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Indice degli argomenti Toggle Gli obiettivi del piano di decarbonizzazioneUn piano d’azione in tre fasi Gli edifici residenziali e commerciali negli Stati Uniti sono tra le maggiori fonti di produzione di anidride carbonica e altri gas serra, responsabili di oltre un terzo delle emissioni totali di GHG del Paese. Con quasi 130 milioni di edifici esistenti e una previsione di costruzione di 40 milioni di nuove case, la necessità di un cambiamento radicale nell’approccio edilizio appare un’esigenza fondamentale. Attualmente, la maggior parte del costruito negli USA contribuisce significativamente all’inquinamento climatico per soddisfare i bisogni fondamentali della popolazione. Gli edifici sul suolo americano consumano una quantità significativa di energia, rappresentando il 74% del consumo di elettricità del Paese. Il riscaldamento e il raffreddamento sono tra i fattori principali responsabili del picco di domanda di elettricità, contribuendo in maniera sostanziale all’inquinamento climatico.. La transizione verso edifici a basse emissioni di carbonio è quindi essenziale per raggiungere l’obiettivo di Net Zero entro il 2050. In una mossa storica, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha annunciato il lancio del primo progetto federale di decarbonizzazione degli edifici, un’iniziativa volta a ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra (GHG) nel settore edilizio entro il 2050. Il progetto “Decarbonizing the U.S. Economy by 2050: A National Blueprint for the Buildings Sector” realizzato dall’amministrazione Biden segna un passo fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico e rappresenta una svolta significativa per l’economia e la salute pubblica degli USA. Il progetto del Dipartimento dell’Energia prevede dunque una strategia nazionale che punta a offrire benefici di equità, convenienza e resilienza alle comunità. Gli obiettivi del piano di decarbonizzazione Il Blueprint traccia un quadro di riferimento che si basa su tre obiettivi trasversali fondamentali: equità, accessibilità economica e resilienza. Questi punti sono integrati da quattro obiettivi strategici: aumentare l’efficienza energetica degli edifici, accelerare la riduzione delle emissioni in loco, trasformare il margine della rete e minimizzare le emissioni incorporate nel ciclo di vita dei materiali da costruzione. Il piano pone un forte accento sulla giustizia energetica, cercando di garantire che i benefici delle nuove tecnologie e delle politiche di riduzione delle emissioni siano equamente distribuiti tra tutte le comunità, in particolare quelle svantaggiate, assicurando che la transizione energetica non lasci indietro nessuno. Ridurre il peso economico dell’energia e i costi delle nuove tecnologie è essenziale affinché tutti possano beneficiare delle innovazioni nel settore energetico. Nel documento vediamo come il progetto mira a rendere le tecnologie verdi più accessibili e convenienti per i consumatori, riducendo al contempo i costi complessivi dell’energia. Aumentare la capacità delle comunità di resistere e riprendersi dagli stress climatici e ambientali è un altro pilastro del piano, poiché la resilienza delle infrastrutture e delle comunità è fondamentale per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico. Nel documento sono riportati anche quattro obiettivi strategici tra cui troviamo: aumentare l’efficienza energetica, accelerare la ridussione delle emissioni in loco, trasformare le infrastrutture elettriche, minimizzare le emissioni incorporate nel ciclo di vita di un edificio. Uno degli obiettivi principali del piano è l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici. Entro il 2035, si mira a ridurre del 35% l’intensità dell’uso energetico negli edifici rispetto ai livelli del 2005, con un obiettivo ancora più ambizioso del 50% entro il 2050. L’adozione diffusa di sistemi di riscaldamento e raffreddamento efficienti e l’integrazione di fonti energetiche rinnovabili saranno cruciali per raggiungere questi obiettivi. Per ridurre le emissioni di gas serra direttamente dagli edifici, il piano si propone di ridurre del 25% le emissioni entro il 2035 e addirittura del 75% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2005. Questo implica l’adozione di tecnologie più pulite e sostenibili per il riscaldamento, il raffreddamento e l’elettricità. Entro il 2050, si mira a triplicare il potenziale di flessibilità della domanda rispetto al 2020, riducendo i costi dell’infrastruttura elettrica e rendendo la rete più adattabile alle variazioni nella domanda e nell’offerta di energia. Questo fattore consentirà una gestione più efficiente ed economica dell’energia, facilitando anche l’integrazione di fonti energetiche intermittenti come solare ed eolica. Infine, il piano mira a ridurre le emissioni incorporate nei materiali da costruzione. Ponendosi come obiettivo il 2050, si prevede di ridurre del 90% le emissioni rispetto al 2005, attraverso l’adozione di materiali da costruzione sostenibili e pratiche che riducano i rifiuti di costruzione. Un piano d’azione in tre fasi Un efficace coordinamento delle istituzioni federali può giocare un ruolo fondamentale nell’accelerare il processo di riduzione delle emissioni di carbonio degli edifici. Le azioni da poter mettere in campo sono numerose e comprendono la promozione della ricerca per rendere le soluzioni più accessibili dal punto di vista economico: l’attuazione di strategie di mercato per superare le barriere all’adozione delle nuove tecnologie e favorire una maggiore diffusione sul mercato delle soluzioni già esistenti o in via di sviluppo. Inoltre si segnala l’importanza dell’adozione di normative edilizie che innalzano gli standard minimi di efficienza e promuovono l’ampia adozione di tecnologie a basse emissioni di carbonio, vantaggiose dal punto di vista economico e già collaudate. Il coordinamento strategico tra questi diversi ambiti può amplificare il potenziale per accelerare nel tempo la diffusione di soluzioni edilizie all’avanguardia, caratterizzate da elevate prestazioni e basse emissioni di carbonio. Per raggiungere gli obiettivi Net Zero prefissati dall’amministrazione Biden, nel Blueprint viene evidenziato un piano d’azione diviso in tre fasi: Near-term (da adesso al 2030), Mid-term (2030–2040) e Long-term (2040–2050). “A breve termine”, cioè nell’arco temporale che va dall’attuale momento fino al 2030, le iniziative da mettere in campo rivestiranno un ruolo importante nel promuovere la transizione verso un settore edilizio radicalmente decarbonizzato. La prima fase di lavoro è la più delicata perché getterà le basi iniziali per facilitare i futuri progressi nel campo della decarbonizzazione del Paese. Parlando del “medio termine”, che si estende dal 2030 al 2040, le attività continueranno ad avanzare nel percorso verso la decarbonizzazione del settore edilizio. L’esperienza acquisita nel periodo precedente consentirà di affrontare sfide più complesse e di estendere ulteriormente l’adozione di soluzioni sostenibili. Nel l”ungo termine”, che va dal 2040 al 2050, le attività si concentreranno sull’eliminare le rimanenti fonti di emissioni del settore edilizio e sul completare la transizione verso una completa decarbonizzazione. Ciò richiederà di superare sfide ancora più complesse e di adottare soluzioni innovative per minimizzare l’impatto ambientale degli edifici. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento