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Ha il vantaggio di essere luminoso e di favorire la socializzazione, ma è necessario distinguere le funzioni per avere un’abitazione confortevole ed efficiente. L’importanza di riflettere sull’articolazione di un open space è arrivata con la pandemia e i mesi di lockdown. Ma non occorre rialzare le pareti, le soluzioni di design sono molteplici, dalla pavimentazione differenziata, agli elementi d’arredo trasformabili, fino all’utilizzo strategico della pittura. Ecco i consigli di alcuni architetti e interior design Img by flickr Indice degli argomenti: Costi Le soluzioni degli architetti: Sabrina Montagnoli – ZeumaDesign Gianluca M. Parisi (designer del prodotto e d’interni.) – Studio Cubo Raffaele Caruso – Raffaele Caruso Architetto Studio Nos Design Architetto Fabrizio Forniti – FAD Fucine Architettura L’open space è uno spazio continuo, senza divisioni murarie che prevede la compresenza di due o più funzioni diverse. È una tendenza che si è affermata negli ultimi decenni, talvolta una soluzione adottata per ampliare visivamente i piccoli spazi di monolocali e appartamenti di città, guardando ai grandi progettisti del Movimento Moderno che inventarono il concept. Si abbattono le pareti tra cucina, sala da pranzo e soggiorno creando una superficie fluida, dove ogni ambiente dialoga con l’esterno, si amplifica la luminosità e la socializzazione tra coloro che vi abitano è più facile. Un concetto bello e funzionale, salvo ritrovarsi inaspettatamente a condividere questo stesso spazio per mesi durante tutta la giornata. I vari lockdown che stiamo vivendo in effetti hanno in molti casi fatto emergere quanto sia importante, tra le mura domestiche, poter contare su spazi separati, piccoli angoli studio, ambienti isolati sia visivamente che acusticamente per poter tenere videoconferenze o semplicemente nicchie per la propria privacy. E non si tratta di tornare ad alzare le pareti e ripristinare un ambiente tradizionale, basta adottare qualche escamotage, interventi non strutturali e quindi facilmente reversibili e il gioco è fatto. Le soluzioni sono molteplici, da quelle meno invasive e più economiche, come gli arredi, magari trasformabili (pareti attrezzate con aperture a scomparsa, tavoli apribili, divano letto, librerie a giorno, ecc… .); alle soluzioni più strutturali come la realizzazioni di piccole strutture in cartongesso. E nel range di possibilità anche delle soluzioni inedite come il colore per creare ambienti con “effetto box” e l’utilizzo di pavimentazioni diverse per distinguere gli ambienti. Costi I costi di queste operazioni sono estremamente variabili, come diverse sono le soluzioni. Il costo dei divano letto spazia da 200 euro a qualche migliaia di euro, in base al fatto che siano prodotti industriali o realizzati artigianalmente. Lo stesso vale per gli altri elementi d’arredo, consolle, pareti attrezzate, tavoli trasformabili: se sono realizzati su misura per esigenze di spazio e di disegno il costo è molto più alto rispetto a quelli di fabbrica. Bigfoot è il sistema di arredo a scomparsa di Protek che permette di ampliare, comporre e nascondere gli spazi. Per quanto riguarda le pareti divisorie (muretti, separé, archi) per le quali si utilizza generalmente il cartongesso, si deve considerare, ovviamente, il costo del materiale e la mano d’opera. Il costo del cartongesso oscilla tra 30 euro e 50 euro al mq, circa e dipende molto dall’accessibilità al luogo in cui si deve lavorare e anche dall’ampiezza dell’opera che si deve realizzare. Anche i costi della manodopera sono vari, si oscilla tra 8/10 e 25 euro all’ora. Le soluzioni degli architetti Sabrina Montagnoli – ZeumaDesign Fondatrice di ZeumaDesign, è architetto e interior design. Dopo aver lavorato per importanti studi come ABDR, ha iniziato la libera professione nella città di Roma. Tra le sue specializzazioni c’è anche quella di Consulente del colore. “L’open space garantisce una maggior fruibilità dello spazio e la possibilità di sfruttarlo a pieno, perché si eliminano i corridoi di accesso aumentando i mq. Inoltre la casa viene percepita più grande a colpo d’occhio. Gli open space, infatti li troviamo spesso nelle case piccole o di nuova costruzione, oppure nei loft, che sono gli open space per antonomasia. L’ambiente appare anche più luminoso, grazie alla somma dell’apporto della luce naturale di tutti gli spazi coinvolti nell’open space. Infine l’open space favorisce la convivialità e la conversazione. Tuttavia è importante arredarlo con criterio, per vivere bene due aree così diverse come la cucina e l’area relax. Arch. Sabrina Montagnoli – ZeumaDesign – Casa B – Una casa ispirata alla filosofia zen che vuole trasmettere calma e distensione. Per realizzarla l’architetto ha previsto mobili trasformabili, come la consolle/tavolo da pranzo e il mobile dietro il divano, disegnato su misura, che diventa una postazione di lavoro. È stata progettata anche una parete attrezzata invisibile con aperture a scomparsa. La via più facile per marcare le aree funzionali sono gli arredi, per esempio, ponendo il divano del soggiorno di spalle alla cucina e orientare l’attenzione di chi si siede verso il salone (dalla parte opposta alla cucina). Per migliorare l’estetica del lato B del divano, vi si può accostare un mobile contenitore, con doppia funzione divisoria e contenitiva. Se lo spazio è troppo ridotto si può utilizzare un piano d’appoggio alto che fa sia da tavolo da pranzo, che da piano per le preparazioni. Anche il tavolo può essere utilizzato per separare la cucina dal soggiorno e può essere accostato (anch’esso come il mobile contenitore) al retro del divano. La cucina nell’open space può avere una forma a U a L o lineare. Per dividerla dal soggiorno si può utilizzare un’isola, se lo spazio è ampio, oppure la penisola, se la cucina ha una forma a U o a L. Un’altra soluzione non invasiva per dividere graficamente l’open space è il pavimento, si può per esempio prevederne due tipologie diverse, per materiale o per colore (per es. parquet per la zona giorno e gres per la cucina). Oppure si può rialzare la cucina attraverso un piano a gradini e magari creare un controsoffitto della stessa altezza, in questo caso è opportuno stare attenti a preservare l’altezza minima consentita dell’ambiente. Nell’open space è molto importante il colore, per creare un’armonia di fondo. Tuttavia è possibile osare con pareti colorate nell’area della cucina, e per ottenere l’effetto “box” si possono dipingere dello stesso colore pareti e soffitto della cucina. Di grande tendenza sono anche le vetrate, incorniciate da telai in legno verniciato. E per ovviare al problema degli odori provenienti dalla cucina si può optare per una porta scorrevole”. Gianluca M. Parisi (designer del prodotto e d’interni.) – Studio Cubo Studio Cubo è composto da un team di professionisti che coopera in diversi settori del design. Studio Cubo – Un progetto d’nterior realizzato dallo studio in una villa vicino a Londra. “L’open space è uno spazio generoso e altamente configurabile, ma non è adatto a tutti. Molto spesso noto che da professionisti e clienti, viene seguito un layout interno quasi come se fosse imposto, ma ad ognuno va il suo. In questo sono molto vicino all’idea di “genius loci” inseguita da Frank Lloyd Wright, grande organicista alla ricerca dell’armonia tra struttura e luogo in cui l’una si inserisce senza che si imponga all’altro. Per me, dunque, le persone dovrebbero vivere in armonia con la propria abitazione. Immaginiamo due persone che convivono in un open space e lavorano entrambi da casa. Possono subentrare differenti problematiche: rumori, orari di lavoro differenti, call conference che si sovrappongono, ecc. Le soluzioni in questo caso sono svariate: pareti a scomparsa, divisioni parziali tramite pareti in cartongesso (sono spesso utilizzate per via dei costi più contenuti, soppalchi (se si dispone delle altezze), soluzioni modulari tramite pannelli retrattili (spesso usati per gli uffici, ma adatti ad alcune soluzioni abitative), porte a scomparsa (trasparenti o satinate). Altri aspetti fondamentali negli open space sono: la disposizione degli elementi, i movimenti dell’utente all’interno degli spazi, i colori, l’arredamento”. Raffaele Caruso – Raffaele Caruso Architetto Laureato in Architettura all’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Raffaele Caruso si occupa di Architettura & Interior Design. Raffaele Caruso – la Gallery House a Roma, con la quinta in vetro fumé “Nel mio progetto Gallery House, nella zona pranzo ho utilizzato una quinta con un vetro fumé, un elemento divisorio poco invasivo e che però conferisce un minimo di privacy. Raffaele Caruso – la Surf House, dove la cucina è nascosta nell’open space Per realizzare un open space tuttavia gli ambienti devono avere una certa metratura, non si possono realizzare in qualsiasi situazione e ambiente perché l’effetto non sarebbe sempre gradevole. Negli spazi piccoli, per esempio, gli ambienti non separati creano spesso un tutt’uno che non è gradevole, sia a livello visivo che di vivibilià. Surf House Talvolta è meglio avere un cucinotto piccolo chiuso anziché uno scenario disordinato. Nella mia Surf House la cucina è come se si nascondesse nell’open space”. Studio Nos Design Lo Studio Nos Design è stato fondato nel 2012 dall’architetto Benedetta Gargiulo Morelli e dall’Architetto Simona La Cognata. Nos Design – Designer’s loft a Roma, con pavimentazione differenziata “L’open space per NOS Design è uno spazio che si flessibile e polifunzionale. Un progetto che racchiude questo ideale è quello di una scuola internazionale realizzata per un concorso. Si tratta di un vero e proprio spazio “open” e flessibile, in quanto lo si può declinare in sei configurazioni differenti in relazione alle attività svolte dagli studenti. Nos Design – La scuola il cui spazio ha un concept flessibile Le aule sono caratterizzate dalla presenza di pannelli in legno a tutt’altezza che si possono aprire e chiudere in relazione alla configurazione che si vuol dare allo spazio. Questo è reso possibile anche grazie alla continuità e al rapporto diretto che si può avere con lo spazio esterno e con il cortile. Il concetto di polifunzionalità in questo modo consente di sfruttare lo stesso spazio, di offrire occasioni di condivisione, rispondendo al contempo a più esigenze degli utenti per la creazione a tutti gli effetti dello Smart Space”. Nos Design – Residenza Scipioni nel quartiere Prati di Roma, open space con parete discontinua Lo studio si è occupato anche di soluzioni residenziali, come si evince dalle opere pubblicate sul sito, facendo ricorso a diverse strategie per articolare gli spazi in open space, dalla pavimentazione differenziata, all’utilizzo di pareti non completamente omogenee, oppure utilizzando elementi d’arredo. Nos Design – Sight house a Roma, con penisola divisoria Architetto Fabrizio Forniti – FAD Fucine Architettura FAD Fucine Architettura è stato fondato a Roma dall’architetto Forniti nel 2014 ed è dedicato all’architettura e al design. Architetto Fabrizio Forniti – FAD Fucine Architettura – Colori da abitare – Appartamento nel quartiere Parioli di Roma. La cucina è rialzata rispetto al piano del soggiorno e all’interno dell’open space si è utilizzata anche una differenziazione nei pavimenti. L’approccio dell’architetto e dello studio da lui fondato verso il concetto di open space si vede bene in questo progetto nel quartiere Parioli di Roma, dove ci troviamo di fronte ad un ampio spazio unico che comprende cucina e soggiorno ma, allo stesso tempo, ben articolato. La cucina Poliform è rialzata rispetto al livello del soggiorno attraverso tre gradini e la divisione è rimarcata anche da una soluzione funzionale, la diversificazione del pavimento: in parquet nel soggiorno e in resina (Kerakoll) nelle aree di passaggio. Oltre al dislivello, inoltre, la cucina è separata dal soggiorno da un’isola attrezzata con l’area lavaggio. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento