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Indice degli argomenti Toggle Superbonus 110%, dalla nascita alle modifiche apportate in corso d’operaL’impatto del Superbonus sul DeficitCome il Superbonus ha influito sui prezzi dell’ediliziaLe frodi sulle casse pubbliche È il momento della conta definitiva dell’impatto del Superbonus 110%. Questa misura, insieme al Super Ecobonus e al Sismabonus, ha inciso negativamente sulle casse dello Stato con una spesa complessiva che ha ampiamente superato le stime del 2020, anno in cui la misura è entrata in vigore. Ad aggravare il quadro economico ci sono poi le numerose frodi da parte di imprese e contribuenti e il rialzo generalizzato dei prezzi, sia delle materie prime che della manodopera. Nel triennio 2020-23 l’ammontare dei bonus ha raggiunto la cifra monstre di 170 miliardi di euro. La revisione dei costi relativi al Superbonus impatterà sugli andamenti di fabbisogno e debito secondo il profilo di effettività delle agevolazioni. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nell’ultima audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il Deficit sale al 7,4% ma non incide sul DEF, il Documento di Economia e Finanza, tuttavia resta la possibilità di ricevere una procedura di infrazione dell’Ue per deficit eccessivo. Superbonus 110%, dalla nascita alle modifiche apportate in corso d’opera Il Superbonus 110% è stato introdotto per la prima volta nel 2020, sotto il governo Conte; una misura pensata per dare slancio al settore edile, creare occupazione e rendere il patrimonio immobiliare italiano più efficiente dal punto di vista energetico. I beneficiari del bonus hanno avuto diritto al 110% delle spese effettuate attraverso il credito d’imposta nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. In altre parole, al momento della sua introduzione e fino alle successive modifiche, il Superbonus ha permesso di avere indietro quanto speso per i lavori nell’arco di più anni, in compensazione con le tasse che il contribuente avrebbe dovuto versare allo Stato. Con il successivo decreto Rilancio (19 maggio 2020, n. 34), il governo ha introdotto la possibilità di optare per lo “sconto in fattura” con il quale i beneficiari potevano ottenere l’abbattimento immediato dei costi. Rispetto al quadro iniziale, la situazione odierna sul Superbonus è notevolmente cambiata. L’esigenza di contenere la spesa pubblica e le pressioni politiche hanno portato a un ridimensionamento totale frutto di diversi decreti. Ultimo in ordine cronologico il D.L. n.39/2024. Il testo va ad eliminare le poche eccezioni rimaste alternative alla detrazione Irpef nella Dichiarazione dei redditi. Ora la cessione del credito è possibile solo se i titoli abilitativi (Cila o permesso di costruire) siano precedenti all’entrata in vigore del decreto. L’impatto del Superbonus sul Deficit Qual è l’effetto del Superbonus sul 110% sui conti pubblici italiani? Risponde, in maniera definitiva, l’Ufficio parlamentare di bilancio; all’interno della memoria depositata a commento del DL 29 marzo 2024, n. 39, viene mostrata la spesa complessiva “fotografata” al 1° marzo 2024: si tratta di 170 miliardi di euro contro i 150-160 stimati dal governo. Per questo motivo l’Eurostat ha ritoccato al rialzo il dato sul Deficit nel 2023: dal 7,2% certificato da Istat si passa al 7,4%, il 2,1% in più rispetto alle stime della Nadef. Tradotto in euro, si tratterebbe di oltre 40 miliardi in più di quanto stimato dal MEF nel 2023. Il debito, invece, risulta stabile al 137,3%. Un deficit eccessivo che, secondo il ministro Giorgetti e il commissario agli Affari economici Ue Paolo Gentiloni, potrebbe spingere Bruxelles ad avviare una procedura di infrazione verso l’Italia. Come il Superbonus ha influito sui prezzi dell’edilizia Un altro aspetto da non sottovalutare – che dimostra il grande impatto del Superbonus per tutto il settore edile – è l’aumento del prezzo di materie prime e manodopera. Il Superbonus, dalla sua nascita nel 2020, ha influito sui prezzi causando un rialzo generalizzato che aggrava, ancor di più, la spesa complessiva. C’è da aggiungere però, che l’aumento del prezzo delle materie prime non è dovuto soltanto alla grande richiesta di interventi di ristrutturazione ma anche alla diminuzione delle scorte, alla riduzione della produzione e all’aumento dei costi di trasporto dovuti alla complessa situazione geopolitica dell’ultimo triennio. Le frodi sulle casse pubbliche Altro elemento che ha inciso negativamente sui conti pubblici sono le numerose frodi fiscali perpetrate da contribuenti e imprese. Maria Ruffini, direttrice dell’Agenzia delle Entrate, ha dichiarato che i crediti d’imposta oggetto di truffa, relativi ai bonus edilizi, ammontano a 15 miliardi di euro. Un cifra “mostruosa” di cui 8,6 miliardi sequestrati in modo preventivo dall’autorità giudiziaria e 6,3 miliardi scartati dalla piattaforma della cessione dei crediti. La quantità di frodi legate all’opzione della cessione dei crediti per il Superbonus ha spinto il governo a imporre misure sempre più severe per l’ottenimento dei bonus edilizi nel 2024, alcune già in vigore altre da implementare nei prossimi mesi. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento