Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Indice degli argomenti Toggle Come funziona il riscaldamento a pavimento?Impianto radiante a secco: che cos’è?Quale caldaia scegliere per un impianto a pavimentoRaffrescamento a pavimentoQuale e quanto massetto per un impianto radianteI pavimenti migliori per il riscaldamento a pavimentoQuanto conviene il riscaldamento a pavimentoI costi di un sistema radianteCaldo dal soffitto o dalle pareti, se a pavimento non si può Il benessere domestico passa attraverso numerosi fattori: la giusta funzionalità degli spazi, la scelta dei materiali di costruzione, il mobilio adeguato e il comfort termico-acustico. Sempre di più nella scelta delle soluzioni di riscaldamento e raffrescamento, si considerano le esigenza di risparmio e di green economy. Il riscaldamento a pavimento radiante, in grado di coniugare benessere, riscaldamento uniforme e concreto risparmio nel tempo. Il riscaldamento a pavimento è una innovazione nata nel secondo dopoguerra e diffusasi nei decenni seguenti con molti pregiudizi, inizialmente confermati da tecniche, agli esordi, poco tarate sul benessere delle persone e sul reale comfort ambientale. Oggi però questa soluzione è diventata molto più sofisticata e performante, grazie all’avanzamento della tecnologia. Il risparmio energetico è sensibile, rispetto ad altre scelte, e la qualità del comfort interno maggiore perché si tratta di una soluzione che garantisce uniformità nella distribuzione del calore. Inoltre, si libera spazio utile in casa, poiché non sono più necessari ingombranti terminali come caloriferi o ventilconvettori. Come funziona il riscaldamento a pavimento? Il riscaldamento a pavimento, che sfrutta pannelli radianti posati al di sotto del rivestimento, può essere di due tipi, ovvero ad acqua o elettrico. Nel primo caso i suddetti pannelli portano sottili tubature che trasportano il liquido caldo (o freddo per il raffrescamento), nel secondo invece resistenze elettriche, che si riscaldano all’occorrenza. La trasmissione del calore avviene per irraggiamento dal basso verso l’alto: una modalità considerata ottimale, poiché distribuita sull’intera superficie dell’unità abitativa e non puntuale, come accade con altri tipi di impianti. Tubazioni e resistenze (queste seconde molto meno utilizzate) sono infatti agganciate a lastre isolanti – generalmente di polistirolo, polietilene o materiali simili, anche naturali come il sughero – che coprono l’intera pavimentazione, seguendo un andamento concentrico o sinusoidale al fine di coprire uniformemente lo spazio. I tubi in polietilene reticolato per impianti di riscaldamento radiante Uponor PE-Xa si caratterizzano per resistenza, igienicità, silenziosità, leggerezza e sicurezza. Se i primi impianti a pavimento utilizzavano temperature molto alte, al pari di quelle utili ad alimentare i termosifoni, oggi l’acqua calda nel circuito si aggira sui 30/40°C. Il che garantisce soprattutto un consumo inferiore di energia, ma anche un maggiore comfort interno: il contatto con il pavimento a piedi nudi risulta gradevole, non scottante, e il calore si distribuisce uniformemente verso l’alto, senza brusche variazioni termiche. Viessmann propone una vasta gamma di pannelli radianti per impianti di riscaldamento e raffrescamento a pavimento adatti sia nelle nuove costruzioni che negli interventi di riqualificazione. Nell’immagine i pannelli radianti piani Velcro, facili da posare grazie all’ancoraggio pannello/tubo “a strappo”. I vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali di riscaldamento sono diversi. Nel caso dei termosifoni la propagazione dell’aria calda avviene per convezione nel momento in cui il sistema ha raggiunto una temperatura di 70°C, mentre nel caso di un sistema a pavimento la trasmissione del calore si basa sull’irraggiamento e non prevede alcun movimento di aria come avviene invece nel tradizionale calorifero. Il sistema radiante lavora a temperature più basse (circa 30-35°C), ma garantisce che il calore sia diffuso su una superficie maggiore in maniera uniforme. Interessante anche l’analisi relativa ai costi in bolletta. Il radiatore fa lavorare maggiormente la caldaia per riscaldare l’acqua, con un dispendio di energia maggiore rispetto al sistema radiante che funziona a basse temperature. Buone notizie anche sul fronte del risparmio energetico: infatti il sistema di riscaldamento a pavimento va spesso a utilizzare fonti energetiche “green” come il pellet o caldaie a energia solare. REHAU propone VARIONOVA Green, il pannello sagomato per il riscaldamento e il raffrescamento radiante a pavimento, realizzato con materia prima derivata da fonti rinnovabili. E’ composto da una lastra isolante di EPS realizzata in materia prima Neopor® BMBcertTM di BASF e da una pellicola di rivestimento termoformata che deriva da scarti di lavorazione e materiale riciclato. Infine, aspetto positivo da non sottovalutare, la minor presenza nell’aria di polveri dovute al sistema di convezione dei riscaldamenti a parete. Riscaldando i pavimenti viene ridotta quasi del tutto la formazione di muffe o la presenza di acari, un fattore importante da considerare in quanto può provocare allergie. Impianto radiante a secco: che cos’è? Una delle tipologie di posa più richieste è quella a secco, ma in che cosa consiste? Il sistema a secco costituisce una soluzione veloce e dai costi contenuti, ideale per chi desidera installare un sistema di riscaldamento a pavimento senza dover fare lunghi lavori in casa. Il sistema a secco prevede l’uso di un pannello prefabbricato: per installare questo tipo di pavimento non si ricorre a collanti, calcestruzzi o malte. Lo spessore di un impianto radiante di questo tipo è molto ridotto e la tempistica di posa è notevolmente più breve rispetto ad un pavimento con massetto. Uponor Siccus è il sistema di climatizzazione radiante a secco che si caratterizza per basso spessore, leggerezza, rapidità di posa. Un’altra caratteristica propria di questo sistema riguarda le tempistiche di riscaldamento (e raffreddamento) degli ambienti domestici. Con un sistema a secco la casa si riscalda in modo più rapido, ma al tempo stesso si raffredda con la stessa velocità quando il riscaldamento è spento. Per tornare al confronto con il massetto, questa specifica tipologia scalda gli ambienti in più tempo proprio perché è necessario riscaldare il massetto stesso. Parliamo infine di costi. Il sistema di riscaldamento a secco ha un costo contenuto e, sempre volendo fare il rapporto con il massetto, è l’ideale per ristrutturazioni veloci che devono rispettare un budget contenuto. Al contrario posare un massetto richiede più lavori, tempistiche più lunghe e proporzionalmente dei costi maggiori. Quale caldaia scegliere per un impianto a pavimento Poiché le temperature necessarie agli impianti a pavimento sono sempre miti, sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, ogni tipo di caldaia è possibile – a condensazione o anche a pellet – ma la soluzione ottimale resta una pompa di calore. Questo tipo di apparecchio infatti funziona al meglio proprio a basse temperature di mandata e di conseguenza riduce i consumi energetici. Inoltre, essendo alimentata ad energia elettrica, quindi anche da fonti rinnovabili, e non rilasciando emissioni nell’ambiente (niente fumi né anidride carbonica), risulta una opzione più sostenibile rispetto ad altre. E, aspetto non indifferente, un solo apparecchio può servire sia per il caldo sia per il fresco. Abbinare poi una pompa di calore a dei pannelli fotovoltaici – o solari termici come ausilio per riscaldare l’acqua – permette di ridurre ulteriormente il costo della bolletta elettrica, rendendo il sistema praticamente autosufficiente. Raffrescamento a pavimento I nuovi impianti a pavimento oggi funzionano anche per il raffrescamento. Nelle tubazioni viene infatti fatta scorrere acqua a basse temperature (15/18° C), che rinfresca l’aria dell’ambiente. L’uniformità della trasmissione, sempre per irraggiamento – il sistema assorbe il calore delle stanze quando l’aria interna supera la temperatura superficiale del pavimento –, garantisce così anche d’estate un grado di comfort ottimale, al pari della stagione invernale. E anche in questo caso si libera spazio: niente più split a parete dei climatizzatori o griglie a soffitto di impianti canalizzati. Quale e quanto massetto per un impianto radiante L’impianto di riscaldamento a pavimento va installato solo in fase di costruzione di un nuovo edificio o in caso di ristrutturazione importante di un appartamento. Questo perché il sistema, per funzionare al meglio, necessita di un pacchetto dallo spessore non indifferente (almeno dai 10 cm in su) e soprattutto di un massetto ad hoc, che faciliti l’effetto radiante. Esistono certamente delle soluzioni da posare su pavimentazioni preesistenti già finite, e per questo dallo spessore particolarmente ridotto, ma, anche se producono calore in tempi brevi, non garantiscono le medesime performance sul lungo periodo. Ferri propone FerriFLOOR, gamma di prodotti per sottofondi e massetti per sistemi di riscaldamento. Nell’immagine massetto radiante in FZ200 THERMIX, caratterizzato da alta conducibilità termica che assicura che il calore sia distribuito in modo omogeneo nell’ambiente, riducendo i consumi energetici, è antiritiro e fibrorinforzato. Dunque, per la posa a regola d’arte di un impianto a pavimento è necessario avere un sottofondo tirato a piano perfetto. Su di esso, previa stesura di una barriera al vapore e di un eventuale sottile strato fonoassorbente, si appoggiano i pannelli isolanti (utili a non disperdere il calore verso il basso), che grazie alla superficie bugnata permettono curvatura e fissaggio delle tubazioni. Il massetto superiore di calcestruzzo, meglio se autolivellante, deve essere ad alta conducibilità termica, quindi con fibre o additivi ad hoc nella miscela. E il suo spessore minimo superiore, a norma di legge, deve essere almeno di 3 cm. I pavimenti migliori per il riscaldamento a pavimento Come per il massetto, anche il rivestimento del pavimento è fondamentale per il risultato finale. Se i materiali termoconduttori e dalla struttura stabile, grazie a speciali processi produttivi o spessori ridotti, siano da preferire, oggi grazie all’innovazione l’offerta sul mercato è ampia ed è possibile optare anche per materie prime naturali. In primis il legno, di per sé cattivo conduttore termico. Così, a fianco del più diffuso grès porcellanato, realizzato in lastre particolarmente sottili e adatto a diffondere in modo omogeneo il calore, è possibile posare anche il parquet: però prefinito (quindi non massello, ma a due o tre strati dalle fibre incrociate), maggiormente in grado di resistere alle variazioni di temperatura e di umidità. Isolmant TOP Incollapavimento è un materassino isolante certificato Blue Angel, adatto per la posa “ibrida” di pavimentazioni in parquet, laminati e LVT, particolarmente indicato nelle applicazioni con sistema di riscaldamento a pavimento. Ottime anche le resine, elastiche e da stendere in spessori estremamente ridotti, a patto però che non liberino sostanze nocive se riscaldate. Quanto conviene il riscaldamento a pavimento Nonostante i costi effettivamente più alti di realizzazione – dovuti in particolare alla invasività delle opere edili necessarie – sul lungo periodo un impianto di riscaldamento a pavimento conviene. Lo dimostrano indagini sul tema, che confrontano diverse tipologie di sistemi per il comfort interno: i consumi di energia per il funzionamento sono estremamente ridotti (minori del 10-30% rispetto a soluzioni tradizionali), a maggior ragione se l’impianto è collegato a dei pannelli fotovoltaici o termici solari per sfruttare l’acqua calda. Inoltre, la manutenzione è praticamente inesistente, poiché le serpentine sono protette nella pavimentazione e, se posate a regola d’arte, hanno garanzia di durata di diversi decenni. I costi di un sistema radiante La spesa economica da affrontare per la realizzazione di un impianto di riscaldamento a pavimento può arrivare a toccare il 50% in più rispetto a un sistema tradizionale, ma questo perché si devono considerare più fattori. In primis le opere di realizzazione, in caso di nuovo edificio, o di demolizione, se ci si trovi al contrario in fase di ristrutturazione di una preesistenza, poi i materiali e i componenti necessari (nuova caldaia inclusa) e per finire la necessaria progettazione da parte di un professionista competente. Importante ricordare però che l’installazione, oltre a beneficiare degli sgravi fiscali inerenti alle opere di ristrutturazione, può rientrare nelle migliorie energetiche. Pertanto si può accedere all’Ecobonus, prorogato per il 2024 e destinato ad agevolare con detrazioni Irpef gli interventi di riqualificazione, a patto di rispettare tutti i requisiti richiesti. Gli svantaggi Ovviamente bisogna calcolare anche gli svantaggi, nonostante siano di rilievo ridotto. Presa in considerazione infatti, come già scritto, l’entità sostenuta dei costi di realizzazione – soprattutto in caso di installazione a posteriori di una ristrutturazione –, e quella di eventuali riparazioni nel tempo, l’unico svantaggio è quello che la messa a regime dell’impianto non è immediata. Uno degli aspetti che maggiormente preoccupa gli acquirenti è quello della manutenzione: per esempio l’acqua che scorre nei tubi potrebbe, a causa del calcare formatosi, corrodere i tubi e comportare la loro sostituzione oppure un trattamento di sostituzione dell’acqua ricca di calcare con acqua addolcita. Fortunatamente è possibile prevenire questo fenomeno inserendo nell’acqua che circola nelle tubature degli additivi che prevengano la formazione di calcare o di alghe. Il consiglio, al momento dell’installazione, è quello di rivolgersi ad esperti del settore che regoleranno la temperatura del sistema e forniranno un’analisi della durezza delle acque per garantirvi una buona resa dell’impianto. Al contrario di un sistema a caloriferi o a ventilconvettori, che iniziano quasi subito a scaldare l’ambiente sfruttando temperature di attivazione piuttosto elevate, i pannelli radianti, proprio perché lavorano su gradi inferiori, hanno bisogno di più tempo. Caldo dal soffitto o dalle pareti, se a pavimento non si può Quando risulti improponibile – per motivi tecnici o economici – intervenire sul pavimento, si può optare per una soluzione riscaldante a soffitto o a parete. Sul mercato esistono infatti diversi prodotti industrializzati da utilizzare come controsoffitti o rivestimenti verticali: pannelli preassemblati, che integrano al loro interno le sottili canalizzazioni necessarie e alle estremità gli spinotti per la connessione funzionale e sicura tra di esse. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento