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Indice degli argomenti Toggle Cosa dice la normativa: le cantine sono abitabili?Come rendere abitabile una cantinaQuanto costa ristrutturare una cantina Ristrutturare una cantina, attraverso un intervento di recupero, permette di ottenere un nuovo spazio aggiuntivo nella propria abitazione. È una buona soluzione per tutti quei casi in cui nasce l’esigenza di ampliare casa, ma non è possibile modificare le volumetrie o non si vogliono eseguire interventi invasivi per la riorganizzazione degli spazi interni. Oltretutto, anche quando è possibile aggiungere volume, non è detto che sia la strada che si vuole percorrere ed è comunque da valutare in relazione alle esigenze e ai costi che si dovrebbero sostenere. Questo non significa che ristrutturare una cantina sia sempre economico, possibile e veloce. Anzi, i tempi e il costo della ristrutturazione possono variare anche molto a seconda delle dimensioni e dello stato di fatto. Infatti, gli interventi necessari a renderla abitabile possono variare da caso a caso e vanno attentamente valutati e stimati. Cosa dice la normativa: le cantine sono abitabili? Le cantine non nascono come locali abitabili, di conseguenza quando vengono realizzate non è necessario soddisfare tutti i requisiti normativi previsti dalla norma in materia di abitabilità. La domanda che giustamente sorge spontanea riguarda la possibilità di modificare questo stato, ossia se è possibile rendere abitabile una cantina. La risposta, purtroppo, è un “dipende”. Ad esempio, se il locale cantina è completamente interrato, non sarà possibile renderlo abitabile, nemmeno con un intervento di ristrutturazione. Se, invece, si tratta di un seminterrato, allora c’è margine per un cambiamento. Il primo passo, comunque, è quello di rivolgersi ad un tecnico e verificare quanto indicato nel Regolamento Edilizio del Comune di riferimento. Dopo di che, è necessario rispettare tutti i requisiti ingienico-sanitari, a cui si fa riferimento per qualsiasi altro locale per il certificato di agibilità. Il principale riferimento normativo è il decreto ministeriale del 5 luglio 1975 “Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896, relativamente all’altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione”. I requisiti qui definiti riguardano l’altezza minima dei locali adibiti ad abitazione, fissata generalmente a 2,70 metri. Questo valore è riducibile a 2,40 metri per locali quali corridoi, disimpegni, bagni e ripostigli; a 2,55 metri nel caso di comuni montani sopra i 1.000 metri sul livello del mare. Inoltre, si parla di ventilazione e di illuminazione naturale, da verificare mediante il calcolo dei rapporti aeroilluminanti. Ogni ambiente domestico ha una superficie minima da rispettare e le camere da letto, il soggiorno e la cucina, devono necessariamente avere delle finestre apribili. Per quanto riguarda gli impianti, devono essere presenti sistemi per il riscaldamento e per la distribuzione dell’acqua, dove necessario. Come rendere abitabile una cantina Una volta verificata la fattibilità dell’intervento rispetto a quanto definito a livello normativo, è possibile procedere con la definizione degli interventi necessari a trasformare la cantina in un locale abitabile. Al di là delle opere che si eseguiranno, servirà comunque un cambio di destinazione d’uso, con un titolo abilitativo adeguato. La pratica richiede anche il pagamento degli oneri di costruzione e urbanizzazione al comune, di un valore che varia a seconda dei casi e della località. La cantina può essere abitata solo a seguito dell’ottenimento dell’agibilità da parte del comune. Inoltre, è necessario segnalare il cambio di destinazione d’uso anche al Catasto. Per quanto riguarda i lavori, invece, da un lato è necessario eseguire tutto quanto necessario per garantire il rispetto normativo secondo quanto visto in precedenza, dall’altro ciò che è finalizzato a rendere la cantina adeguata e coerente alla sua nuova destinazione d’uso. Volendo riassumere i principali interventi richiesti, è possibile citare: Verifica dei rapporti aeroilluminanti e relativi interventi, quali ad esempio l’apertura di nuove superfici finestrate apribili. Si possono anche apportare modifiche a quanto esistente, ma è sempre tutto da definire anche a livello di progettazione statica, in quanto questi interventi hanno impatto sull’intero edificio. Predisposizione di un sistema per la climatizzazione degli ambienti, sia in inverno che in estate. Questo può voler dire realizzare un impianto di distribuzione da collegare a un generatore esistente oppure acquistare e installare un nuovo macchinario. Valutare l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata, così da assicurare il massimo comfort e andare oltre il semplice rispetto normativo relativo al numero di ricambi d’aria minimi. Senza contare che questo sistema aiuta anche a combattere i problemi di umidità, che probabilmente in cantina sono più significativi che altrove. Realizzare o adeguare l’impianto elettrico, al fine di garantire le migliori condizioni di illuminazione in ogni momento. Tutti gli impianti devono essere a norma e certificati. Eseguire tutti gli interventi necessari a garantire il comfort interno e il risparmio energetico, come ad esempio la posa dell’isolamento termico. Organizzare gli spazi interni e realizzare eventuali tramezzi. Scegliere tutte le finiture, per pavimenti e pareti. Quanto costa ristrutturare una cantina La ristrutturazione di una cantina può avere costi variabili a seconda delle dimensioni, dello stato di fatto e del tipo di interventi che si vogliono eseguire. Definire un prezzo, pertanto, è davvero complicato. Il consiglio, di conseguenza, è quello di verificare sempre con un professionista la stima di ogni intervento e richiedere più preventivi. Generalmente i costi sono forniti al metro quadro, per ogni intervento da eseguire o materiale da acquistare e posare. Ciò rende i preventivi confrontabili. Incide, come per ogni altro intervento edile, anche la mano d’opera. Una volta stimati i costi, è bene sapere che è possibile anche accedere agli incentivi fiscali per la ristrutturazione, che prevedono una detrazione IRPEF del 50% delle spese sostenute, con un massimale di 96.000 euro. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento