Bonus ristrutturazioni confermato nel 2025: cosa cambia tra prima e seconda casa, scadenze e lavori ammessi 01/11/2024
Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
L’Italia nell’R&D riguardante il riciclo della plastica è tra i Paesi più virtuosi d’Europa e mostra numeri di assoluto rilievo in diversi settori del riciclo come alluminio, vetro, legno Indice degli argomenti: L’Italia del riciclo un’eccellenza europea. I dati riguardanti carta e cartone Riciclo in Italia: l’ottimo andamento del vetro Le performance eccellenti di alluminio e legno Il riciclo in Italia è una vera industria, un’attività fondamentale in ottica economia di economia circolare per la quale il nostro Paese è posizionato molto bene in Europa. Symbola definisce il nostro Paese una superpotenza nell’economia circolare, capace di esprimere un valore in termini di fatturato superiore a 70 miliardi di euro, 14,2 miliardi di valore aggiunto e capace di dare lavoro a 213mila persone. Non solo: il Belpaese è anche in grado di evidenziare la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: il 79%, il doppio rispetto alla media europea. Tutto questo ha un impatto anche in termini ambientali assai significativo. Infatti, il recupero di materia nei cicli produttivi permette un risparmio annuo pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di anidride carbonica. L’Italia esprime il suo potenziale anche a livello di ricerca e sviluppo. Lo sottolineano i risultati di uno studio pubblicato dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) proprio in questi giorni in cui il nostro Paese si distingue tra i più virtuosi in Europa in termini di maggiore specializzazione nei campi del riciclaggio della plastica e nelle tecnologie plastiche alternative, insieme a Germania (al primo posto assoluto in Europa col 8% del totale globale), Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Belgio . Europa e Stati Uniti hanno rappresentato ciascuno il 30% dell’attività brevettuale mondiale in questi settori tra il 2010 e il 2019, o il 60% combinato. L’Italia del riciclo mette in mostra numeri di tutto rispetto in vari comparti, dall’alluminio alla carta e cartone. Vediamo, allora, i numeri più significativi. L’Italia del riciclo un’eccellenza europea. I dati riguardanti carta e cartone Il riciclo in Italia è una pratica virtuosa nel più ampio contesto dell’economia circolare. Lo ha messo in luce in luce la stessa Symbola nel recente report GreenItaly 2021 in cui si mettono in evidenza numeri di tutto rispetto: partiamo dal valore del riciclo sulla totalità dei rifiuti – urbani e speciali – del 79,4% (2018), decisamente superiore alla media europea (49%) e a quella degli altri grandi Paesi come Germania (69%), Francia (66%) e UK (57%). Questo andamento lo si nota anche guardando al settore carta e cartone, nel quale il nostro Paese rappresenta insieme a Francia, Germania e Spagna circa il 51% della produzione cartaria europea. Come illustrano i risultati contenuti nel rapporto annuale Unirima 2021 il comparto ha vissuto “un anno importante”. Nel 2020, infatti, è stato superato con largo anticipo il target di riciclo dell’85% degli imballaggi cellulosici da conseguire entro il 2035: il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici è passato da 80,76% nel 2019 aa 87,35%. L’Italia non solo ha centrato in anticipo il traguardo UE, ma si attesta ben al di sopra della media europea, oggi al 73,9%. Un grande risultato per le imprese del macero italiane, segnala Unirima – Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, che evidenzia cifre di un settore in ottima salute, che conta circa 600 impianti di trattamento rifiuti recuperabili e il cui fatturato complessivo ammonta a circa 4 miliardi di euro con circa 20mila addetti. Riciclo in Italia: l’ottimo andamento del vetro Il settore cartario non è l’unico a mostrare numeri di tutto rispetto in termini di riciclo in Italia. Se si considera il vetro, il tasso di riciclo degli imballaggi ha raggiunto il 78,6%, centrando in deciso anticipo l’obiettivo europeo del 75% fissato per il 2030. Nell’ultimo report, pubblicato quest’anno dal consorzio Coreve, si nota un incremento in termini di quantitativi raccolti. Il nostro Paese ha superato i 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti d’imballaggio in vetro raccolti, recuperati e avviati a riciclo in un anno evidenziando un +3,6% rispetto al 2019. Sempre a proposito di vetro, l’industria italiana di settore è una potenza assoluta: seconda in Europa in termini di manifattura, per volumi prodotti, e prima nel comparto degli imballaggi, con un fatturato di circa 6 miliardi e 29mila addetti diretti. Le performance eccellenti di alluminio e legno Anche il comparto alluminio può esibire un andamento lusinghiero: sono 47.400 le tonnellate di imballaggi in alluminio riciclate nel 2020, pari al 68,7% delle complessive 69.000 tonnellate immesse sul mercato, cui vanno aggiunte 4.500 tonnellate di imballaggio sottile destinato alla termovalorizzazione. Con tali numeri il Belpaese si conferma “anche per il 2020 tra le eccellenze a livello europeo per quantità di alluminio riciclato prodotto”, segnala il Cial – Consorzio italiano imballaggi alluminio. Detto che in Europa si ricicla la più alta quantità di alluminio pro capite nel Mondo, l’Italia può evidenziare una produzione basata al 100% sul riciclo e ai primi posti a livello europeo per quantità di alluminio riciclato prodotto. Inoltre, se si guarda sempre la produzione di alluminio secondario, categoria nella quale sono ricompresi gli imballaggi di alluminio post consumo, si parla di 872mila tonnellate. Il fatturato (2019) relativo alla totalità delle imprese indicate è di circa 1,95 miliardi di euro, con oltre 2mila addetti. Le buone notizie proseguono anche guardando al comparto del riciclo degli imballaggi di legno. Con un tasso del 64,68% relativo agli imballaggi di legno recuperati sull’immesso al consumo, sono 827.772 le tonnellate di imballaggi rigenerati e reimmessi al consumo pari a oltre 60 milioni di pallet e 1.841.065 tonnellate di legno raccolte e riciclate dal consorzio Rilegno. C’è da considerare, sempre a proposito del comparto, anche le ricadute della filiera della rigenerazione dei pallet. Secondo una ricerca dedicata, condotta per Rilegno dal Politecnico di Milano, sull’impatto del sistema generato dal consorzio nazionale specializzato nella raccolta, recupero e riciclo degli imballaggi di legno, nel complesso è stato stimato un impatto economico sulla produzione nazionale delle attività della filiera pari a circa 607 milioni di euro e circa 4.245 posti di lavoro complessivamente sostenuti in Italia, e anche in questo come risultato del contributo diretto delle imprese e dell’effetto indotto dai salari diretti. C’è di più, come ha messo in luce la stessa Rilegno: “Agli effetti di tipo economico e occupazionale, si aggiunge un impatto ambientale molto significativo, dal momento che la rigenerazione dei pallet ha consentito un “risparmio” nel consumo di CO2 pari a 783.001 tonnellate, rispetto a uno scenario in cui questo legno venga “bruciato” per produrre energia”. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento