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Abbattere una parete interna per unire ambienti diversi può avere un grande impatto estetico, ma bisogna valutare caso per caso, analizzare le proprie esigenze ed affidarsi ad un professionista. Ecco qualche consiglio. Progetto in bioedilizia dove è stato realizzato un open space tra salotto e zona pranzo/cucina. (Studio di progettazione Arch. Mauro Piantoni) Indice degli argomenti: Come si riconosce un muro portante da un tramezzo? Costi di demolizione e detrazioni Arredi e complementi veri protagonisti del progetto Intervista a Mauro Piantoni Il lockdown ha evidenziato l’importanza di avere ambienti separati in casa, soprattutto se si ha una famiglia numerosa. Tuttavia la creazione di open space nel residenziale privato (specie tra cucina e soggiorno) resta ancora la tendenza più marcata nei progetti attuali. Le ragioni sono molteplici, si va dal maggior apporto di luce naturale che offre l’open space, alla possibilità di giocare con arredi e complementi e magari di modificare di volta in volta la posizione dei diversi angoli funzionali (l’area pranzo e la zona lettura, per esempio), fino a ragioni di ordine puramente estetico. In fase di costruzione, inoltre l’open space prevede costi minori rispetto alla partizione tradizionale perché presenta meno pareti interne e offre la possibilità di realizzare grandi aperture vetrate che mettono in collegamento costante l’ambiente domestico con il contesto esterno, sia esso un paesaggio naturale o urbano. Ovviamente resta una scelta soggettiva che deriva dalle esigenze personali e familiari. Come si riconosce un muro portante da un tramezzo? Premesso che in questi casi è d’obbligo chiedere il parere dell’esperto, i muri portanti hanno generalmente uno spessore maggiore di 12-15 cm, e si trovano in posizioni precise nella pianta dell’abitazione, è necessario quindi individuare le travi sul soffitto che sostengono i muri portanti. Uno dei metodi più rudimentali è quello di bussare sulle pareti: quelle portanti restituiscono un suono sordo, mentre i divisori (o tramezzi) producono una piccola eco. Costi di demolizione e detrazioni Il costo per abbattere una parete interna è circa di 20 euro/mq, a cui vanno aggiunti i costi di smaltimento dei materiali di risulta (si va da 10 a 20 euro/mq per lo smaltimento e da 50 a 100 euro/mq per il trasporto) e i costi per le pratiche burocratiche. Un’immagine esemplificativa di cantiere in relazione alla modifica delle partizioni interne. (Studio di progettazione Arch. Mauro Piantoni) L’abbattimento di una parete interna in quanto opera straordinaria rientra negli interventi che beneficiano della detrazione del 50% per le ristrutturazioni. La quota è detraibile dall’Irpef, fino ad un tetto massimo di 96 mila euro e l’incentivo è valido fino al 31 dicembre 2020. Arredi e complementi veri protagonisti del progetto Generalmente l’open space accorpa gli spazi funzionali della zona giorno, soggiorno/pranzo/cucina. È per questo che molte aziende del settore propongono ormai da diversi anni sistemi arredo coordinati realizzati ad hoc per avere open space omogenei e ben armonizzati, seppur suddivisi in aree di utilizzo (zona pranzo, living, cucina, angolo lettura, ecc…). R1 nella composizione Forma bianco laccato lucido, di Rastelli (design Ulisse Narcisi), è realizzata per sfruttare al meglio lo spazio, la cucina è sviluppata in modo da creare una sorta di “oasi” all’interno dell’ambiente living. L’isola centrale, adibita a zona cottura e lavaggio, è collegata al piano da uno snack in HPL Navajo Gold, ideale per la colazione, per socializzare oppure come ulteriore piano di lavoro. Coerenti con lo stile essenziale della cucina, i contenitori living completano una composizione perfetta per uno spazio nel quale muoversi senza soluzione di continuità con la zona giorno, all’insegna del design e dell’eleganza E vi sono anche molti mobili e complementi che nascono proprio con l’interno di far dialogare i diversi ambienti del living, veri connettori architettonici, oltreché elementi funzionali. È il caso di alcune credenze, vetrine e di sistemi arredo ibridi, formati da scaffali ed elementi contenitivi. Intervista a Mauro Piantoni Abbiamo chiesto pro e contro delle due soluzioni a Mauro Piantoni, titolare dell’omonimo studio a Milano. Prospettiva dall’alto di un appartamento in cui la zona giorno e l’angolo cucina sono situati in un unico ambiente, con uno schizzo del progetto. (Studio di progettazione Arch. Mauro Piantoni) Cucina a vista di design o ambienti separati per meglio isolare gli ambienti? Non c’è a mio avviso una risposta giusta e una sbagliata a questa domanda. Alla base di ogni progetto ci deve essere la corretta interpretazione delle esigenze del cliente. Se amate cucinare la “Cazzuola” ogni weekend, forse l’ambiente openspace non fa al caso vostro, se invece avete spesso ospiti a cena e volete condividere anche il momento della preparazione della cena, magari sorseggiando uno spritz con gli amici, non ci sono dubbi, l’open space è la soluzione giusta per voi. Ho volutamente estremizzato ma il tema è tutt’altro che banale. Io suggerisco ai miei clienti di valutare sempre entrambe le ipotesi, poiché anche i più convinti (su una posizione piuttosto che sull’altra), una volta visualizzati gli ambienti nelle due configurazioni hanno poi gli strumenti per affrontare la scelta in modo consapevole, quindi il mio primo consiglio è quello di non fossilizzarsi su un’idea, magari trasmessa dai genitori, la classica osservazione sugli odori, ma affidarsi ad un professionista che vi prospetti più soluzioni spiegandovi i pro e i contro di una e dell’altra, solo così potrete fare la scelta più giusta per voi senza rimpianti. L’open space è una soluzione molto in voga negli ultimi anni e ha dei vantaggi notevoli sotto il punto di vista della convivialità degli spazi, inoltre le cucine offrono soluzioni molto interessanti per dare un tocco di design agli ambienti domestici, basti pensare alle “isole”, penisole e ai sistemi di aspirazione con cappe integrate nei piani cottura, oggi prevalentemente ad induzione. Tale soluzione ha anche dei limiti, poiché demolire pareti, oltre ad avere dei costi maggiori, toglie delle pareti interne alla casa, che potrebbero essere invece utili per ospitare alcuni elementi d’arredo, quali il mobile tv, una libreria o lo schienale per il divano. Fondamentale infatti analizzare ogni singolo caso insieme ad un professionista preparato. Quali sono i fattori tecnici da tenere in considerazione? Alcuni muri posso avere funzione portante ed abbatterli potrebbe creare scompensi alla struttura del fabbricato, o comunque vi potrebbero essere degli extracosti notevoli per intervenire strutturalmente, magari integrando una struttura in un ribassamento in cartongesso per ovviare a tale problema. Le modifiche alla distribuzione interna devono rispettare delle normative specifiche, ad esempio i rapporti aero-illuminanti minimi, oppure il fatto che i servizi devono essere “disimpegnati” rispetto alla zona giorno, quindi realizzare le opere in modo “selvaggio” e senza preoccuparsi di quali norme rispettare può essere controproducente, specialmente per quando magari arriverà il momento di vendere l’immobile, che se non è a norma richiederà costosi interventi per ripristinare lo stato dei luoghi prima dei lavori. Quali procedure burocratiche bisogna seguire? Prima di tutto la definizione del progetto architettonico in accordo con il committente, noi di solito presentiamo almeno 3 soluzioni: Soft, Medium e Hard, diversificate per costo dell’intervento. Poi la presentazione di Pratiche Edilizie: C.I.L.A, in caso di opere interne non strutturali; SCIA, in caso vi siano opere stutturali, e in tal caso occorre coinvolgere un ingegnere che presenti il Deposito Sismico, ovvero la pratica delle strutture (una volta si parlava di Cementi armati). Redazione di Computo metrico Estimativo rispetto al progetto esecutivo concordato col cliente: definizione dei costi dell’intervento. Redazione di Capitolato d’appalto (senza prezzi) per selezionare l’impresa col miglior rapporto qualità prezzo (attenzione ai conflitti d’interessi: l’impresa e il professionista devono essere due entità distinte, solo così l’architetto potrà fare la Direzione lavori controllando al meglio l’operato dell’impresa esecutrice. Direzione lavori: l’architetto segue i lavori con sopralluoghi frequenti e controlla l’operato di tutti i fornitori, dal muratore, all’idraulico, al mobiliere e segnala ogni volta che vi siano delle problematiche relative alla qualità o ai costi. Fine Lavori: aggiornamento scheda catastale dell’immobile, consegna copia della documentazione al cliente e firma del verbale di consegna dell’impresa. Se si segue questo percorso le probabilità che qualcosa vada storto nell’intervento di ristrutturazione sono minime. Inoltre, un computo metrico fatto bene evita sorprese in corso d’opera per quanto riguarda il budget. Alcuni accorgimenti: Avvisare sempre i vicini in modo educato e cortese che state per eseguire dei lavori, apporre i cartelli in condominio e rispettare gli orari (iniziare a martellare alle 7 di sabato mattina potrebbe non essere una buona idea). Verificare che l’impresa abbia una adeguata assicurazione professionale per danni a terzi. Farsi assistere per la preparazione di un contratto adeguato con l’impresa che tuteli in modo equo entrambe le parti. La cucina Ego di Abimis è protagonista di un’abitazione fiorentina costruita come un open space. Il piano terra, l’ambiente più grande dell’edificio, si sviluppa attorno alla cucina, un’elegante isola in acciaio costruita su misura per rispondere alle esigenze e ai desideri dei proprietari. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento