Manovra, quante critiche dalle associazioni: dall’edilizia all’ambiente, il fronte dei contrari 15/11/2024
Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Realizzare un nuovo tetto o ristrutturare quello esistente: materiali, tecnologie e detrazioni fiscali 18/11/2024
Indice degli argomenti Toggle Cosa si intende per risanamento conservativoLo scopo del risanamento conservativoDifferenza tra restauro, risanamento e ristrutturazioneGli interventi di risanamento conservativo Il risanamento conservativo riguarda gli edifici esistenti, di cui si vogliono conservare il valore architettonico e storico. In un paese come l’Italia, il tema è di grande rilievo, in quanto sono davvero molti i fabbricati che necessitano di un recupero e che, al contempo, si caratterizzano per la propria storia. La scelta degli interventi può dipendere dalla necessità di risolvere forme di degrado, dovute anche al solo trascorrere del tempo, ma anche dalla necessità di rendere questi immobili più prestazionali e recuperarne le funzionalità. Si tratta spesso di opere di una certa complessità e che richiedono adeguate conoscenze e competenze, per assicurare i massimi risultati, senza compromettere quanto deve essere preservato. Cosa si intende per risanamento conservativo Il risanamento conservativo di un edificio è un processo di recupero, il cui obiettivo è quello di riportare l’edificio ad una condizione di adeguatezza e integrità. In un risanamento conservativo, quindi, è importante ripristinare le sue caratteristiche storiche e architettoniche, proteggendone l’identità originaria e senza alterarne il significato. Allo stesso tempo, è necessario prendere in considerazione aspetti quali la sicurezza, l’integrità delle strutture, le performance energetiche. L’approccio, come è semplice intuire, è quello della conservazione di quanto in essere, intervenendo nella maggior parte dei casi in modo puntuale sulle differenti criticità evidenziate. In sostanza, si valuta lo stato di degrado o danneggiamento di componenti e struttura per poi risolverli, senza stravolgere la struttura originaria che, invece, viene completamente conservata. Lo scopo del risanamento conservativo Come anticipato, lo scopo di un intervento quale il risanamento conservativo di un edificio esistente è proprio quello di rispettare e, anzi, tutelare la sua originaria costruzione e immagine. A seconda dei parla di elementi architettonici, artistici, storici, ma anche culturali. In sostanza, il valore che si attribuisce al fabbricato è tale da rendere corretto un approccio totalmente conservativo. Proprio per questo motivo, il primo passo è indubbiamente quello di eseguire un’attenta analisi del manufatto, valutando in modo preliminare ogni possibile intervento necessario e individuano le principali problematiche da risolvere. Verificato quanto si ha di fronte, si progetta un intervento di risanamento conservativo, tramite cui è possibile assicurare la conformità dell’edificio alle più recenti norme di sicurezza, migliorandone anche il comportamento da un punto di vista energetico e assicurando la sua funzionalità. In conclusione, è possibile dire che il risanamento conservativo permette di preservare la storicità e il valore di un immobile, contribuendo anche conservare la memoria collettiva e il patrimonio culturale che, per una determinata area, può essere davvero importante. Differenza tra restauro, risanamento e ristrutturazione Restauro, risanamento e ristrutturazione sono tre differenti tipologie di interventi che si possono eseguire su edifici esistenti, ma non sono la stessa cosa. La differenza più netta è sicuramente tra una ristrutturazione edilizia e un restauro o un risanamento conservativo. In un certo senso, è possibile dire che il risanamento conservativo è il contrario di un intervento di demolizione e ricostruzione. In ogni caso, di tutti questi interventi il Testo Unico dell’Edilizia fornisce, all’art. 3, una definizione, che aiuta a comprendere quanto si discosti un intervento dall’altro. Per ristrutturazione edilizia si intendono quegli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi, mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Sono inclusi gli interventi di demolizione e ricostruzione. Nel TUE, però, interventi di restauro e di risanamento conservativo sono trattati al medesimo punto, in quanto sono definiti come interventi rivolti a conserva l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità, mediante opere che rispettino elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, anche in caso di cambio di destinazione d’uso. La differenza tra ristrutturazione e risanamento è, quindi, molto chiara. Lo è sicuramente meno, invece, quella tra risanamento e restauro, per cui è necessario fare riferimento ad un altro decreto. Si parla del D.Lgs 42/2004, ossia del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che all’art. 29, comma 4, riporta che “per restauro si intende l’intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali”. Quindi, il restauro conservativo è all’atto pratico molto simile al risanamento, ma specificatamente rivolto agli edifici vincolati dalla sovrintendenza ai beni architettonici. Tant’è che per l’esecuzione dei lavori è necessario uno specifico permesso. Gli interventi di risanamento conservativo Gli interventi che si possono raccogliere al di sotto del generico cappello di risanamento conservativo dipendono in modo specifico dalle criticità rilevate nell’analisi preliminare accennata in precedenza, alla quale è opportuno che partecipino differenti esperti, quali architetti, ingegneri ed esperti di restauro e conservazione. Un punto in comune a tutti gli interventi svolti è sicuramente l’utilizzo di materiali e tecniche che, il più possibile, si avvicinino a quelle utilizzate per la costruzione dell’edificio. Un tema che si ricollega a quanto detto sul rispetto e sulla conservazione, ma che al contempo assicura la massima compatibilità con quanto esistente. Molto spesso, in un risanamento conservativo si ricorrono a pratiche e modalità operative artigianali e tradizionali, proprio per riparare e ripristinare ogni elemento dell’edificio originario, inclusi intonaci, finiture, dettagli e decorazioni. Inoltre, tra gli interventi di risanamento si possono annoverare il consolidamento statico strutturale, il ripristino e il rinnovo dei vari elementi che costituiscono un edificio, l’adeguamento degli impianti tecnologici, l’eliminazione di elementi estranei alla costruzione originaria e, in caso di cambio di destinazione d’uso ad esempio, anche alcune parziali modifiche all’edificio, purché coerenti con quanto in essere. Si parla, infatti, anche di recupero funzionale Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento