Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
L’edificio selezionato è collocato alla periferia della città di Milano in via Legnone. Si tratta di un lotto su cui insistono quattro volumi distinti: una villa monofamiliare, una portineria, una palazzina residenziale e un ex stabilimento industriale trasformato in uffici. L’intero complesso fu realizzato negli anni ‘30 dagli architetti Luciano Baldessari e Gio Ponti per lo stabilimento “Italcima”, ex fabbrica di cioccolato oggi convertita in uffici e abitazioni. Il progetto si sviluppa sulla copertura del corpo di fabbrica dell’ex stabilimento, un edificio a pianta rettangolare che si eleva con quattro piani fuori terra. La valenza storica dell’edificio è richiamata dalla suddivisione planimetrica della copertura, analoga a quella della tavoletta di cioccolata prodotta dallo stabilimento, studiata su una griglia originata da moduli rettangolari basati sulla sezione aurea, un implicito riferimento all’architettura razionalista. La tavoletta viene evocata anche in sezione mediante il sopralzo del terreno coltivato ad orto rispetto al piano di calpestio della copertura, prevalentemente composto da una pavimentazione in ghiaia. Lo schema viene interrotto dai due percorsi principali in deck di legno, che si incrociano unendo aree con funzione diversa (compostaggio, zona relax, la serra ed i semenzai). I due percorsi collegano idealmente due luoghi di Milano e che rappresentano le linee di collegamento con due poli importanti per la città di Milano, uno storico e l’altro attuale: l’Orto botanico di Brera ed il cluster del cioccolato presso l’area di EXPO 2015. I locali tecnici esistenti sulla copertura sono stati riutilizzati per diventare spazi utili alla gestione dell’orto, come i pollai dove potranno trovare dimora dei galli ornamentali tipo i polli Bantam “Golden Sebraight” e la compostiera. A questi si è aggiunta una serra di medie dimensioni ed un punto vendita progettati tenendo conto dei caratteri del linguaggio architettonico dell’edificio esistente. Il vano montacarichi e la scala sono stati riprogettati in modo da permettere l’accesso diretto alla copertura. E’ previsto un sistema di irrigazione basato sulla raccolta e sul riuso delle acque meteoriche; la produzione di energia per le attività dell’orto avverrà tramite l’istallazione di un pannello fotovoltaico sul tetto del vano ascensore. Per la realizzazione dell’intera copertura a verde si è voluto utilizzare un sistema intensivo per orto pensile composto da una struttura tecnologica a più strati, per uno spessore di 45 cm, capace di garantire la coltivazione di ortaggi di vario tipo, senza danneggiare il lastrico solare. L’orientamento nord-sud e l’assenza di edifici che potrebbero fare ombra sulla copertura sono stati considerati fattori indispensabili per la coltivazione dell’orto, che potrà godere della luce naturale per la maggior parte della giornata. Gli ortaggi che verranno coltivati sono stati selezionati in base a diversi criteri riconducibili alle necessità climatiche e colturali, alla tradizione locale e al recupero di specie inusuali, difficilmente reperibili sul mercato attuale. L’orto sarà parte integrante di una rete gestita dall’ente “R00FF00D”, che prenderà in affitto i lastrici solari della città di Milano per trasformarli in aree di coltura dove gli utenti potranno raccogliere i prodotti dell’orto oppure semplicemente godere di un nuovo spazio verde durante la pausa pranzo. L’orto pensile è pensato per avere molteplici funzioni: uno spazio di aggregazione per la collettività, un giardino in una zona carente di spazi verdi, un orto produttivo a km0. _____________________________________________________________ Primo Premio Progettisti del CONCORSO 1000 ORTI A KM 0 PER MILANO Simona Basilico, Barbara Cavalieri, Stefano Moscatelli “Il progetto si connota per il suo valore di misurato equilibrio tra soluzione architettonica, valore paesaggistico e proposta orticola, rappresentando l’ideale connubio che, al di fuori di specificità eccezionali di contesto, potrebbe realmente condurre a una “rivoluzione” verde per Milano. L’attenzione ai punti di vista e alle relazioni urbane di scala ampia sottintende l’orto pensile come luogo di aggregazione della comunità, che in quelle si riconosce e che su quelle si affaccia. La “parcellare” suddivisione dell’ideale lotto in copertura, ricalca la storica partizione del verde produttivo domestico, rappresentando immediato e iconico richiamo al soggetto principe del concorso: l’orto. Le soluzioni costruttive e le pratiche orticole conseguentemente possibili, per dimensioni e sviluppi, rendono effettivamente ipotizzabile, col moltiplicarsi della proposta qui avanzata, un futuro di significativa produzione a “km 0”, come tratto caratteristico della città di Milano. Con ciò concorrendo al recupero, in chiave aggiornata, della sua antica identità storica.” Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento