Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti Toggle Rifacimento impianto elettrico: burocrazia e documenti necessariScegliere il professionista giusto e scelte progettualiCome procedere per il rifacimento dell’impianto elettricoAlternative agli interventi tradizionali: nuovo impianto elettrico senza rompere il pavimento Rifare l’impianto elettrico è un’esigenza che può nascere da diverse situazioni, tra cui problematiche e criticità dovute all’età di quello esistente. Per sapere se è il momento di rifare l’impianto elettrico, infatti, basterebbe riflettere su quanti anni sono passati dalla sua realizzazione. Quando l’impianto ha più di 30 anni, è fortemente consigliato un intervento, funzionale sia per assicurare efficienza, che sicurezza per le persone. In tutti questi anni, infatti, si sono susseguiti aggiornamenti normativi ed evoluzioni tecnologiche, tanto che i nuovi impianti possono essere molto differenti da quelli esistenti. Rifacimento impianto elettrico: burocrazia e documenti necessari Il rifacimento dell’impianto elettrico è un’opera che può rientrare negli interventi di manutenzione che ricadono nell’edilizia libera. Questo significa che per la ristrutturazione dell’impianto e di ogni sua componente non serve chiedere alcun tipo di permesso o titolo autorizzativo. Edilizia libera, però, non significa libertà di eseguire le opere senza il rispetto della normativa vigente. Tutti gli impianti elettrici, infatti, devono essere accompagnati da una dichiarazione di conformità, redatta dal tecnico abilitato incaricato, qualificato secondo quanto specificato dal DM 37/2008. Si tratta di un documento che attesta che le opere realizzate siano a norma, nel caso di nuova installazione, modifica o anche intero rifacimento dell’impianto elettrico. La dichiarazione di conformità è accompagnata da una relazione e dallo schema dell’impianto realizzato. In conclusione, un impianto elettrico è a norma quando i professionisti che eseguono le opere possiedono tutti i requisiti necessari, ma anche quando è presente un salvavita, interruttori magnetotermici e differenziali, cavi correttamente dimensionati e realizzati con materiali certificati, la messa a terra. Scegliere il professionista giusto e scelte progettuali Come anticipato, il rifacimento dell’impianto elettrico deve necessariamente essere affidato a un professionista competente e qualificato. Quando è necessario rifare l’impianto elettrico, quindi, il primo passo è quello di individuare l’azienda o il professionista che si ritiene più adeguato alle proprie esigenze. Il consiglio è quello di evitare assolutamente il fai da te e verificare sempre le competenze dei tecnici incaricati. Per scegliere in modo consapevole, è consigliabile valutare più preventivi, considerando anche i costi per le opere da effettuare, che generalmente non possono essere abbattuti mediante detrazioni fiscali. Unica eccezione è il caso in cui i lavori di rifacimento siano contestuali a un intervento di ristrutturazione e manutenzione dell’intero edificio, così che anche il rifacimento dell’impianto può rientrare tra le agevolazioni del Bonus Ristrutturazione al 50%. Oltretutto, è fondamentale che si tratti di un rifacimento dell’impianto e non di semplice manutenzione, come quando si procede con lo spostamento di prese e interruttori o un parziale aggiornamento dei componenti installati. Come procedere per il rifacimento dell’impianto elettrico Una volta selezionato il professionista, è importante progettare correttamente l’intervento, coerentemente alle proprie esigenze. Il rifacimento dell’impianto, infatti, è anche l’occasione per un suo adeguamento ad una nuova organizzazione degli spazi o a differenti necessità funzionali. Per questo motivo, le attività necessarie per il rifacimento sono di varia natura e vanno dall’installazione di componenti elettrici, ad opere murarie. L’apertura o la chiusura di tracce a parete, pavimento o soffitto, all’interno delle quali posizionare i cavi elettrici, ne sono un esempio. Questi interventi incidono anche sul preventivo e prevedono la presenza di manodopera differente dal solo elettricista. In occasione del rifacimento dell’impianto, quindi, il primo passo è spesso la demolizione di quanto esistente, con la completa rimozione di ogni componente in essere, inclusi i tubi corrugati che ospitano i cavi. Questa attività, in alcuni casi, potrebbe riguardare anche finiture come piastrelle o rivestimenti, che devono essere eliminati per procedere con i lavori. Dopo di che, è possibile avviare la realizzazione delle nuove tracce e alla posa dei tubi, oltre che delle cassette di derivazione e delle scatole portafrutti. Si deve realizzare anche un vano per ospitare il quadro elettrico. Tutte le nuove tracce, poi, vengono nuovamente chiuse e, tramite le opportune opere edili, ci si occupa della sistemazione delle finiture, come pavimenti, piastrelle e intonaci. I nuovi cavi possono essere infilati e tirati anche a seguito di queste opere. Infine, si installa nuovo quadro elettrico. Alternative agli interventi tradizionali: nuovo impianto elettrico senza rompere il pavimento Nel paragrafo relativo ai lavori di rifacimento dell’impianto elettrico si è accennato alla necessità di demolire quanto esistente, eseguendo diverse opere murarie. Nel caso in cui non si volesse procedere in questo modo, vi sono alcune alternative che si possono valutare, soppesando sempre in modo attento vantaggi, ma anche limiti. Una prima possibilità è quella di non sostituire i tubi in cui sono alloggiati i cavi, considerando che, così facendo, non è possibile provvedere a modifiche significative allo schema dell’impianto esistente. Inoltre, i tubi potrebbero presentare alcune criticità, che si possono “scoprire” solo in corso d’opera. Un’altra soluzione, spesso utilizzata in ambito industriale, ma apprezzata anche in alcuni contesti residenziali, potrebbe essere quella di lasciare gli elementi dell’impianto a vista. O ancora, ora vi sono prodotti molto sottili, simili a nastri, che possono essere nascosti anche solo tramite una rifinitura della parete. Così facendo si possono spostare o installare nuove prese e interruttori senza intervenire sulle murature. Quanto tempo ci vuole per rifare l’impianto elettrico Il tempo necessario per il rifacimento dell’impianto elettrico può variare molto a seconda della tipologia di intervento che si vuole realizzare e, soprattutto, dalle dimensioni dell’edificio o dell’appartamento su cui si vuole intervenire. Chiaramente, maggiore è l’entità dell’intervento, maggiori saranno i tempi. Al di là di ciò, comunque, è possibile dire che per rifare l’impianto sono necessari più giorni di lavoro, con tempi che possono dipendere anche dalla concomitanza di più maestranze, in particolare elettricista e muratori. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento