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Non-Extractive Architecture, il progetto multidisciplinare curato da Joseph Grima e dallo studio di design e ricerca Space Caviar, è tra gli appuntamenti più interessanti legati a architettura e sostenibilità della Biennale di Venezia. Il suo obiettivo è analizzare l’impatto dell’architettura contemporanea sul tessuto sociale, economico e culturale. Indice degli argomenti: Non-Extractive Architecture: il programma espositivo e il laboratorio di ricerca sul tema dell’architettura green Il Padiglione Italia riflette sulle Comunità Resilienti La Mostra Internazionale di Architettura è entrata ormai nel vivo: dopo lo slittamento di date legato alla pandemia, finalmente lo scorso 22 maggio la Biennale di Venezia ha inaugurato la sua 17° edizione animando gli spazi dell’Arsenale e dei Giardini. Proprio come ogni anno, la kermesse ruota attorno ad un tema cardine, un leitmotiv che si snoda attraverso le opere e le installazioni proposte da 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi nel mondo. “How we will live together?” ovvero “come vivremo insieme?”: un interrogativo doveroso e urgente che comporta più di una riflessione sul nostro domani. Gli eventi legati alla pandemia mondiale hanno solamente accelerato un discorso inevitabile: dobbiamo ripensare gli spazi in cui viviamo, definendo nuovi paradigmi abitativi. In questo scenario l’architettura ha un ruolo fondamentale: ecco che le sfide diventano opportunità e punto di partenza per offrire delle risposte ai cambiamenti in atto a livello sociale, culturale e soprattutto ambientale. Una Biennale che pone al centro tematiche come quelle della sostenibilità, della comunità e della lotta al cambiamento climatico: ripensare e trasformare il tessuto urbano e le comunità in sistemi virtuosi è diventato un obbligo. Tra gli appuntamenti più interessanti legati proprio al tema dell’architettura e sostenibilità troviamo Non-Extractive Architecture, il progetto multidisciplinare curato da Joseph Grima e dallo studio di design e ricerca Space Caviar. Non-Extractive Architecture: il programma espositivo e il laboratorio di ricerca sul tema dell’architettura green Il progetto di Grima trasformerà per un anno il volto di Palazzo delle Zattere a Venezia, rendendolo di fatto in un laboratorio polivalente che offrirà workshop, un ciclo di conferenze e che sarà una piattaforma editoriale e una residenza di ricerca. Al centro il delicato e fondamentale tema dell’architettura sostenibile. Non-Extractive Architecture: Progettare senza estinguere ha come obiettivo quello di analizzare l’impatto dell’architettura contemporanea sul tessuto sociale, economico e culturale. L’industria delle costruzioni impatta in modo significativo sull’ambiente in quanto produce il 39% delle emissioni complessive di gas serra. L’approvvigionamento di materie prime si lega alla rapida urbanizzazione del mondo: servono continuamente risorse per costruire in modo continuo seguendo i folli ritmi attuali. Ma l’uso smodato di risorse non rinnovabili, di fatto, concorre all’impoverimento di gran parte del mondo: il progetto di Joseph Grima pone l’accento non solo sul tema della sostenibilità ambientale, ma fa un passo in avanti e si interroga sulle ripercussioni politiche di questi gesti. Esistono soluzioni migliori e nuove strade da percorrere: Grima e Studio Caviar rimettono in discussione i processi della produzione architettonica per indagare possibili percorsi alternativi. Le iniziative realizzate a Palazzo delle Zattere sono numerose e seguono diversi filoni tra ricerca, residenze d’artista, programmi pubblici, progetti editoriali. Un vero e proprio laboratorio di ricerca in cui Space Caviar curerà una mostra in collaborazione con dieci candidati internazionali che prenderanno parte alle residenze d’artista. Ma non solo: Non-Extractive Architecture si articolerà in una serie di workshop pratici tenuti da designer nella vibrante realtà di Palazzo delle Zattere. Il programma annuale prevede anche un ciclo di conferenze tenute da esperti del settore che, con il loro know-how, parteciperanno al poliedrico progetto di Non-Extractive Architecture. L’esito di questa ampia iniziativa che si snoda tra workshop, dibattiti, open call e laboratori, viene documentato sulle pareti del Palazzo delle Zattere. È stato realizzato anche un libro (edito da V-A-C Foundation e da Sternberg Press) che racchiude la poetica alla base di questo nuovo approccio dell’architettura a cui seguirà una seconda edizione con i risultati del lavoro svolto durante la Biennale. Il Padiglione Italia riflette sulle Comunità Resilienti Il Padiglione Italia curato da Alessandro Melis, cuore della Mostra di Architettura, esplora le complessità del presente: il progetto Comunità Resilienti pone al centro del dibattito la questione del cambiamento climatico. L’industria dell’edilizia è responsabile della gran parte delle emissioni di anidride carbonica, per questo motivo l’architetto viene chiamato in causa per portare il proprio contributo nella lotta al climate change. Le città offrono dei modelli non più sostenibili, le risorse a disposizione non sono infinite: anche l’architettura, in quanto parte attiva nella produzione di agenti inquinanti, deve fare la sua parte per fornire risposte adeguate ai mutamenti del nostro tempo. img by https://v-a-c.org/ Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento