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Indice degli argomenti Toggle Parola d’ordine “ambiente”La casa sempre più “interdisciplinare”A grandi passi verso il 2024 – La casa del futuro è in legno, con il Metodo AlbiniMateriali per architettura L’edizione del Salone del Mobile che si è appena conclusa si potrebbe sintetizzare in sole quattro parole con lo slogan di Ernesto Nathan Rogers, coniato nel 1952 per la Carta di Atene: “Dal cucchiaio alla città”. Perché, di fatto, la manifestazione nata nel 1961 per sostenere l’industria italiana dell’arredamento e che già da tempo è diventata la Milano Design Week, nel suo uscire dai padiglioni fieristici e coinvolgere l’intera città, non è solo un evento dedicato al design, ma un manifesto dell’architettura tout court, fosse solo per gli edifici e i palazzi storici che aprono le porte per fare da location a mostre, installazioni e incontri di ogni genere, offrendo la possibilità di essere visitati. Uno fra tutti, il quattrocentesco Cortile della Farmacia dell’Università degli Studi di Milano progettato dal Filarete dove Stefano Boeri Interiors ha ambientato il progetto in collaborazione con Amazon “The Amazing Playground” che ha come protagonista “SWING”, un’altalena circolare che celebra il tempo libero. L’architetto ha spiegato che l’idea dell’altalena è nata dal desiderio di trasformare i visitatori in “spettatori attivi” e che per far questo ha voluto attingere ad un’azione, quella di giocare, che è da sempre nel dna del design italiano, da Munari a Gae Aulenti e che proprio con questo approccio (rispettoso ma giocoso, allo stesso tempo) è voluto entrare nel contesto storico del cortile di Filarete. L’installazione, dal 17 al 26 aprile, ha registrato un totale di 95.000 visitatori. Una struttura più recente, invece, è quella che fa da sfondo a uno dei sette laboratori aperti al pubblico organizzati da IED (tanto per tornare al concetto di “spettatori attivi”), l’Ex Macello di Milano, nel progetto Ecocentrico. Per ricucire il rapporto di questo luogo (di soppressione della vita animale) con il territorio, si è pensato di “riempirlo” di elementi vegetali, piante, semi, germogli, nella forma di Bangs of Life, palline di terra e semi rivestite da gusci stampati in 3D e vasi per piante completamente biodegradabili. A Rho, dentro i padiglioni fieristici, la riflessione sul progetto passa, invece, per il lavoro della fotografa Hélène Binet: nella mostra a lei dedicata si indaga il rapporto tra luce naturale e costruito in alcuni delle più importanti opere d’architettura di sempre. E si riflette sul progetto nella sua integrità e compiutezza anche nei talk dell’arena Aurore di Euroluce, firmata Formafantasma, con i maggiori architetti della scena internazionale: il Premio Pritzker 2014 Shigeru Ban ha parlato di materiali alternativi come cartone e bambù, e delle potenzialità del legno; lo studio Snøhetta, autore del complesso calato nel verde The Pavilia Farm, a Hong Kong, ha analizzato i caposaldi della propria idea di costruire in maniera sostenibile: l’aspetto socio-ambientale, il valore della luce nel progetto. E nelle tavole rotonde, sempre nei padiglioni di Euroluce gli spunti sono altrettanti: la valorizzazione dell’architettura storica in relazione ai cambiamenti urbanistici, lo sviluppo immobiliare della città, soprattutto quello ad uso terziario. Parola d’ordine “ambiente” Antico e moderno, fuori e dentro, piccola e grande scala, gioco e rigore, natura e artificio: gli opposti dialogano tra loro, si confrontano e da qui scaturiscono nuove idee per l’architettura del futuro, un settore che ha bisogno di essere ripensato alla luce soprattutto dei cambiamenti climatici e degli scenari geopolitici. Non esistono concept di progetto che non parlino il linguaggio della sostenibilità, sia che si tratti di materiali che di approvvigionamento energetico che di impatto sul territorio. Nel Cortile d’Onore dell’Università degli studi di Milano l’architetto Andrea Boschetti ha dato vita, con Ana Lazovic, ad un teatro utilizzando sei container recuperati dal mare (quelli che cadono dalle grandi navi cargo) e assemblati. Courtesy of INTERNI Magazine INTERNI Design Re-Evolution – 17-26 Aprile/April 2023 Photo by SLV – Saverio Lombardi Vallauri – Photo by CPA – Paolo Consaga L’hanno chiamato “A Theater to Save the Planet” perché ha un importante valore e non solo simbolico, quello di fare da cassa di risonanza mobile per tematiche quali sostenibilità, solidarietà e innovazione responsabile, attraverso proiezioni ed esibizioni di diverso tipo. Il viaggio è iniziato proprio al Fuorisalone 2023. Le pavimentazioni e le gradinate dell’arena sono rivestite in gres porcellanato Norr e Oudh di Mirage. Lo studio Metrogramma ha riflettuto e divulgato la sua idea di “architettura del futuro” in diversi appuntamenti e progetti, momenti di formazione e opere di product design. “A Theater to Save the Planet nasce dalla volontà di raccontare tutte quelle azioni che architetti e designer, ma anche la cultura civile in genere, possono fare per arginare i cambiamenti climatici”, spiega Andrea Boschetti. “L’idea del teatro è una citazione del teatro di Aldo Rossi ma stiamo sviluppando un palinsesto con la partecipazione di architetti e professionalità varie per fare di questa struttura itinerante una cassa di risonanza per il tema della sostenibilità. Il teatro, come diceva Eduardo De Filippo, è un modo per vivere sul serio quello che gli altri nella vita recitano male. Ecco noi vogliamo applicare questa idea ai piccoli gesti quotidiani che possono aiutare il pianeta. Una piccola architettura per un grande messaggio. Nei nostri talk “Right to housing” parliamo poi di temi caldi come il diritto alla casa e misuriamo quella che è la crisi da incremento dei costi da costruzione con le nuove tecnologie; una delle grandi contraddizioni è proprio quella che se da una parte è chiaro che dovremo andare nella direzione dell’edilizia a secco (intesa come eliminazione del calcestruzzo), dall’altra, si assiste ad una esplosione di nuovi edifici dal carattere tradizionale. L’eliminazione del calcestruzzo consente di avere costruzioni che avranno una fine, non impatteranno per sempre sul territorio. In particolare vogliamo riflettere su due temi importanti: i cantieri green, riciclare i materiali da demolizione, come tener pulito, per esempio, un cantiere che sta aperto anni, e l’altro tema è la preparazione delle imprese e degli addetti ai lavori a questo tipo di innovazione, l’impreparazione spesso porta a costi più alti. E poi il tema dell’incremento dei costi è probabilmente dovuto al fatto che si è speculato molto su alcuni provvedimenti come il Superbonus 110%. E poi c’è da dire che l’architettura deve adeguare sempre di più i progetti alle esigenze della città che cambia in modo molto rapido, da qui la scelta di usare i container, per esempio. L’architettura deve acquisire flessibilità, anche attraverso le nuove tecnologie, però questo purtroppo si scontra con i costi”. La casa sempre più “interdisciplinare” Le funzioni dello spazio abitativo si trasformano, cambiano identità, acquistano nuovi significati: è il riflesso della società che cambia a ritmi vertiginosi. La Milano Design Week è anche questo, lo specchio dei mutamenti sociali e attraversarla è come fare un viaggio introspettivo, vedere aspetti della quotidianità che ci erano sfuggiti. Un’installazione realizzata a Park Hub dallo studio di design CARA \ DAVIDE con Park Associati dal titolo “Estetiche Sommerse – Unveiling hidden beauty” indaga proprio questo argomento, insieme al tema del riutilizzo perché i designer lavorano con l’obiettivo di dare nuovi significati ad oggetti ormai desueti, come la pavimentazione alla veneziana di Fantini Mosaici realizzata con scarti di schede elettroniche. Credits by Nicola Colella-Park Associati “Spazi di vita e spazi di lavoro caratterizzano la quotidianità di ciascuno di noi, coincidendo, in alcune parti della loro identità, molto più di ciò cui siamo abituati a pensare”, spiegano i progettisti di Park Associati. “Il futuro della progettazione li vedrà coincidere sempre di più. L’ambito domestico si sta trasformando in un ibrido di funzioni che vede, nell’essere umano, un desiderio crescente di portare all’interno delle mura di casa attività che era abituato a svolgere altrove. Il mondo professionale sta mutando quelle componenti prettamente da ufficio che l’hanno contraddistinto dal dopoguerra ad oggi, contaminandosi con assetti spaziali e di arredo molto più affini ad ambiti informali. Allo stesso tempo, si denota una crescente importanza degli spazi esterni, a contatto con la natura, che caratterizzano nuovi modi di intendere il lavoro e la vita domestica”. A grandi passi verso il 2024 – La casa del futuro è in legno, con il Metodo Albini La casa del futuro approderà l’anno prossimo al Salone, sarà realizzata con un nuovo approccio alla progettazione, attraverso tecniche interdisciplinari e il Metodo Albini che i tre vincitori del concorso “Progettare futuri possibili” apprenderanno in un percorso di formazione. Il progetto che sarà realizzato da Rubner Haus vede il patrocinio di ADI, Ordine degli Architetti di Sassari, Salone del Mobile.Milano e il supporto di Triennale Milano. Franco Albini e Franca Helg, Grandi Magazzini La Rinascente, vista da Piazza Fiume, Roma, 1957- 1961 ©Fondazione Franco Albini “Franco Albini è considerato l’architetto della leggerezza perché il suo modo di operare era finalizzato a usare il minimo delle risorse al fine di distribuirle meglio”, spiega Paola Albini, Vicepresidente della Fondazione Franco Albini e Founder della Franco Albini Academy. “L’attenzione ai materiali e alla sostenibilità era espressa nel suo modo di operare fin dagli inizi della sua carriera ed era intrinsecamente contenuta nel suo Metodo: scomporre il progetto in parti progettando ogni singolo dettaglio, cercare l’essenza togliendo ciò che non serve e ricomporre i singoli elementi in un “Tutto” funzionale, leggero e sostenibile. A questi tre principi si aggiungeva poi la verifica e la responsabilità sociale che non poteva prescindere dall’attenzione al contesto. Credo che questo Metodo che ha come fulcro la ricerca dell’essenza e la responsabilità sociale, sia una guida essenziale per riprogettare il nostro approccio alle cose, tenendo a mente che ciò che facciamo o ciò che non facciamo ha un impatto fondamentale sul nostro contesto e può davvero contribuire a modificarlo”. Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda, Progetto della Linea 1 della Metropolitana di Milano, 1962- 1964 ©Fondazione Franco Albini Il focus è ancora una volta su come poter progettare in maniera sostenibile. “Il settore edilizio è responsabile del 36% del consumo finale di energia e del 39% delle emissioni totali di biossido di carbonio a livello mondiale. Lavorare sull’efficienza energetica degli immobili e impegnarsi a ridefinire standard di recupero, riuso e riciclo di componenti e materiali diventa indispensabile per creare edifici che razionalizzino l’uso delle risorse, producano zero rifiuti e supportino la rigenerazione delle risorse naturali”, spiega Martin Oberhofer, ceo di Rubner Haus. “Il legno, per sua natura, si rinnova, la quantità di materiale per una casa in legno di taglio medio, per esempio, ricresce in media in 35 secondi nelle zone alpine. Inoltre, è uno straordinario immagazzinatore di C02, 1 m3 ne imprigiona circa 1 tonnellata, un dato importante se si pensa che un’auto di medie dimensioni rilascia circa 3,2 tonnellate di CO2 in un anno”. Materiali per architettura Un altro tema importante del Salone 2023 è stato quello dei materiali per architettura, presenti soprattutto le aziende di pavimenti e rivestimenti ma non solo. Anche qui parole d’ordine sostenibilità (nei materiali e nella filiera produttiva) e personalizzazione. I designer Giulio Iacchetti e Matteo Ragni hanno realizzato per lo spazio di Abet Laminati al Fuorisalone 2023, “Abet Factory”, all’interno della Brera Design Week, dove i visitatori hanno potuto toccare e combinare tanti piccoli campioni dei prodotti del marchio, creando campionari ad personam. L’azienda di laminati decorativi è stata, inoltre, presente altri eventi in collaborazione con diversi marchi, tra questi “ABET per MASTERLY THE DUTCH”, un’installazione curata dai creativi Carina Riezebos e Maarten Spruyt in cui Metalleido Esacore LEM di Abet Laminati (un prodotto dall’anima a nido d’api e con pelli in fibra di vetro epossidiche) è protagonista di una serie di archi alti 4 metri in perfetta armonia con le colonne originarie di Palazzo Giureconsulti che ospita il progetto. Sempre nell’ambito del Brera Design District, Asti Architetti e Iris Ceramica Group hanno dato vita ad una urban station molto speciale, una panchina declinata in postazione di lavoro con prese di ricarica wireless e che permette di attivare l’illuminazione notturna con l’interazione con le superfici smart Hypertouch. Inoltre per gli strati esterni della struttura è stata utilizzata Active Surfaces® con proprietà antinquinanti, antibatteriche, antivirali. Un inno alla terra, sia in ottica decorativa che sul piano etico, è il fil rouge che lega il “Fuori e dentro” salone di Florim. Il marchio ha presentato la linea Compatta (dall’aspetto materico, ruvido), il cui autore, Federico Peri, riprende l’antica tecnica costruttiva del Pisé, coniuganto artigianalità e tecnologia costruttiva: “Una antichissima modalità di costruzione che si basa sulla sovrapposizione di terre estremamente compatte che formano pareti portanti o partizioni divisorie all’interno delle abitazioni. Le ispirazioni principali della collezione sono state l’Africa e alcune delle sue abitazioni rurali; al tempo stesso c’è un richiamo a Giò Ponti, alle sue geometrie nette, pulite, unite a delle curve, piuttosto che ai mosaici tridimensionali di William Mitchell”, spiega Peri. E le superfici Florim stone, in un solo grande formato (320x160cm) e tre spessori (6-12-20 mm) e caratterizzata da un processo produttivo sostenibile. E se la risposta fosse nella mimesi infinita? La possibilità di cambiare volto alle cose attraverso la strategia della stratificazione, in un riutilizzo continuo di oggetti, superfici, strutture, è il concept che sta dietro a Strato, il progetto di Martino Gamper per Kerakoll Brera Studio, il nuovo volto a colori dello showroom di Kerakoll, dove, grazie alla Microresina, alcuni elementi d’arredo sono stati rinnovati e ricontestualizzati. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento