Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
72 unità abitative nel quartiere Kenton di Portland, in Oregon, per i più bisognosi. Un progetto di alloggi di transizione che mira al massimo impatto sociale possibile riducendo al minimo i costi, senza rinunciare al design. Moduli prefabbricati colorati che rispettano gli standard ambientali della città e le linee guida della progettazione accessibile americana. la redazione Indice degli argomenti: Modularità e flessibilità degli spazi Design e colore Quattro complessi separati, per un totale di 72 unità abitative realizzate con la filosofia LISAH (Low Income Single Adult Housing, alloggi per adulti singoli a basso reddito), pensate per le persone con salari bassi, studenti e adulti single che si avvicinano o sono in pensione. E’ il progetto Argyle Gardens, sviluppato dallo studio Holst Architecture per la città di Portland, in Oregon. Inaugurati nell’aprile 2020, i quattro edifici si trovano in una zona di transizione tra il quartiere Kenton e la zona industriale, una posizione strategica vista la vicinanza con la metropolitana leggera, con diverse fermate dell’autobus, un parco pubblico e un vivace centro commerciale. “Project Transition e i partner coinvolti nella realizzazione del complesso abitativo credono che il concetto alla base del progetto possa avere un ruolo fondamentale nel colmare il divario nella fornitura di alloggi a prezzi accessibili” dichiara George Devendorf, direttore esecutivo di Project Transition l’organizzazione che da 50 anni si occupa di supportare i senzatetto di Portland. “Questo concetto può essere replicato in quasi tutte le comunità e offre soluzioni innovative a basso costo in grado di soddisfare l’utenza a cui sono rivolti”conclude. Modularità e flessibilità degli spazi Argyle Gardens è stato progettato e realizzato come un alloggio modulare e profondamente accessibile dal punto di vista economico. Quattro plessi separati che circondano uno spazio esterno centrale accessibile sia per uso individuale che comunitario. L’edificio più grande contiene 36 monolocali, un ampio spazio comunitario dedicato ai servizi di lavanderia e uffici di servizio a supporto dei residenti. I tre edifici di co-housing sono basati su un modello di camera singola e poiché a Portland, sei camere da letto e una cucina in comune costituiscono un’unica unità abitativa, ciascun modulo di alloggio è considerato un duplex, con 12 camere da letto, due bagni in comune e una grande cucina. La cucina comune Design e colore Il progetto è composto da unità modulari costruite offsite, abbreviando i tempi di realizzazione di quattro mesi. Le dimensioni dei moduli sono ottimizzate per l’efficienza e per ridurre al minimo i costi di trasporto. Ogni edificio ha una semplice forma rettilinea a cui, nella parte finale, è rimossa una fetta che rivela i pannelli colorati in policarbonato traslucido che danno vivacità alla composizione. Capriate a capanna, tetti a scandole e rivestimenti colorati mimetizzano perfettamente i moduli prefabbricati. La topografia ripida del sito e la vegetazione esistente offrono privacy sufficiente, ma sono stati un banco di prova importante per il team di progettazione che ha dovuto bilanciare i vari aspetti per rispettare gli standard ADA (American with Disabilities Act) per la progettazione accessibile e gli aspetti ambientali. Grazie ad un’attenta calibrazione degli spazi il risultato finale riduce al minimo il guadagno diretto del calore solare sulle pareti in policarbonato, consentendo alle torri di accesso alle scale di essere privi di condizionamento. Img by Holst Architecture Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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