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L’Italia è un paese a rischio sismico e con un patrimonio abitativo datato. Applicare tecniche moderne con materiali naturali permette di garantire la giusta sicurezza antisismica, spiega l’architetto Paolo Rava. I benefici legati alla scelta di materiali naturaliL’Italia è un Paese a forte pericolo sismico: il 44% del territorio si trova in aree a elevato rischio, pari al 36% dei Comuni nazionali. A questo si combina un patrimonio immobiliare datato: secondo l’Istat (dati 2011) un quarto dell’intero patrimonio residenziale è costituito da edifici costruiti prima del 1946 e il 15% addirittura prima del 1919. Questo significa che c’è un forte bisogno di ristrutturare e mettere in sicurezza molti edifici, ma dall’altra parte occorre destreggiarsi tra vincoli storico-artistici e complessità urbanistiche che rendono complessi gli interventi. Intervista all’architetto Paolo Rava Un aiuto nel percorso di risanamento antisismico è rappresentato dai materiali naturali. Lo spiega Paolo Rava, architetto e docente presso l’Università di Bologna, esperto di strategie e tecnologie per l’adattamento, nonché responsabile Formazione di ANAB. Paolo Rava, architetto e docente presso l’Università di Bologna Come possono essere impiegati i materiali naturali per la ricostruzione sismica? La ricostruzione e il recupero di edifici in Italia comprende stabili di 30/40 anni d’età, ma anche con una storia molto più lunga, fino a coinvolgere quelli storici. La normativa consente interventi diversificati: nel caso di stabili datati si tiene conto di diversi aspetti, tra i quali l’anno di costruzione, considerando anche se prima o dopo la prima legge sismica nazionale datata 1974. Nel caso di edifici con vincolo storico-architettonici, essi sono sottoposti a determinati parametri di retrofit, al vaglio della Soprintendenza dei beni artistici territoriale. Per questi ultimi il ricorso a tecniche e materiali naturali è quasi obbligatorio perché la natura costitutiva dell’edificio è legata all’uso di componenti quali mattoni cotti o crudi oppure all’impiego di calce idraulica naturale. Nel caso degli edifici in mattoni, nel corso dei secoli diversi sono stati sottoposti a ricostruzione, tramite montaggio e smontaggio. Nel caso di ricostruzione e recupero delle murature, con intento conservativo ma anche con finalità antisismica, oggi si tende a usare le calci idrauliche naturali, che hanno caratteristiche di maggiore allettamento tra i mattoni, usando un sistema detto cuci-scuci, per garantire la continuità muraria, rimuovendo elementi lesionati o degradati e realizzando una nuova tessitura muraria con nuovi elementi. Un’altra tecnica di interesse, denominata sistema Gibaud, prevede un rinforzo sismico a fasce alternate in rete di acciaio allettate con calce idraulica strutturale. In pratica si applica una sorta di nastro, di anello, tutt’attorno all’edificio, in prossimità di collegamenti orizzontali e verticali, utilizzando la malta come legante. Applicazione fasce in acciaio con calce strutturale Che benefici offrono tali tecniche e materiali rispetto a quelli tradizionali? Sono tecniche applicabili anche a edifici non storici e dal forte potenziale anche economico, perché garantiscono determinate caratteristiche di rispondenza ai criteri anti sismici, pur richiedendo costi bassi per la loro attuazione. Inoltre non sono invasive: infatti, s’interviene all’esterno, permettendo così di evitare disagi ai residenti durante i lavori. Inoltre il loro utilizzo, specie quello Gibaud, può essere esteso anche a strutture in cemento armato, rinforzando i pilastri con la tecnica di fasciatura o anche l’intera struttura. Dato che i sistemi a muratura rispetto a quelli in calcestruzzo sono molto più frequenti nei centri storici urbani, questo tipo di interventi sono molto vantaggiosi per mantenere l’aspetto originario, pur garantendo una sicurezza sismica elevata. Anche nel caso di edifici contemporanei, le tecniche sopra descritte sono ideali per legare murature e cordoli con il sistema che vede al centro l’impiego della calce idraulica naturale allettata con fasce d’acciaio inox e fibre di vetro. Si tratta, quindi di unire saperi e materiali di tradizione antica, ma riproposti in chiave moderna, capaci di garantire un connubio virtuoso. Quali altri materiali possono entrare in gioco negli interventi di ristrutturazione antisismica? La canapa potrebbe diventare il materiale del futuro per sostituire gli isolanti di origine fossile nella coibentazione interna ed esterna dei fabbricati. Penso in particolare al canapulo, più fibroso, adatto a trasformarsi in un ottimo sottofondo con cui fare i massetti, se usato in combinazione alla calce idraulica. Così è possibile sostituire la ghiaia, diventando un elemento che, unito all’acciaio, potrebbe giocare anche un ruolo di rinforzo strutturale. Se poi l’intervento di recupero sismico si lega alla realizzazione di un cappotto termico naturale, per esempio miscelando la calce con il canapulo o col sughero, è possibile beneficiare di un miglioramento in termini di risparmio energetico. Questa combinazione virtuosa è fondamentale per centrare gli obiettivi in termini di energia e clima fissati per il prossimo futuro. Applicazione rinforzo in fasce e calce strutturale Oltretutto sia nel caso di migliorie antisismiche che di riqualificazione energetica si può contare su detrazioni fiscali significative. Quindi, è un ulteriore incentivo che permette di ammortizzare l’investimento in pochi anni, contando su una casa sismicamente sicura. Il legno trova spazio negli interventi di sicurezza sismica? Certamente. È un materiale a bassissimo impatto sismico, specie nella ristrutturazione degli interni per realizzare pareti in legno. La struttura a telaio, X-Lam o in altro modo, combinata con cartongesso, fibrogesso o con materiali a base canapa, alleggerisce i pesi che sopportano i solai. Il legno può essere utilizzato sia per strutture orizzontali che verticali, e usandolo anche come puntone con diagonali, la parete ha forte tenuta sismica. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento