Torre Seta a Milano: da disastro a garante della sicurezza nelle costruzioni

Rinasce l’edificio milanese di via Antonini 32 che il 29 agosto 2021 prese fuoco lasciando senza abitazione 80 famiglie. Il nuovo progetto Torre Seta firmato da Studio Marco Piva è in fase di realizzazione, ha un nome evocativo e una forma organica, come tratteggiata da un morbido nastro di seta, e presenterà soluzioni edili diverse, più elevate sul piano della sicurezza e della sostenibilità. Il progetto che ha già alimentato molte riflessioni, si pone come un’icona internazionale della sicurezza nelle costruzioni e si immagina che possa fare da prompt per la revisione e l’aggiornamento di alcune normative in materia di misure antincendio.   

Rigenerazione, sicurezza e sostenibilità sono i tre assi di miglioramento del nuovo edificio che sarà pronto tra meno di due anni, come spiega Mirko Berti, presidente del Comitato Rinascita Antonini

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Torre Seta a Milano: da disastro a garante della sicurezza nelle costruzioni

Il 29 agosto 2021 uno dei grattacieli più all’avanguardia di Milano e di recente costruzione, Torre del Moro, fu colpito da un devastante incendio che costrinse i suoi abitanti all’evacuazione. 80 Famiglie persero la propria casa, per fortuna non ci furono altre conseguenze negative, ma il caso destò stupore e sconcerto perché per la prima volta ridimensionò l’immagine blasonata che caratterizza la maggior parte degli attuali progetti urbanistici del capoluogo lombardo. 

La dinamica dell’incendio

Le fiamme divamparono al 18° piano, probabilmente a causa di un guasto elettrico che innescò l’incendio in una zona dove erano presenti apparecchiature e cavi ad alta tensione. La rapida propagazione del fuoco fu favorita dalla presenza di materiali combustibili nelle strutture interne, e in particolare dall’utilizzo di finiture in materiali non ignifughi che hanno contribuito a diffondere rapidamente le fiamme.

Un altro fattore che complicò le operazioni di salvataggio fu l’accesso limitato ad alcune aree superiori dell’edificio, che rese difficoltoso l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco. Nonostante la prontezza delle squadre di soccorso, l’incendio causò danni ingenti ed irreversibili. 

Torre Seta a Milano, lo stato dei fatti

Le perizie si concentrano anche sulle caratteristiche costruttive dell’edificio, in particolare sulle scelte dei materiali e sul rispetto delle normative antincendio. La torre è stata progettata con uno stile minimalista e moderne tecnologie, ma alcuni esperti sollevano dubbi sulla resistenza al fuoco di alcuni componenti. Anche la manutenzione ordinaria fu oggetto di discussione e ha sollevato interrogativi sulla gestione e sulla vigilanza delle strutture a Milano, dove l’espansione rapida degli edifici in altezza potrebbe non sempre rispettare gli standard più severi in materia di sicurezza.

Conseguenze

Milano, una delle capitali europee per l’architettura contemporanea, è chiamata a riflettere sulla sostenibilità delle proprie strutture in caso di emergenza. In particolare, l’incidente della Torre del Moro potrebbe portare a una revisione delle normative edilizie, con l’introduzione di misure più stringenti in materia di resistenza al fuoco e protezione strutturale. L’episodio ha riportato l’attenzione sulla necessità di aggiornare e testare periodicamente i sistemi di allarme e le vie di fuga in edifici ad alta densità abitativa. Le autorità locali stanno esaminando la possibilità di intensificare i controlli sulla sicurezza in altre strutture simili, mentre l’opinione pubblica sollecita un’azione decisa per evitare che tragedie come questa possano ripetersi.

Torre Seta: un nuovo progetto iconico, nella forma e nei contenuti

Il 18 ottobre è stato inaugurato il cantiere del nuovo edificio che sorgerà in via Antonini 32, alla presenza delle autorità locali e del Comitato Rinascita Antoni che rappresenta le famiglie danneggiate dal disastro.

Rendering Torre Seta edificio che sorgerà a Milano al posto della Torre del Moro distrutta da un incendio

Il nuovo edificio si chiamerà Torre Seta, in memoria dell’originale (SE=Sempre TA=Torre Antonini), ma guarda al futuro, il nome si ispira, infatti, anche ad un nastro di seta che si avvolge l’area dell’incendio per assumere una forma organica.

È firmato da Studio Marco Piva (autore, tra gli altri del Terminal 1 dell’Aeroporto di Milano Malpensa e dell’Aqua Palace Hotel a Venezia) e si presenta come una rinascita del precedente che si allontana dalle criticità di Torre dei Moro, per sposare soluzioni diverse come materiali in classe di reazione al fuoco A2-s1,d0, in base alla norma EN 13501-1:2018 (materiali non combustibili), come il sistema di isolamento termico in lana di vetro Saint-Gobain a marchio Isover che aveva già limitato la propagazione dell’incendio. Restando sui nuovi materiali selezionati, l’alluminio presso piegato verniciato a polvere per la facciata, completamente riciclabile, contribuirà a minimizzare l’impatto ambientale del progetto, assicurando una maggiore sostenibilità nel lungo periodo.

Rendering Torre Seta edificio che sorgerà a Milano al posto della Torre del Moro distrutta da un incendio

“Ricostruire per rigenerare: per Torre Seta ho immaginato un linguaggio architettonico fluido, leggero, una torre osmotica con l’intorno urbano e nella quale i suoi inquilini si possono identificare, scoprendo un nuovo modo di vivere la propria abitazione, soprattutto all’esterno.

Rendering corte interna di Torre Seta, edificio che sorgerà a Milano al posto della Torre del Moro distrutta da un incendio
Rendering corte interna

Torre Seta è portatrice di un cambiamento basato su una diversa e più matura consapevolezza in merito a quanto la nostra azione progettuale può contribuire al raggiungimento di obbiettivi eticamente non più rimandabili”, ha spiegato Marco Piva, fondatore dell’omonimo studio nel 1991.

Perché ha vinto il progetto di Studio Marco Piva?

La gara per la progettazione di Torre Seta ha visto la partecipazione di diversi studi di architettura di rilevanza internazionale, tra questi Zaha Hadid Architects e Studio Gae Aulenti. Tutti i progetti avevano lo stesso budget per la facciata, quindi nessun architetto poteva fare cose irrealizzabili. Tutti dovevano utilizzare materiali che rispondessero ai migliori criteri in termini di sicurezza antincendio.

Si è poi deciso di andare sul progetto dell’architetto Piva perché comunque presentava un edificio diverso dal precedente, senza più le “vele” che hanno contribuito alla propagazione del fuoco, e dal punto di vista psicologico questo è stato di fatto un elemento importante. La nuova Torre avrà una forma ellittica.

Rendering di una delle terrazze di Torre Seta, edificio che sorgerà a Milano al posto della Torre del Moro distrutta da un incendio

La seconda ragione è che, questa forma, consentirà di avere due nuovi terrazzi sui lati corti dell’edificio e quindi più spazio per vivere anche all’esterno, dopo il Covid questo è un altro elemento importante in termini di vivibilità.

Intervista a Mirko Berti – Presidente Comitato Rinascita Antonini

Insieme ad altri 20 abitanti perse completamente la sua abitazione e tutte le cose che custodiva (c’erano più di 1000 gradi all’interno). Il Comitato si occupa di relazionarsi con le istituzioni, trovare gli aiuti, organizzare eventi specifici per bandire materiali pericolosi in edilizia. In questi anni ha lavorato con le associazioni della Grenfell Tower (dove nel 2017 morirono 72 persone) e del Campanar di Valencia.

Perché l’incendio è stato così disastroso?

L’edificio ha preso fuoco perché i materiali non erano da capitolato: in capitolato avevamo l’Alucobond, un materiale con specifiche tecniche che non consentivano l’infiammabilità, a nostra insaputa invece i pannelli montati erano di un materiale che può essere usato su edifici più bassi, massimo due piani, non su una torre di 80 metri. All’interno di questi pannelli erano presenti 14 tonnellate di polietilene, un altro elemento altamente infiammabile che ha propagato il fuoco in tutto l’edificio. La torre si è trasformata in una torcia. Le cause non sono ancora note, potrebbe essere stato un cortocircuito o una batteria al litio lasciata sul terrazzo, le indagini non sono riuscite a risalire alla causa scatenante, ma di fatto c’è stato un innesco che doveva subito concludersi sul balcone e invece a causa di questi materiali infiammabili, l’incendio si è propagato rapidamente distruggendo gran parte dell’edificio

A fronte di quanto accaduto, come è stata rivista la scelta dei materiali per il nuovo edificio che sarà inaugurato tra meno di due anni?

Nella progettazione del nuovo edificio verranno utilizzati nuovamente pannelli di alluminio, tuttavia saranno pannelli in classe A2 s1 d0 che in base alla normativa N 12 501 del 2018 sono materiali non combustibili. L’edificio quindi risorgerà su basi sane, è quanto è stato comunicato il 18 ottobre, con l’evento di avvio lavori alla presenza delle istituzioni (Sindaco, Prefetto e Presidente Regione Lombardia). Gli assi di progetto e di miglioramento sono sostanzialmente tre: la rigenerazione urbana, perché la torre verrà  rigenerata e non abbattuta in quanto alcuni elementi, tipo i cementi armati,erano fatti bene e non avrebbe senso buttare tutto, quindi verrà riprogettata dal punto di vista della facciata. 

Il secondo asse sarà quello della sicurezza antincendio, attraverso l’utilizzo di materiali di qualità e che andranno ad impattare sulla sostenibilità che è l’altro asse importante. La ricostruzione sarà quindi realizzata con l’esclusivo utilizzo di materiali sostenibili, e questo è un altro elemento importante per un progetto così iconico per la città.

Che cosa è cambiato nell’approccio alla costruzione di edifici di questo genere dopo l’incendio di via Antonini?

Direi poco purtroppo; la Torre di Via Antonini rappresenta un simbolo urbano della città di Milano, ha fatto scuola, per questo genere di disastri. Il Politecnico di Milano lo ha utilizzato come case history sul tema della propagazione dell’incendio, ed è stata in parte modificata la normativa antincendio, anche se non come avremmo voluto, perché si è intervenuti solo sulla fase della propagazione, ma non si è fatto nulla sulla scelta dei materiali che invece è la parte centrale; non si è fatto nulla nemmeno sul fatto che in Italia (a differenza dell’Inghilterra, per esempio) non ci sia una figura definita sulla progettazione antincendio, tutto è lasciato nelle mani del progettista che spesso deve guardare al budget imposto dalla committenza. A nostro avviso servirebbe invece una figura di riferimento e di responsabilità del progetto antincendio, dobbiamo fare sulla prevenzione degli incendi quello che si è fatto sull’antisismico anche come incentivi per la messa in sicurezza; questi sarebbero i bonus che davvero servirebbero.

Oggi abbiamo delle norme più stringenti sul fatto che il fuoco non debba propagarsi tuttavia sui materiali ammessi non si è fatto nulla, non si è riscritta alcuna norma; ancora oggi possono essere utilizzati materiali, anche in facciata, che hanno una reazione o una resistenza al fuoco bassa o molto scarsa; questo non deve essere più ammesso, soprattutto sugli edifici alti.

Normativa antincendio per gli edifici

Le norme antincendio per gli edifici sono un insieme di regolamenti e disposizioni tecniche elaborati per garantire la sicurezza contro il rischio di incendi e per proteggere le persone, le proprietà e l’ambiente in caso di incendio. In Italia, queste normative sono stabilite da una serie di leggi, decreti, circolari e norme tecniche che stabiliscono requisiti per la progettazione, la costruzione e la gestione degli edifici.

Le principali normative italiane in materia antincendio

Il Decreto Ministeriale 3 agosto 2015, n. 151, meglio noto come “Codice di prevenzione incendi”, è il documento principale che regola la sicurezza antincendio per gli edifici. Esso fornisce una serie di disposizioni che riguardano: la progettazione degli edifici, la protezione contro gli incendi, le misure di evacuazione, le attrezzature antincendio, la gestione della sicurezza. Il Codice si applica a tutti gli edifici nuovi o ristrutturati, ma alcune disposizioni si applicano anche agli edifici esistenti.

Norme tecniche di costruzione (D.P.R. 380/2001 – Testo Unico dell’Edilizia): il Testo Unico dell’Edilizia, stabilisce i requisiti generali di sicurezza per la progettazione degli edifici, comprese le norme antincendio. Impone l’obbligo di rispettare le misure di sicurezza necessarie per ridurre i rischi legati agli incendi, in particolare nei confronti delle strutture portanti e degli impianti tecnologici.

Norme UNI e CEI: la UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) e la CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) pubblicano norme tecniche che riguardano la sicurezza antincendio, come le UNI 11224 (norma per le evacuazioni), la UNI 9795 (per la progettazione e gestione degli impianti di rilevazione incendi) e la CEI 64-8 (per gli impianti elettrici).

Queste norme definiscono le caratteristiche dei materiali e degli impianti da utilizzare per minimizzare i rischi d’incendio.

Regolamenti locali (Regolamenti comunali e regionali): ogni regione e comune può emanare regolamenti specifici per la sicurezza antincendio, che si applicano in base alla tipologia di edificio, alla sua destinazione d’uso e alle caratteristiche del territorio.

Principali aspetti delle norme antincendio per gli edifici

  • Classificazione del rischio: gli edifici vengono classificati in base alla destinazione d’uso e al numero di persone che ospitano (ad esempio, abitazioni, uffici, scuole, ospedali, ecc.). Ogni categoria ha specifici requisiti in termini di: compartimentazione antincendio (divisione degli spazi in compartimenti resistenti al fuoco); evacuazione (progettazione di vie di esodo adeguate, sia orizzontali che verticali); resistenza al fuoco (i materiali da costruzione devono avere una resistenza adeguata alle alte temperature per un periodo di tempo definito).
  • Impianti antincendio: gli impianti di rilevazione incendi (rivelatori di fumo, termostati, ecc.), spegnimento (sistemi di sprinkler, estintori, idranti), illuminazione di emergenza e allarmi sonori e visivi devono essere progettati e installati secondo specifiche tecniche.
  • Sistemi di evacuazione: ogni edificio deve prevedere vie di esodo sicure, ben segnalate e sufficientemente capienti per garantire l’uscita rapida delle persone in caso di incendio. Devono essere presenti anche piani di evacuazione e personale formato.
  • Materiali da costruzione: i materiali utilizzati devono rispettare le normative relative alla resistenza al fuoco. Devono essere classificati in base alla loro reazione al fuoco (ad esempio, materiali ignifughi, difficilmente infiammabili).
  • Controlli e manutenzione: gli impianti antincendio devono essere mantenuti in perfette condizioni, con ispezioni periodiche. La manutenzione è fondamentale per garantire l’efficacia delle misure di sicurezza.
  • Certificazioni e dichiarazioni di conformità: gli edifici devono ottenere appositi certificati di conformità antincendio rilasciati dai vigili del fuoco, che attestano il rispetto delle normative.

Aggiornamenti e conformità

Le normative antincendio possono subire aggiornamenti e modifiche, e gli edifici esistenti potrebbero dover essere adattati alle nuove leggi nel caso in cui vengano effettuate ristrutturazioni o modifiche sostanziali. È importante quindi monitorare periodicamente gli aggiornamenti normativi, e per questo motivo, molte imprese si avvalgono di professionisti esperti per verificare la conformità alle leggi.

credit img Studio Marco Piva

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