Piscina privata, semplice e anche ecosostenibile

Realizzare una piscina, fino a qualche tempo fa lusso per pochi, è sempre più facile e in linea con le istanze ambientali

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Piscina privata, semplice e anche ecosostenibile

Realizzare una piscina nel proprio giardino, aumentando comfort e nel contempo valore dell’immobile, non è più un lusso come poteva essere un tempo, grazie alle soluzioni disponibili e all’innovazione. Anche se il progetto richiede comunque una attenta pianificazione e una altrettanto accurata valutazione, sia del luogo sia delle opzioni possibili.

Piscina interrata e fuori terra

Le piscine si distinguono essenzialmente secondo due principali situazioni realizzative, interrate e fuori terra.

Le prime, tradizionali, richiedono opere di scavo ma si integrano perfettamente con il paesaggio circostante e danno anche una sensazione di maggiore spaziosità e di profondità. Risultano così più onerose dal punto di vista costruttivo, ma offrono nel contempo anche una buona regolazione termica dell’acqua: il posizionamento entro terra e la struttura di muratura mantengono infatti più a lungo la temperatura ottimale, al contrario di altri materiali edili.  

Piscina interrata e fuori terra

Personalizzabili nelle finiture, sia dentro la vasca sia fuori, possono essere realizzate su misura, creando una struttura di calcestruzzo, impermeabilizzata e successivamente rivestita di pietra o mosaico, oppure prefabbricate, inserendo nello scavo preparato, con una platea di calcestruzzo sul fondo, dei sistemi modulari autoportanti a pannelli o un guscio monoblocco di metallo o di altro materiale ad hoc. Questa seconda ipotesi, più veloce e di conseguenza economica, non esclude la possibilità di scegliere poi i rivestimenti a proprio gusto.       

La piscina fuori terra, costruita con soluzioni autoportanti ad elementi plastici oppure di cemento – celati poi da rivestimenti lapidei o inseriti in volumi con involucro di deck o di altro materiale –, si completa velocemente, senza la necessità di scavo o di complessi lavori edili. Alcune tipologie di vetroresina, leggere e autoportanti, nonché economiche, sono addirittura smontabili a fine stagione.

Una via di mezzo, la piscina seminterrata

Esiste anche la possibilità, specialmente quando il terreno ha un dislivello, di avere una piscina seminterrata: una sorta di via di mezzo tra le due opzioni interrata e fuori terra, che in alcuni casi funziona anche da elemento architettonico di raccordo tra piani diversi. Grazie alla parte sporgente dal terreno, non è richiesto uno scavo troppo profondo e ciò riduce sensibilmente tempistiche e costi.

Piscina a sfioro parzialmente interrata di Villa Il Gioiello (progetto Pierattelli Architetture
La piscina a sfioro parzialmente interrata di Villa Il Gioiello (progetto Pierattelli Architetture), nella campagna fiorentina, è rivestita con quarzite bianca.

Come funziona la piscina a sfioro?

Gran parte delle piscine tradizionali – come quelle delle società sportive, per intenderci – ha il sistema di filtraggio a skimmer, ovvero mediante fessure posizionate perimetralmente sulla parte alta delle pareti verticali della vasca, che aspirano l’acqua, inviandola al sistema di filtraggio (da cui poi viene reimmessa in utilizzo). Il liquido così non raggiunge necessariamente mai il bordo superiore, ma resta sempre a un livello più basso del piano di camminamento.

Piscina temporanea di Myrtha per le Olimpiadi di Parigi
Piscina temporanea di Myrtha per le Olimpiadi di Parigi

Le piscine temporanee di Myrtha (marchio di Piscine Castiglione) alla Défense Arena di Parigi per le Olimpiadi e le Paralimpiadi 2024 sono realizzate con un sistema costruttivo industrializzato di acciaio inox e di pannelli riutilizzabili, che ha ridotto della metà le emissioni di CO2 rispetto ai metodi tradizionali, e una membrana composta per il 52% di materia prima riciclata e totalmente riciclabile.

Inoltre, l’impianto, dotato di tecnologia Breathe, elimina i derivati volatili della disinfezione solitamente presenti in questi ambienti e aiuta il risparmio sia idrico sia di prodotti chimici. Al termine della manifestazione le due piscine verranno smontate e ricollocate in altrettanti impianti sportivi nei pressi della capitale francese.    

I modelli a sfioro sfruttano invece, per il filtraggio, una canalina perimetrale continua posizionata in orizzontale, protetta da una griglia: l’acqua arriva al pelo di quest’ultima e defluisce verso il filtro. Si tratta di un sistema particolarmente elegante da vedere, ma anche migliore dal punto di vista della qualità dell’acqua, poiché pulisce lo strato superficiale, che è solitamente il più sporco (poiché vi si posano foglie e insetti).

Il cosiddetto sfioro “a infinito” funziona come quello classico, ma su uno dei lati della piscina – solitamente quello affacciato verso un paesaggio scenografico – ha la griglia ribassata, per cui l’acqua che esce dalla vasca ricade a cascata, sembrando quasi fondersi con la linea dell’orizzonte.

Piescina dell'hotel DEOS di Mykonos
Piescina dell’hotel DEOS di Mykonos

Le piscine private delle camere dell’hotel DEOS di Myconian Collection a Mykonos (progetto GM Architects), di muratura e a sfioro, sono progettate per diventare trait d’union tra cielo e mare.       

I permessi per realizzare una piscina

Le normative a cui fare riferimento per la realizzazione di una piscina variano da comune a comune, in base ai diversi piani regolatori, ma generalmente, a maggior ragione per soluzioni impattanti sullo stato di fatto del terreno e delle preesistenze vicine, è necessario ottenere un permesso di costruire, da richiedere all’ufficio tecnico comunale. Una piscina risulta infatti una nuova costruzione normata dal D.P.R. 380/2001 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, poiché “dotata di autonoma rilevanza urbanistica” secondo la giurisprudenza e comportante una trasformazione duratura del terreno.  

I permessi per realizzare una piscina 
Il progetto dettagliato della struttura, firmato da un tecnico abilitato, deve essere pertanto conforme alla normativa urbanistica del luogo e al piano regolatore vigente, e, se collocato in area di valore storico-paesaggistico o ambientale, ottenere preventivamente l’approvazione della Soprintendenza competente o l’autorizzazione paesaggistica.

Locali anche le norme da rispettare in fatto di sicurezza di una piscina – protezioni, percorsi, scale di accesso – e di trattamento delle acque reflue.

Unico caso in cui si può saltare la burocrazia dei permessi è quello delle piscine fuori terra in appoggio, smontabili a fine stagione, che non implicano modifiche del suolo.

Piscina ecosostenibile, come fare

L’attenzione per l’ambiente può passare anche dalla scelta di una piscina sostenibile, nei materiali e nel funzionamento. Considerando l’intero ciclo di vita di una vasca, meglio optare per materiali frutto di processi produttivi virtuosi e totalmente riciclabili, oltre che ovviamente di lunga durata.

Per il risparmio energetico coprire la piscina a fine stagione e non svuotarla

La tecnologia poi può fare la sua parte: sistemi di funzionamento, filtraggio e pulizia a basso consumo energetico, sfruttamento di fonti rinnovabili (come quella solare) per il riscaldamento e l’illuminazione a LED. Inutile poi svuotare totalmente la vasca, sprecando liquido prezioso, a fine utilizzo: basta installare una buona copertura e controllare periodicamente la pulizia, togliendo eventuali depositi.

Biopiscina naturale

Le biopiscine, molto diffuse soprattutto all’estero – in particolare nell’Europa del nord –, depurano l’acqua senza sostanze chimiche (come il cloro), sfruttando elementi presenti normalmente in natura negli ambienti fluviali e lacustri, come la sabbia, alcune piante, le rocce, i batteri.

Biopiscina naturale

In genere di medie dimensioni (si parla spesso infatti di stagno o di laghetto, poiché più è estesa la superficie più aumenta la varietà della cosiddetta area di rigenerazione, il polmone verde della piscina, e di conseguenza meglio lavora l’insieme), ricreano dei veri e propri ecosistemi acquatici simili a quelli presenti lungo le sponde dei bacini di acqua dolce, a basso impatto ambientale. Ridotto anche il costo di realizzazione e di manutenzione, rispetto a una piscina tradizionale, oltre che il risparmio per i prodotti chimici e per il consumo idrico (non c’è svuotamento stagionale) e più in generale energetico.

Quanto costa fare una piscina?

Il costo complessivo di una piscina dipende da molti fattori: dimensioni e tipologia (quelle interrate o a sfioro, ad esempio, comportano una spesa maggiore), materiali costruttivi, apparecchi accessori (pompe, illuminazione, riscaldamento…), finiture.

Il range di prezzo, comunque, varia dalle centinaia di euro per una piscina fuori terra prefabbricata e smontabile, alle decine di migliaia di euro per i modelli più grandi e sofisticati.

DIVE-IN Pool di Culligan
DIVE-IN Pool di Culligan

DIVE-IN Pool di Culligan è una soluzione plug&play grazie alla struttura monoblocco, facile e veloce da posare. Non essendo necessarie vasca di compensazione e opere edili accessorie, riduce la complessità e la tempistica del cantiere, aggiungendo nella soluzione “chiavi in mano” una zona relax, funzioni personalizzabili e diversi accessori (giochi d’acqua, panca “millebolle”, nuoto controcorrente, bocchette idromassaggio). In vetroresina, disponibile in quattro colorazioni (bianco, grigio chiaro, beige, celeste), può essere anche rivestita con mosaico. E per il risparmio energetico, è dotata di filtri a basso consumo idrico, illuminazione a LED, pompe di ultima generazione e sistemi di filtraggio di qualità.

Resina per piscine Fugabella Color di Kerakoll
Fugabella Color di Kerakoll

Fugabella Color di Kerakoll è una resina-cemento decorativa per la stuccatura di ceramica, mosaico, pietra naturale, declinata in 50 tinte contemporanee. Evidenzia le texture materiche delle pavimentazioni e crea superfici dall’uniformità estetica. Idrorepellente e ad elevata resistenza, è ideale per dare omogeneità e stabilità del colore a lungo termine anche in esterno.

 

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