Pompe di calore in Italia: forte interesse, ma serve crescere ancora

Il più che positivo andamento della rassegna Heat Pump Technologies conferma il forte interesse sulle pompe di calore in Italia. Ma questo non basta: se si vuole che il mercato cresca in maniera più decisa, anche in Europa, servono determinate garanzie e stimoli

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Pompe di calore in Italia: forte interesse, ma serve crescere ancora

C’è un grande fermento sulle pompe di calore in Italia e lo conferma il positivo andamento dell’evento fieristico Heat Pump Technologies, alla sua prima edizione. Con 116 espositori e oltre seimila visitatori, ha attirato un forte interesse, nei due giorni di svolgimento, attorno alle tecnologie del settore. I convegni organizzati hanno registrato il tutto esaurito, segno che sono in molti a voler comprendere quale andamento avrà questo comparto, vanto dell’industria nazionale.

Un momento di un convegno di Heat Pump Technologies, alla sua prima edizione il 2/3 aprile 2025 a Milano

L’Italia è il secondo Paese in Europa per valore della produzione industriale (5,3 miliardi di euro), e per numero di occupati (107mila) nella filiera allargata delle pompe di calore (fonte: Assoclima/TEHA).

Per sostenere questo comparto c’è bisogno di stimoli significativi, a livello nazionale ed europeo, per accelerare la diffusione delle pompe di calore e per aiutare il settore a raggiungere l’obiettivo di REPowerEU di 60 milioni di pompe di calore aggiuntive da installare in Europa entro il 2030, ha ricordato European Heat Pump Association nel suo recente position paper.

Pompe di calore in Italia: i dati Assoclima

Sul fronte mercato delle pompe di calore in Italia, Assoclima durante la due giorni milanese, ha presentato gli ultimi dati di settore.

Il primo dato che spicca riguarda il fatturato 2024: 2,54 miliardi di euro, in calo (-5,1%) rispetto all’anno precedente. Tuttavia, ci sono dei distinguo da fare sul dato generale. Per esempio, se si escludono ibridi e pompe di calore inferiori a 17 kW, il fatturato nazionale raggiunge i 2,23 miliardi, in positivo (+2,4%) rispetto al 2023. Significa che il residenziale paga gli effetti del post Superbonus. Se poi si vanno a guardare gli altri dati relativi a mono split e multi split (il comparto più importante, con 1,33 miliardi di euro) c’è ancora un segno positivo (+3,3%) e altri si palesano nell’analisi, accanto anche a diversi cali, alcuni sensibili (i sistemi ibridi perdono il 68,9% nel confronto 2024/2023). 

Per quanto riguarda la produzione nazionale, il fatturato ha superato 1,18 miliardi di euro, segnando un +3,4% rispetto al 2023.

Le pompe di calore mostrano ottimi segnali se si guarda alle potenze più elevate: nelle categorie tra 101 kW e 900 kW, il segno positivo è quasi sempre presente, con addirittura un +61% fatto segnare dal segmento 501-700 kW e un +52% conseguito dalle pdc 701-900 kW.

Il calo del mercato europeo delle pompe di calore

Per quanto riguarda il panorama di mercato europeo, seppure si sia passati dalle 700mila unità del 2014 ai 2,8 milioni nel 2022, quadruplicando la loro penetrazione, c’è da registrare la seconda flessione nel corso di dieci anni. Dopo la prima, nel 2023 (da 2,8 a 2,6 milioni), la battuta d’arresto nel 2024 è stata più sensibile: si è arrivati a 2 milioni, il calo medio è del 22% nei 14 Paesi europei considerati, che rappresentano il 90% del mercato.

Questo decremento ha avuto importanti ripercussioni a livello occupazionale, con la perdita di 4mila posti di lavoro.

Per l’Europa, lo sviluppo delle pompe di calore non ha solo importanti implicazioni nell’efficienza energetica e nella riduzione delle emissioni, ma è anche un elemento cardine di competitività industriale. Le soluzioni made in Europe installate nel continente rappresentano il 60-73%. C’è poi da considerare che oggi il settore conta circa 170mila posti di lavoro diretti in Europa.

Cosa serve quindi per supportare la sua crescita e, allo stesso tempo, garantire una maggiore sicurezza energetica, dato che minori consumi permettono di ridurre la dipendenza di energia dall’estero? Si rendono necessarie, innanzitutto, chiarezza e stabilità delle politiche a lungo termine.

Come ha sottolineato EHPA, occorre:

“Una chiara tabella di marcia che elimini gradualmente i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili e dia priorità all’elettrificazione tramite pompe di calore: ciò favorirà una maggiore fiducia tra consumatori e produttori. Inoltre, garantire che l’elettricità utilizzata per le pompe di calore rimanga a prezzi competitivi”.

Pompe di calore: valore degli strumenti incentivanti

La situazione e le prospettive future

Le pompe di calore in Italia stanno prendendo piede con una progressione costante. Solo considerando le soluzioni aria-acqua, dal 2018 al 2024, si è passati da 42mila unità del 2018 a 94mila unità del 2024. In pratica è raddoppiato il loro numero. Se però si contano gli anni del Superbonus, dal 2021 al 2023 si sono raggiunte cifre notevolmente più elevate (nel solo 2022 si contano 294mila unità). Per una crescita stabile, nel futuro servono condizioni stabili e certezze.

Lo ha evidenziato anche Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy & Strategy Group, Politecnico di Milano, presentando una ricerca dedicata in occasione di Heat Pump Technologies.

Affinché i sistemi a pompa di calore possano diffondersi su larga scala,

«risulta fondamentale l’adozione di politiche mirate, che sostengano la competitività economica delle pompe di calore con benefici che coinvolgono sia gli aspetti legati alla decarbonizzazione sia l’ottimizzazione delle spese e l’efficientamento dei sistemi nei vari comparti. Gli strumenti incentivanti, sebbene molteplici, continuano ad avere un impatto oscillante sul mercato delle pompe di calore: questo è legato principalmente alla poca stabilità nel tempo e alla poca chiarezza in merito all’applicabilità delle varie norme».

Sugli strumenti incentivanti, si evidenzia questo andamento oscillante, tra misure che compaiono e scompaiono (eccettuato il Conto Termico, di cui si attende da tempo la pubblicazione della versione 3.0).

C’è bisogno di stabilità normativa, di incentivi programmati nel tempo, ma anche di una crescita delle competenze, oltre a un prezzo dell’energia elettrica che possa contribuire a sostenere un’ampia espansione.

Pompe di calore industriali: una potenzialità enorme, ma da cogliere

Oltre al residenziale c’è un altro settore altrettanto importante, dove le pompe di calore, in Italia e in Europa, le pompe di calore possono svolgere un ruolo importante: l’ambito industriale.

Pompe di calore industriali: una potenzialità enorme, ma da cogliere

Sempre in occasione di Heat Pump Technologies, EHPA ha dedicato il proprio convegno al ruolo delle pompe di calore industriali. Se si considera che il 60% dell’energia utilizzata dall’industria europea è destinata alla fornitura di calore, le pdc industriali possono dare un importante contributo a decarbonizzare la fornitura di calore a bassa e media temperatura negli stabilimenti, riutilizzando il calore di scarto e generando energia rinnovabile, sostituendo così petrolio e gas. Ci sono già oggi soluzioni disponibili e utilizzabili e possono raggiungere temperature fino a 180-200°C.

Il Clean Industrial Deal della Commissione europea potrà fornire uno stimolo significativo per creare condizioni opportune perché questo mercato possa crescere.

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