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Intervenire sugli edifici storici spesso è complesso anche a causa dei vincoli di tutela. Sono necessarie valutazioni ponderate e una progettazione accurata per gli interventi di riqualificazione, soprattutto quando si parla di impianti. Indice degli argomenti: Gli impianti da installare in un edificio storico e le difficoltà da superare Gli impianti elettrici negli edifici storici Impianti di riscaldamento e raffrescamento negli edifici storici Impianti antincendio negli edifici storici Il patrimonio edilizio storico è da considerare come un bene prezioso, parte dell’identità culturale di un paese e, come tale, va preservato. Come la maggior parte delle costruzioni realizzate prima dell’avvento delle più recenti normative, però, gli edifici storici sono fortemente energivori e spesso non adeguati a rispondere alle più moderne esigenze di comfort abitativo. Anche se gli edifici di valore non possono essere ristrutturati previa un’attenta valutazione e una progettazione accurata, non si deve pensare che non debbano essere oggetto di opportuni interventi. Gli impianti da installare in un edificio storico e le difficoltà da superare La necessità di installare nuove soluzioni impiantistiche in un edificio storico nasce dal bisogno di renderlo fruibile e adeguato alle esigenze moderne. Ad esempio, un edificio storico che ospita un museo dovrà necessariamente contare su un adeguato impianto di climatizzazione, di illuminazione, di sicurezza, su servizi igienico sanitari appropriati e su tecnologie per l’abbattimento delle barriere architettoniche. I principali interventi che generalmente si devono eseguire a livello impiantistico in un edificio storico, al di là della sua destinazione d’uso, riguardano l’impianto elettrico e quello idrico sanitario, anche per questioni di sicurezza e igiene, l’impianto per la climatizzazione e una serie di altre applicazioni, come la ventilazione. Nel fare qualsiasi tipo di intervento, però, è necessario rispettare l’estetica e la natura dell’edificio, considerando in modo opportuno tutti i vincoli architettonici presenti. Inoltre, si deve sempre valutare la compatibilità delle nuove soluzioni con la struttura esistente o i materiali presenti dell’edificio, senza dare nulla per scontato. L’approccio corretto quando si interviene su un edificio storico è sempre quello che prevede un’analisi dettagliata dello stato di fatto e delle esigenze, valutando la soluzione migliore (e compatibile) per l’edificio in questione. Infatti, non esiste una regola universale o una soluzione che, a priori, sia valida per ogni situazione. Gli impianti elettrici negli edifici storici La necessità di realizzare un nuovo impianto elettrico in un edificio storico nasce anche (e soprattutto) dalla necessità di garantire adeguata sicurezza. Data l’importanza del tema, la CEI ha emanato una specifica norma, ovvero la CEI 64-15 per gli impianti elettrici negli edifici pregevoli per valenza storica e/o artistica. Lo scopo è quello di fornire precise indicazioni per quei casi in cui non è possibile rispettare la normativa vigente in materia di sicurezza ed impianti elettrici a causa di vincoli architettonici. Questo significa che la norma e le prescrizioni integrative che contiene non vanno applicate agli edifici storici in genere ma solo a quelli effettivamente vincolati dalla Soprintendenza. La norma ha lo scopo di fornire indicazioni in ambito di protezione dai sovraccarichi, misure antincendio, sistemi per cui è previsto il sistema di sicurezza e condizioni di illuminamento per la sicurezza delle persone, anche in caso di evacuazione. Impianti di riscaldamento e raffrescamento negli edifici storici Per quanto riguarda le soluzioni impiantistiche per la climatizzazione, invece, sono da prendere in considerazione gli aspetti relativi al comfort e al consumo energetico. Infatti, gli edifici storici generalmente non si caratterizzano per buone prestazioni a livello energetico, con assenza di isolamento, infissi vecchi e grossi spazi da riscaldare. Questo provoca contemporaneamente un elevato consumo energetico e difficoltà a garantire il comfort interno. La scelta del sistema per il riscaldamento deve essere fatta sulla base dell’esistente, sia in relazione alla geometria e alla tipologia di edificio, sia sulla base di eventuali impianti già presenti. Un impianto per il riscaldamento, infatti, si compone di un generatore, ma anche di una rete di distribuzione e un sistema di emissione. Tra i punti più critici possono esserci, ad esempio, la realizzazione di canne fumarie, se richieste dall’impianto come nel caso di una caldaia a condensazione e la realizzazione ex novo di un sistema di tubi per la distribuzione del calore. Non richiedono la predisposizione di canne fumarie, né l’allaccio alla rete del gas, le pompe di calore ad aria, che però possono presentare il limite della presenza di un’unità esterna, visibile sulla facciata e quindi non sempre possibile da installare. Per non intaccare l’integrità dell’edificio, in molti casi si opta per delle tubazioni a vista, che si distaccano nettamente dall’esistente, senza però comprometterlo in alcun modo. Altri sistemi per la distribuzione, ad esempio, prevedono la realizzazione di appositi battiscopa attrezzati in cui scorrono delle tubazioni per la climatizzazione e che spesso fungono anche da sistema di emissione del calore. I pannelli radianti a pavimento, invece, hanno il limite di prevedere la rimozione o copertura dei pavimenti esistenti, per cui l’intervento deve essere attentamente valutato, quando possibile. Infine, per questioni di comodità, in molti edifici storici adibiti a luoghi pubblici, come musei o biblioteche, si è optato per dei sistemi di riscaldamento ad aria. Questi sistemi, che generalmente racchiudono in una macchina tutte le funzionalità (freddo/caldo) hanno lo svantaggio di muovere polvere e di provocare sbalzi termici più repentini e importanti, talvolta dannosi per le strutture esistenti. Impianti antincendio negli edifici storici Un altro tema particolarmente rilevante è quello della predisposizione degli impianti antincendio negli edifici storici. Nella maggior parte dei casi non si riescono ad applicare i sistemi di protezione passiva, che prevedono interventi come la realizzazione di barriere antincendio o di strutture resistenti al fuoco, come muri e porte tagliafuoco. Per questo, si tratta per lo più di predisporre i dovuti sistemi di protezione attiva, da scegliere e installare considerando le caratteristiche dell’edificio e l’impatto che potrebbero avere sulla struttura, sui materiali e sugli oggetti presenti. In ogni caso, per regolare la difficoltà di far convivere il rispetto dei vincoli architettonici con la necessità di garantire la massima sicurezza per le persone, sono state predisposte specifiche normative. Il DM n.569 del 20/05/1992, ad esempio, racchiude proprio le “Norme di sicurezza antincendio per gli edifici storici e artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre”. Vi sono poi specifiche normative che forniscono ulteriori indicazioni, ma in relazione all’attività che si svolge in un dato edificio. In molti casi, però, l’adeguamento alle norme vigenti risulta pressoché impossibile senza violare i vincoli per la tutela. Per questo motivo, è stata introdotta la “FSE – Fire Safety Engineering”, che prevede l’applicazione di un approccio ingegneristico al tema dell’antincendio, attraverso un processo di deroga alle normative, ma basato su una reale simulazione del pericolo. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento