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Il piano per la Fase 3 della task force guidata da Vittorio Colao punta su efficienza energetica, transizione alle rinnovabili, ma anche su bioedilizia, verde e mobilità sostenibile Indice degli argomenti: Piano Colao: cos’è, com’è strutturato e il ruolo dell’energia Piano Colao per l’efficienza energetica: bioedilizia e rinnovabili Piano Colao: spazio a economia circolare e verde Piano Colao per la mobilità sostenibile: elettrico, ibrido e bici Efficienza energetica, transizione alle fonti energetiche rinnovabili, bioedilizia, mobilità smart e sostenibile aumento e tutela del verde, economia circolare: nel Piano Colao trovano posto tutti questi concetti nella strategia di sviluppo per la Fase 3 e per il rilancio dopo la crisi innescata dalla pandemia Covid-19. Piano Colao: cos’è, com’è strutturato e il ruolo dell’energia S’intitola “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022” il piano predisposto dal comitato di esperti in materia economica e sociale guidato da Vittorio Colao, dirigente d’azienda ed ex amministratore delegato di Vodafone. Il piano si struttura in 121 pagine, sei macro-obiettivi e altrettanti macro-settori: Imprese e Lavoro; Infrastrutture e Ambiente; Turismo, Arte e Cultura; Pubblica Amministrazione; Istruzione, Ricerca e Competenze; Individui e Famiglie. Alla voce “Infrastrutture e Ambiente” trovano spazio temi legati all’energia, in due passaggi specifici: “Sblocco e accelerazione investimenti operatori del settore energetico” ed “Efficienza e transizione energetica e Tecnologie energetiche innovative”. Il primo intende accelerare la realizzazione di infrastrutture energetiche e idriche, e predisporre un piano di salvaguardia del patrimonio ambientale. La necessità è sbloccare autorizzazioni per i significativi investimenti privati già approvati dagli operatori del settore energetico anche nel campo del repowering degli impianti di produzione da fonti rinnovabili, e individuare i progetti chiave che richiedono un’accelerazione degli investimenti e la riduzione dei relativi tempi autorizzativi, anche con interventi specifici per il settore energetico. La task force, nel piano, parte dalla consapevolezza che attualmente non sono previsti percorsi prioritari per progetti di transizione energetica, “limitando di fatto il raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNIEC”, in termini di produzione da rinnovabili, efficienza energetica, e riduzione di emissioni di CO2. Da qui la necessità di individuare, attraverso il dialogo con i principali operatori del settore energia, i progetti chiave in campo energetico che necessitano di un’accelerazione degli investimenti e della definizione un piano di azione specifico. Si richiedono anche interventi per ridurre i tempi autorizzativi in linea con le procedure di semplificazione della normativa e assicurare la perentorietà dei termini nel procedimento autorizzativo, in particolare per impianti Fer. Piano Colao per l’efficienza energetica: bioedilizia e rinnovabili La “scheda 30” è dedicata all’efficientamento energetico e alla transizione alle rinnovabili. Si vuole accelerare la realizzazione di infrastrutture energetiche e idriche, e predisporre un piano di salvaguardia del patrimonio ambientale. La consapevolezza è che la pandemia Covid-19 “rischia di rallentare la realizzazione dei progetti di transizione energetica, esponendo il sistema Paese ad un rischio climatico e competitivo a lungo termine”. Si ricordano le strategie ed obiettivi di decarbonizzazione, a livello europeo con il Green Deal che prevede un piano decennale di investimenti pubblici e privati per circa 2.600 miliardi di euro, e della recente EU Climate Law, per la neutralità climatica nel 2050 e la riduzione di emissioni di CO2 fino al 50-55% nel 2030. Parallelamente, il Piano Nazionale Pniec “traccia la strategia energetica italiana di medio e lungo termine”, con 180 miliardi di investimenti aggiuntivi al 2030. “È dunque fondamentale sostenere questo percorso affinché si continui con la messa a terra degli investimenti utili al raggiungimento degli obiettivi Pniec prefissati”. Per centrare tali obiettivi è necessario, oltre a definire un piano a lungo termine di decarbonizzazione, anche l’istituzione di un percorso privilegiato per gli interventi di transizione energetica. Inoltre è necessario incentivare l’efficienza energetica e la transizione mediante la produzione e l’auto-produzione di energia rinnovabile da parte di imprese, dell’amministrazione pubblica locale e centrale e privati attraverso interventi autorizzativi, regolatori e fiscali. Sono anche da incentivare le nuove tecnologie emergenti, come le nuove rinnovabili: l’energia da moto ondoso, l’idrogeno verde, le soluzioni per lo stoccaggio della CO2. Per quanto riguarda l’efficienza energetica, occorre puntare sulle imprese, rinnovando “la norma sui Certificati Bianchi” almeno fino al 2030, e istituendo una fiscalità energetica con “carbon tax”. Anche la bioedilizia trova spazio tra le misure da promuovere per incentivare la transizione energetica dei privati insieme al rafforzamento della produzione e auto-produzione energetica, e alla conversione degli impianti di condizionamento e riscaldamento. Piano Colao: spazio a economia circolare e verde Ogni anno l’Italia genera qualcosa come170 milioni di tonnellate di rifiuti, in continua crescita. Da qui assume particolare rilevanza la gestione dei rifiuti e l’economia circolare. Per questo nel Piano Colao si richiede, per esempio, di adeguare norme, incentivi e fondi relativi al trattamento di rifiuti e scarti per favorire l’attivazione “di progetti di economia circolare a livello aziendale, anche su piccola scala, attraverso un piano strategico specifico sul modello della transizione energetica”. È presente, tra le azioni specifiche, la necessità di incentivare biocombustibili e bioplastiche, di semplificare e revisionare le normative esistenti al fine di rendere efficace sia il trattamento dei rifiuti che la gestione dell’ End of Waste, favorendo il recupero e corretto smaltimento delle plastiche. Si punta a promuovere anche il rafforzamento dei green public procurement, gli appalti verdi della PA, aggiornando i criteri ambientali minimi (CAM) secondo i principi di circolarità. Per lo sviluppo e la cura del verde c’è spazio e una scheda specifica in cui si sottolinea la necessità di definire un piano di investimento finalizzato ad aumentare e preservare le aree verdi, il territorio e gli ecosistemi nazionali. Per contrastare il consumo di suolo e il conseguente dissesto idrogeologico occorre inserire obiettivi di conservazione e ripristino del capitale naturale in tutte le strategie e politiche che comportano un maggior consumo del suolo. Piano Colao per la mobilità sostenibile: elettrico, ibrido e bici La mobilità sostenibile ha anch’essa uno spazio dedicato. Consapevole che i trasporti incidono per il 25-35% sulle emissioni di CO2 totali è necessario promuovere, finanziandola, la riconversione sostenibile delle infrastrutture di trasporti e logistica ma anche sulla mobilità green leggera e relative infrastrutture. Nello specifico la task force coordinata da Vittorio Colao propone di incentivare il rinnovo del parco mezzi del Trasporto Pubblico Locale verso mezzi a basso impatto: in questo senso occorre puntare sui veicoli elettrici, oltre che ibridi e a biocombustibile. Inoltre, occorre pianificare investimenti e finanziamenti a favore della ciclabilità, incentivando la creazione dell’infrastruttura ciclistica e incoraggiandone l’utilizzo. In particolare, il Piano Colao rileva la necessità di promuovere il trasporto sostenibile e le relative infrastrutture, incentivando: lo sviluppo capillare di infrastruttura per mobilità sostenibile, come le stazioni di ricarica elettrica, anche private; la creazione dell’infrastruttura ciclistica e incoraggiarne l’utilizzo attraverso piste ciclabili, stazioni di ricarica e-bike, sistemi di sicurezza e ciclo-parcheggi. In ottica smart e green city va anche l’intendimento per favorire lo sviluppo di hub intermodali alle porte delle città, prevedendo parcheggi per privati e snodi del trasporto pubblico e piste ciclabili, oltre alla chiusura al traffico privato dei centri urbani. Infine, si intende incentivare l’utilizzo di car sharing a basso impatto, privato e aziendale, riservando spazi di parcheggio dedicati in posizioni strategiche. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento