta a un anno di test, sia in laboratorio che in situ, prima di ottenere l’approvazione definitiva da parte degli architetti coinvolti nel progetto. “Questo intervento strutturale, agendo come un vero e proprio guscio, restituisce alle volte in muratura la loro originaria forma e resistenza – dichiara Thomas Briac, ingegnere addetto ai lavori dell’azienda Lefèvre – mitigando gli effetti di futuri movimenti ed evitando fratture nei giunti con le adiacenti zone ricostruite. Il ricorso alle tecnologie più innovative è di grande aiuto perché un progetto sul patrimonio non è per questo un progetto fuori dal suo tempo”. Gli altri lavori in programma Seppure i lavori principali di restauro siano ormai conclusi, ulteriori interventi continueranno nei prossimi anni, con la previsione che l’immenso cantiere di Notre-Dame non sarà completamente terminato prima del 2030. A partire dal 2025, avrà inizio una nuova fase di restauri che coinvolgerà gli esterni della cattedrale, con interventi sulla facciata, sulla copertura della sagrestia, sugli archi rampanti e sul capocroce — tutte aree che avrebbero già dovuto essere restaurate prima dell’incendio. Questa parte del restauro sarà finanziata con 140 milioni di euro. Inoltre, lo scorso ottobre, la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha annunciato l’avvio dei lavori per un nuovo allestimento del sagrato e dei giardini di Notre-Dame. Questo progetto, che prenderà il via nell’autunno del 2025 e durerà almeno tre anni, sarà finanziato interamente dalla città di Parigi, con una cifra di 50 milioni di euro destinata alla sua realizzazione. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento