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Indice degli argomenti: La riqualificazione di Palazzo Butera, nel rispetto della tradizione Casa Asilo, da struttura pubblica a residenza privata Il panorama attuale e lo stato degli incentvi La riqualificazione del patrimonio edile italiano è stata oggetto di riflessione all’ultima edizione di Cersaie, nella conferenza di architettura “La sostenibile bellezza del recupero”, durante la quale due architetti di spicco, Giuseppina Grasso Cannizzo e Giovanni Cappelletti hanno presentato due progetti di riqualificazione per certi aspetti “opposti”: Casa Asilo, un edificio a Mazzarone, in provincia di Catania, che in passato ha avuto una funzione pubblica, è stato trasformato in residenza privata; e Palazzo Butera a Palermo, un’imponente villa trasformata in spazio museale. Cersaie 2022: Un momento del convegno “Sostenibile Bellezza del Recupero”, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo Anche se i progetti hanno origini distinte (popolare l’uno, nobiliare l’altro) e fatto percorsi opposti (dal pubblico al residenziale per Casa Asilo, e viceversa per Palazzo Butera), hanno avuto entrambi il medesimo proposito, ovvero il recupero sostenibile e dignitoso di due strutture che non avevano più una destinazione d’uso al momento degli interventi ed erano in avanzato stato di degrado. Entrambi gli architetti vivono e operano in Sicilia, una terra che oggi rappresenta un vero laboratorio del recupero, e incarnano la funzione dell’ “architetto-traghettatore” cioè di colui che in maniera meno invasiva possibile, attraverso l’osservazione e l’ascolto delle tracce preesistenti ricolloca attivamente l’edificio nella contemporaneità, compiendo allo stesso tempo un’azione morale e anche un’operazione estetica su tutto il contesto. La riqualificazione di Palazzo Butera, nel rispetto della tradizione Palazzo Butera alla fine del Settecento era la principale dimora storica di Palermo, una barriera tra mare e città, come una manifestazione di arroganza dei principi che si erano così appropriati della vista magnifica togliendola alla città. ®Alberto Ferrero Nel 2015 la acquistano, in condizioni degradate, Massimo e Francesca Valsecchi per trasformarla in uno spazio pubblico, un polo museale che si integrasse nel tessuto urbano preesistente, collegandolo, al contempo, con il mare. La distribuzione originaria dell’edificio era assolutamente idonea ad ospitare la moderna funzione del palazzo e tutti gli elementi riutilizzabili per quanto possibile sono stati recuperati e destinati a contesti diversi da quelli d’origine, come i tavoli in legno, ricavati dalle porte trovate nell’edificio, in un certo senso è stato il palazzo a dettare l’agenda dei lavori attraverso le varie scoperte fatte di volta in volta nel corso dell’opera. “Il progetto per palazzo Butera nasce da un costante e paziente esercizio di osservazione del palazzo stesso, nasce dalla trascrizione delle emozioni e del fascino che abbiamo avvertito durante i primissimi sopralluoghi. Nasce dalla ricostruzione delle sue originali caratteristiche spaziali e distributive, dalla scoperta e dallo studio della sua materia. Ma, come detto, nasce soprattutto dal lasciarsi pervadere dal sottile incanto che scaturisce da questo edificio”, spiega l’architetto Giovanni Cappelletti. ®Giovanni Cappelletti “È stato un esercizio di ascolto di quanto il palazzo aveva da dire per poi arrivare a stabilire come intervenire. E penso che gran parte della fatica di portare avanti un cantiere così complesso stia anche nello sforzo di preservare lo sguardo della prima ora, adeguando alle evenienze, alle scoperte e agli imprevisti che sono via via sopraggiunti, le idee e la meraviglia iniziali. L’obiettivo che mi sono posto è stato quindi quello di far percepire ai visitatori futuri la stessa meraviglia che noi per primi abbiamo provato, cercando però di comporla in una narrazione coerente e compiuta, fluida nei percorsi e trasparente nelle soluzioni… . ®Alberto Ferrero Il progetto per Palazzo Butera è definito da una serie limitata di nuovi interventi. Non ci sono grandi gesti architettonici: sono interventi che non vogliono sovrapporsi alla lingua parlata dall’edificio ma che in qualche modo la arricchiscono. Sono interventi caratterizzati da un linguaggio che vorrei dire austero e che interpretano l’edificio come un palinsesto, proponendo una chiave di lettura contemporanea per le stratificazioni che il tempo ha depositate su di esso”. Casa Asilo, da struttura pubblica a residenza privata Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, classe 1948, Premio Italiano di Architettura 2021, presenta la sua Casa Asilo, una ex struttura pubblica (un asilo) in provincia di Catania trasformata in residenza privata. @Giulia Bruno Siamo in un piccolo paese di circa 2 mila abitanti, nel cuore della campagna, un contesto urbano fatto da case di contadini e l’edificio degli anni Sessanta le si presenta con una sua qualità sia nella disposizione degli spazi interni, che nella struttura globale. Mettendo in pratica le massime della sua filosofia (come ha spiegato nella conferenza a Cersaie in cui parlava in collegamento, ovvero l’esistente come materiale da costruzione, il concetto di reversibilità come unità di misura per ogni singolo intervento e l’allontanamento da ogni forma di pregiudizio verso l’ambiente in cui si va ad operare), la progettista ha restituito un edificio abitabile per una famiglia numerosa, conservando le geometrie originali; una casa molto originale, dove permangono gli spazi dell’asilo e aggiornata con alcune semplici strutture “provvisorie”, proprio per adempiere al principio di adattamento e reversibilità a lei tanto caro e nella piena accettazione delle imperfezioni che vi si trovano all’interno. @Giulia Bruno Ha migliorato l’efficienza energetica sostituendo gli infissi e isolando le superfici piane (oltre ad inserire un riscaldamento radiante); ha sostituito i materiali nocivi con materiali equivalenti; ha risarcito le murature e ha recuperato alcuni materiali integrando le parti mancanti. Il risultato è un’opera di realismo poetico che dimostra come “tutto può essere riparato”, anche oggetti non particolarmente di pregio come appunto questo ex asilo. @Giulia Bruno Come lei stessa spiega nell’ambito della conferenza, questa non vuole essere una soluzione unica e definitiva, bensì la sua personale risposta alla richiesta di una trasformazione di quell’architettura in residenza; poteva aver deciso di buttar giù tutto e ricostruire secondo i canoni della contemporaneità, magari realizzando di fronte una piscina a sfioro, ma è chiaro che questo non è il suo stile né la sua forma mentis. Il panorama attuale Nonostante una recente ricerca dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa (diramata a metà marzo 2022) abbia rivelato che, nel primo semestre 2021, il numero delle compravendite di nuove abitazioni ha superato quello delle abitazioni già in essere, spiegando questo dato come una conseguenza della pandemia, insieme alla possibilità di un maggior risparmio energetico in edifici nuovi, il mercato delle ristrutturazioni resta uno dei comparti più attivi nel nostro Paese, dove la maggior parte degli edifici risulta ancora in classe energetica G, come evidenzia un studio di ENEA, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (Fiaip). C’è poi da dire che il giro d’affari intorno agli interventi di riqualificazione ha attinto nuova linfa anche dagli incentivi fiscali varati negli ultimi anni in tutte le leggi di bilancio. Lo stato dell’arte degli incentivi La Legge di Bilancio 2022 (L. 234/2021) prevede la proroga sino al 31 dicembre 2024 di tutti i bonus ordinari scaduti il 31 dicembre 2021, ad eccezione del Bonus Facciate che viene prorogato solo fino al 31 dicembre 2022, con una rimodulazione della percentuale di agevolazione ridotta dal 90% al 60%. Bonus Ristrutturazioni nella percentuale del 50%, sino a 96.000 euro di spesa; Ecobonus ordinario; Sismabonus ordinario e Sismabonus acquisti ordinario, spettante agli acquirenti di unità demolite e ricostruite in chiave antisismica dal costruttore; Per i bonus ordinari (fatta eccezione per il bonus mobili ed il bonus verde) è prevista la proroga dell’opzione per la cessione del credito d’imposta e per lo sconto in fattura sino al 31 dicembre 2024. Bonus Mobili al 50% con rimodulazione del tetto massimo di spese agevolate, che varia dal 2022 al 2024; Bonus Verde al 36%. Superbonus al 110%, in relazione alla natura del richiedente: è prevista la proroga dei termini di applicazione del 110% per i condomini, inclusi i mini condomini in mono proprietà (fino a 4 unità) e per le Onlus sino al 2023, con spostamento sino al 2025, per le unifamiliari per tutto il 2022, a condizione che al 30 giugno 2022 sia stato realizzato almeno il 30% dei lavori, per gli IACP e le cooperative viene confermata la proroga al 2023 se, al 30 giugno 2023, abbiano effettuato almeno il 60% dell’intervento complessivo. Per gli interventi che beneficiano del Superbonus 110% viene estesa fino al 2025 anche l’opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura. (Fonte ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili, www.ance.it) Segnali di miglioramento Appena uscito il 3° Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici redatto da ENEA con il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI) sul campione di 1,3 milioni di prospetti di certificazione (APE), mostra un miglioramento delle prestazioni: aumentano gli Attestati di Prestazione Energetica (APE) nelle classi da A1 ad A4 evidenziando una ripresa del trend positivo pre-pandemia del 2016 – 2019 (vedi grafico). (Fonte ENEA https://www.enea.it/it) Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento