Tale metodo, pur essendo quello che meglio consente di cogliere la risposta sismica delle strutture (a condizione di scegliere un’adeguata modellazione del comportamento ciclico non lineare degli elementi struttali e di simulare correttamente l’eccitazione sismica), rimane ancora uno strumento accessibile solo a pochi specialisti del settore.
Spinti dall’esigenza di valutare esplicitamente le deformazioni plastiche subite dagli elementi strutturali durante il sisma senza dover eseguire complesse ed onerose analisi dinamiche non lineari sono stati formulati i cosiddetti “metodi statici non lineari” per l’analisi sismica delle strutture.
Nel presente articolo viene effettuata una analisi dei principali metodi proposti in letteratura e recepiti dalle norme sismiche, evidenziandone i pregi ma anche i limiti (bassa precisione dovuta ad una eccessiva semplificazione oppure macchinosità operativa).
Si propone quindi un procedimento che unisce semplicità e precisione dei risultati e se ne mostra l’efficacia mediante un’ampia analisi parametrica.
* Dottore di Ricerca, Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Università degli Studi di Catania
** Professore Ordinario, Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Università degli Studi di Catania
*** Dottore di Ricerca, Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Università degli Studi di Catania
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