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Il governo e i temi sul tavolo per il 2020. Lo sviluppo sostenibile, il clima e l’ambiente tra le parole chiave di questo nuovo anno. Oltre 150 crisi aziendali aperte al ministero dello Sviluppo economico, tra cui l’ex Ilva, l’Alitalia e il salvataggio della Popolare di Bari, mettono a rischio più di 300mila posti di lavoro. Si aprirà poi la stagione delle nomine pubbliche, con 400 cariche da rinnovare a primavera, quando arriveranno a scadenza i board delle principali aziende partecipate dal Tesoro come Eni, Enel, Leonardo, Poste, Terna ed Enav. Tante le novità per i cittadini, su famiglia, casa e auto Indice degli argomenti: Le misure per l’ambiente in Manovra Le parole chiave del 2020 e le crisi da risolvere Le misure per i cittadini Dalla plastic tax all’eliminazione, o quasi, del denaro contante, il 2020 proverà a portare da un lato la transizione ecologica, ormai non più attesa, dall’altro alcune novità economiche per i cittadini. I temi sul tavolo per il nuovo anno sono molti, tra la progressiva digitalizzazione della moneta e la voglia di sviluppo sostenibile passando per le crisi aziendali e le nomine pubbliche. In attesa della fioritura del Green deal italiano. Le misure per l’ambiente in Manovra Partendo per esempio dai provvedimenti ambientali contenuti in Manovra, ci si ritroverà ad avere a che fare con almeno una quindicina di decreti attuativi per dar seguito alle disposizioni della Legge di Bilancio; tra questi, in particolare, con la plastic tax, il pacchetto del Green deal, i Green bond e gli investimenti verdi della pubblica amministrazione. Tre decreti attuativi riguardano la plastic tax. Entro i primi giorni di marzo saranno individuate le disposizioni necessarie; ed entro maggio un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli stabilirà le modalità di attuazione di diversi aspetti della plastic tax. Per il Green deal italiano ci sono al momento poco più di 4 miliardi fino al 2023. Avranno bisogno di decreti del ministero dell’Economia, del ministero dello Sviluppo economico, del ministero dell’Ambiente; con questi provvedimenti si dovrà individuare l’organismo che si occuperà di scegliere gli interventi, definire le informazioni che le amministrazioni pubbliche dovranno comunicare al ministero dell’Economia per assicurare il monitoraggio dell’impatto delle misure verdi, le iniziative dedicate alle zone economiche ambientali. Altri decreti attuativi serviranno per lo stanziamento di 150 milioni fino al 2023 per contributi a fondo perduto per spese di investimento fino al 15%, per 40 milioni fino al 2023 per la nuova imprenditorialità, per aggiornare la disciplina sugli incentivi per assicurare l’adeguamento all’Europa sugli aiuti di Stato, e per 70 milioni fino al 2023 per garanzie sui finanziamenti, ai condomìni, per interventi di ristrutturazione dedicati all’efficienza energetica. Per l’emissione di Green bond sarà istituito un Comitato interministeriale coordinato dal ministero dell’Economia con l’obiettivo di rendere pubbliche le informazioni delle amministrazioni pubbliche per assicurare il monitoraggio delle misure ambientali; le modalità di funzionamento di questo Comitato saranno stabilite con un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (entro aprile), che invece entro febbraio dovrà decidere la ripartizione di un fondo da 21 miliardi fino al 2034 per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato, destinate soprattutto a investimenti per l’economia circolare, la decarbonizzazione, la riduzione delle emissioni, il risparmio energetico, la sostenibilità ambientale. A questi provvedimenti vanno aggiunte le norme che da tempo attendono di trovare una corsia preferenziale per intraprendere un percorso verso l’approvazione: la prima da scrivere è il Collegato ambientale (che dovrebbe contenere il vero e proprio Green deal); poi almeno due disegni di legge da tempo annunciati alle battute finali ma ancora in stand by, come quello ‘storico’ sul consumo di suolo e quello un po’ più recente come la cosìdetta legge salva-mare. Le parole chiave del 2020 e le crisi da risolvere Parole come sviluppo sostenibile, clima e ambiente entrano tra quelle chiave di quest’anno appena iniziato, secondo il sondaggio messo a punto dalla Coop-Nomisma. Gli italiani, spiega la ricerca, sono stanchi di limitarsi a sperare in un anno migliore, infatti la parola “speranza” viene superata da “cambiamento”. E per i cittadini, il rispetto dell’ambiente passa attraverso un minor uso della plastica e della riduzione dello spreco. Sul tavolo del Governo ci sono poi i tanti dossier economici. Caldi. Tre in particolare roventi: l’ex Ilva, l’Alitalia e il salvataggio della Popolare di Bari. Mentre nelle stanze del ministero dello Sviluppo economico galleggiano quasi 150 crisi aziendali aperte. I posti di lavoro a rischio sono circa 300mila. Per l’ex Ilva la data limite è il 31 gennaio, giorno entro cui il governo e Arcelor Mittal dovranno trovare un accordo. Per l’Alitalia il decreto legge assegna 400 milioni; il punto è riuscire a scovare un acquirente entro giugno. Situazione sul filo anche per il salvataggio della Banca Popolare di Bari, dopo il decreto con aiuti fino a 900 milioni. Il Fondo interbancario ha già erogato 310 milioni, parte di un aumento di capitale che potrebbe arrivare a di 1,4 miliardi. Non bisogna poi dimenticare che il 2020 è anche la stagione delle nomine pubbliche; oltre alla fioritura del Green deal ci sono 400 cariche in scadenza a primavera, dalla Rai alla Cassa depositi e prestiti (con un riassetto già deciso) a Invitalia (che ha visto la conferma della guida), dall’Agcom e al Garante della Privacy (in carica fino al 31 marzo 2020), al successore di Raffaele Cantone all’Anac, alla nomina di un commissario per il Gestore dei servizi energetici.Non sono da meno le nomine all’Agenzia delle Entrate, all’Agenzie delle Dogane, al Demanio e all’Ansfisa (l’Agenzia nazionale per la sicurezza stradale e ferroviaria). Nei prossimi mesi, e in vista della sessione delle assemblee di bilancio, verranno a scadenza i board delle principali aziende partecipate dal Tesoro: Eni, Enel, Leonardo, Poste, Terna ed Enav, Fs, Anas. Le misure per i cittadini Tante le novità che scattano per i cittadini con un impatto anche ambientale su famiglia, casa, auto e tasse. Si va dal contributo per l’asilo nido all’aumento dei giorni di permesso per i nuovi papà, ma anche un superbonus del 90% per chi rifà le facciate del proprio palazzo e la fusione tra Imu e Tasi, l’estensione del bonus bebè e la rimodulazione della tassazione sulle auto aziendali. Il 2020 sarà anche l’anno del cash-less. Il governo ha messo a punto un Piano di intervento che, con l’obiettivo di rendere tracciabili i pagamenti e meno facile l’evasione fiscale, prevede un progressivo tetto al contante e una serie di meccanismi premiali, sui pagamenti effettuati quest’anno con le carte per alcune tipologie di servizi. La prima stretta al contante, con la soglia a 2.000 euro, arriverà a luglio. Ma bisognerà fare l’abitudine all’utilizzo di carte e altri strumenti tracciabili, perché scatta da subito la norma che prevede la possibilità di portare le spese in detrazione soltanto se il pagamento viene fatto tramite un bonifico, una carta o uno strumento elettronico. In particolare per la casa, arriva quest’anno l’accorpamento della Tasi nell’Imu, senza cambiare le aliquote. La novità quest’anno è rappresentata poi dal bonus facciate. E’ un super sconto, che vale il 90% di quanto speso per il rifacimento delle facciate. Si applica alle spese sostenute nel 2020. Ci sono però alcuni paletti. Le spese dovranno riguardare aree ad alta densità di urbanizzazione e sono esclusi alcune tipologie di interventi (per esempio sugli infissi). Sul fronte immobiliare la Manovra ha confermato l’eco-bonus (con due scaglioni di sconti al 65 e al 50%), gli sconti sulle ristrutturazioni e quello sui mobili (anche ai grandi elettrodomestici di classe non inferiore a A+), il sisma-bonus e anche il bonus giardini. Per le famiglie in difficoltà arriva anche il bonus sociale per la Tari. Per la mobilità invece la norma su quelle aziendali rivoluziona la tassazione pesando sulle auto più inquinanti e alleggerendo quelle green. La norma scatta a metà anno e prevede che l’impatto delle auto ecologiche sugli stipendi scenda dal 30% al 25%, e che quello delle auto più inquinanti salga fino al 60%. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento